Politica
Sanità, interrogazione M5S su progetto di centralizzazione del servizio mense nelle ASL
Peggioramento pasti e posti di lavoro a rischio
Gravina - martedì 4 aprile 2017
13.14
I consiglieri del M5S Marco Galante e Mario Conca hanno depositato un'interrogazione diretta al Presidente Michele Emiliano e all'Assessore ai lavori Pubblici Giovanni Giannini, per chiedere chiarimenti in merito alle gare dei servizi di ristorazione per i degenti presso le ASL pugliesi, con particolare riferimento al progetto di centralizzazione del servizio mense che implicherebbe l'adozione del sistema refrigerato "cook and chill". Un progetto che per sua natura non solo creerebbe un peggioramento qualitativo dei pasti ma metterebbe a rischio anche diversi posti di lavoro. La proposta dei commissari M5S di III Commissione è dunque quella di produrre i pasti all'interno dell'ospedale.
Si tratta di una tecnica in cui il cibo, preparato in maniera convenzionale, viene sottoposto a raffreddamento rapido per essere poi stoccato e conservato tra 0 e 3°C per una massimo di 5 giorni. Il prodotto viene poi trasportato, mediante automezzi refrigerati a non più di 4°C, nel luogo del consumo dove, immediatamente prima di essere consumato, è portato ad una temperatura di almeno 70°C e servito.
"Non possiamo permettere - dichiara Conca - che un servizio di primaria importanza come questo possa essere ulteriormente peggiorato anziché impegnarsi per migliorarlo. Dopo aver denunciato la dismissione illegittima del centro cottura di Monte Laureto, oggi attenzionato dalla Procura, ribadisco a gran voce la necessità di tornare a produrre i pasti all'interno dell'ospedale: un piatto fumante è parte integrante della cura oltre che un diritto per l'ammalato".
"Il sistema "cook and chill" presenta diverse criticità - aggiunge Galante - sia in termini di occupazione, con una esigenza di personale di gran lunga inferiore rispetto a quella attuale, sia con riferimento alla qualità del servizio. Al Presidente Emiliano e all'Assessore Giannini chiediamo in primis se si sia tenuto conto o meno delle ripercussioni che comporterebbe l'adozione di questo sistema e se non sia più opportuno, invece, utilizzare i centri cottura già esistenti all'interno delle varie strutture ospedaliere pugliesi, eludendo in tal modo pericoli sia a livello occupazionale che qualitativo"
Si tratta di una tecnica in cui il cibo, preparato in maniera convenzionale, viene sottoposto a raffreddamento rapido per essere poi stoccato e conservato tra 0 e 3°C per una massimo di 5 giorni. Il prodotto viene poi trasportato, mediante automezzi refrigerati a non più di 4°C, nel luogo del consumo dove, immediatamente prima di essere consumato, è portato ad una temperatura di almeno 70°C e servito.
"Non possiamo permettere - dichiara Conca - che un servizio di primaria importanza come questo possa essere ulteriormente peggiorato anziché impegnarsi per migliorarlo. Dopo aver denunciato la dismissione illegittima del centro cottura di Monte Laureto, oggi attenzionato dalla Procura, ribadisco a gran voce la necessità di tornare a produrre i pasti all'interno dell'ospedale: un piatto fumante è parte integrante della cura oltre che un diritto per l'ammalato".
"Il sistema "cook and chill" presenta diverse criticità - aggiunge Galante - sia in termini di occupazione, con una esigenza di personale di gran lunga inferiore rispetto a quella attuale, sia con riferimento alla qualità del servizio. Al Presidente Emiliano e all'Assessore Giannini chiediamo in primis se si sia tenuto conto o meno delle ripercussioni che comporterebbe l'adozione di questo sistema e se non sia più opportuno, invece, utilizzare i centri cottura già esistenti all'interno delle varie strutture ospedaliere pugliesi, eludendo in tal modo pericoli sia a livello occupazionale che qualitativo"