Territorio
Sblocca-Italia: il Consiglio regionale chiede a Vendola di opporsi
“Non rispetta la ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni”
Gravina - martedì 30 dicembre 2014
12.25
Centinaia di cittadini pugliesi chiedono alla Regione di ricorrere d'urgenza alla Consulta per l'illegittimità costituzionale. Causa, la legge di conversione del decreto "Sblocca-Italia" del Governo nazionale.
L'appello sottoscritto dai pugliesi, è stato trasmesso dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, al presidente della Regione, Nichi Vendola, con l'invito dell'ufficio consiliare di presidenza a "valutarlo positivamente". Gestione dei rifiuti e divieto di ricerca di idrocarburi in mare sono le materie sulle quali si sollecita il ricorso alla Corte Costituzionale.
Per quanto riguarda lo smaltimento, i sottoscrittori fanno notare che le scelte nazionali annullerebbero "di fatto gli effetti positivi di qualsiasi corretta pianificazione regionale che abbia come obiettivo la riduzione dei rifiuti e il recupero".
Le trivellazioni petrolifere marine lederebbero invece il carattere di legislazione concorrente proprio di ogni strategia energetica. Infatti la Costituzione chiama lo Stato a stabilire i principi fondamentali e riconosce alle Regioni il compito di dettare la disciplina concreta, nel rispetto degli stessi principi.
La Puglia, non ricca di giacimenti petroliferi o di carbone, ha come uniche risorse il sole, l'acqua e il vento - precisano i firmatari dell'appello - fonti rinnovabili di energia neppure citate nell'articolo 38 dello Sblocca Italia, che invece progetta un ritorno ai combustibili fossili.
"Così lo Stato lede il diritto dei cittadini a scegliere in sede locale il proprio futuro", si legge nella petizione, occorre attuare "misure concrete e urgenti volte all'impugnazione per incostituzionalità della legge di conversione del decreto Sblocca Italia, in netto contrasto con l'articolo 117 della Costituzione, in ordine alla ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni".
La vicepresidente della Giunta Regionale, Angela Barbanente, in una nota conferma la volontà della Giunta di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto sblocca-trivelle. La documentazione, fa sapere, è stata già trasmessa all'avvocatura regionale per verificare l'illegittimità costituzionale del decreto che nei fatti liberalizza la ricerca di petrolio e idrocarburi a poca distanza dalle nostre coste". Si viaggia in un unica direzione quindi, quella di evitare "l'ennesimo scempio delle risorse naturalistiche e delle bellezze paesaggistiche dei mari della nostra regione", conclude la Barbanente.
L'appello sottoscritto dai pugliesi, è stato trasmesso dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, al presidente della Regione, Nichi Vendola, con l'invito dell'ufficio consiliare di presidenza a "valutarlo positivamente". Gestione dei rifiuti e divieto di ricerca di idrocarburi in mare sono le materie sulle quali si sollecita il ricorso alla Corte Costituzionale.
Per quanto riguarda lo smaltimento, i sottoscrittori fanno notare che le scelte nazionali annullerebbero "di fatto gli effetti positivi di qualsiasi corretta pianificazione regionale che abbia come obiettivo la riduzione dei rifiuti e il recupero".
Le trivellazioni petrolifere marine lederebbero invece il carattere di legislazione concorrente proprio di ogni strategia energetica. Infatti la Costituzione chiama lo Stato a stabilire i principi fondamentali e riconosce alle Regioni il compito di dettare la disciplina concreta, nel rispetto degli stessi principi.
La Puglia, non ricca di giacimenti petroliferi o di carbone, ha come uniche risorse il sole, l'acqua e il vento - precisano i firmatari dell'appello - fonti rinnovabili di energia neppure citate nell'articolo 38 dello Sblocca Italia, che invece progetta un ritorno ai combustibili fossili.
"Così lo Stato lede il diritto dei cittadini a scegliere in sede locale il proprio futuro", si legge nella petizione, occorre attuare "misure concrete e urgenti volte all'impugnazione per incostituzionalità della legge di conversione del decreto Sblocca Italia, in netto contrasto con l'articolo 117 della Costituzione, in ordine alla ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni".
La vicepresidente della Giunta Regionale, Angela Barbanente, in una nota conferma la volontà della Giunta di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il decreto sblocca-trivelle. La documentazione, fa sapere, è stata già trasmessa all'avvocatura regionale per verificare l'illegittimità costituzionale del decreto che nei fatti liberalizza la ricerca di petrolio e idrocarburi a poca distanza dalle nostre coste". Si viaggia in un unica direzione quindi, quella di evitare "l'ennesimo scempio delle risorse naturalistiche e delle bellezze paesaggistiche dei mari della nostra regione", conclude la Barbanente.