La città
Scadono i permessi: via i dehors dal centro storico
Tavoli e sedie lasciano strade e piazze. La proroga piaceva agli esercenti, che chiedono maggiori attenzioni.
Gravina - mercoledì 30 gennaio 2013
08.25
Scade la proroga per l'utilizzo dei dehors concessa da Palazzo di città agli esercenti del centro storico. Ed è tempo di bilanci.
La passata stagione estiva si era conclusa con una buona notizia per i titolari dei locali del centro storico: l'amministrazione comunale aveva prorogato il permesso di utilizzo di dehors, pedane o gazebo esterni, concedendo l'occupazione del suolo pubblico sino al 15 gennaio. Il tutto a costo zero: i commercianti del centro storico, infatti, erano stati esentati dal pagamento del cosap, ovvero il canone per l'occupazione permanente di spazi e aree pubbliche. Una virata contro la crisi con l'intenzione di riqualificare il borgo antico, invogliare l'apertura di nuove attività commerciali ed offrire nuove opportunità di guadagno ad attività commerciali spesso costrette a chiudere i battenti nel periodo invernale per la scarsa affluenza di clienti.
Adesso che il permesso è scaduto abbiamo incontrato i titolari di alcune importanti attività per capire con loro, se gli auspici con i quali il permesso era stato prorogato sono stati attesi.
Gli esercenti sono stati unanimi nel commentare favorevolmente, da un punto di vista commerciale, l'esito delle festività natalizie per come svoltesi nelle piazze cittadine. "I gravinesi, incuriositi da bancarelle, befane, eventi firmati pro loco e verdeka scooter gang, si sono riversati nelle piazze cittadine e hanno speso", sostiene Giancarlo Ferrante (Ferrante è). Unica nota dolente, però, è quella dei periodi invernali non organizzati. Per Pasquale Piccininno (Extra Gambrinus) "la situazione è desolante: nonostante le strutture esterne, i gravinesi non sono abituati a vivere il centro storico e con l'attività annuale a malapena si ammortizzano le spese". Per Tommy Colonna (Gambrinus) "i clienti bisogna attrarli con serate, altre tipologie di attività commerciali e non allontanarli: quella del centro storico chiuso al traffico è un'ottima idea, ma non per Gravina. In inverno nelle piazze è il deserto e non è con la chiusura del centro storico che si incentiva il passeggio ed il commercio". Dello stesso parere sono Gianni Giglio (The cave) e Francesco Capone (Gasoline): "Il permesso dei dehors è un buon punto di partenza, ma è necessario compiere gesti che risolvano il problema dell'isolamento alla radice". Al contrario, Racanelli (D'Angiò) si chiede perchè la chiusura del centro storico non abbia interessato anche la zona antistante la villa comunale.
La soluzione condivisa dai più è impegnarsi, ciascuno a proprio modo. L'impegno degli esercenti è quello di inventarsi il modo di diventare fulcro per clienti forestieri e no. Ma tutti auspicano che Palazzo di città possa incentivare gli investimenti nel centro storico gravinese. A due passi dal quale, però, si registra più d'un malumore. Uno per tutti Pietro Paternoster (Pierre cafè), che conferma di non aver tratto beneficio dalle festività natalizie. Quasi un monito a ricordarsi anche degli operatori attivi fuori porta.
(a cura di Grazia Cozzoli)
La passata stagione estiva si era conclusa con una buona notizia per i titolari dei locali del centro storico: l'amministrazione comunale aveva prorogato il permesso di utilizzo di dehors, pedane o gazebo esterni, concedendo l'occupazione del suolo pubblico sino al 15 gennaio. Il tutto a costo zero: i commercianti del centro storico, infatti, erano stati esentati dal pagamento del cosap, ovvero il canone per l'occupazione permanente di spazi e aree pubbliche. Una virata contro la crisi con l'intenzione di riqualificare il borgo antico, invogliare l'apertura di nuove attività commerciali ed offrire nuove opportunità di guadagno ad attività commerciali spesso costrette a chiudere i battenti nel periodo invernale per la scarsa affluenza di clienti.
Adesso che il permesso è scaduto abbiamo incontrato i titolari di alcune importanti attività per capire con loro, se gli auspici con i quali il permesso era stato prorogato sono stati attesi.
Gli esercenti sono stati unanimi nel commentare favorevolmente, da un punto di vista commerciale, l'esito delle festività natalizie per come svoltesi nelle piazze cittadine. "I gravinesi, incuriositi da bancarelle, befane, eventi firmati pro loco e verdeka scooter gang, si sono riversati nelle piazze cittadine e hanno speso", sostiene Giancarlo Ferrante (Ferrante è). Unica nota dolente, però, è quella dei periodi invernali non organizzati. Per Pasquale Piccininno (Extra Gambrinus) "la situazione è desolante: nonostante le strutture esterne, i gravinesi non sono abituati a vivere il centro storico e con l'attività annuale a malapena si ammortizzano le spese". Per Tommy Colonna (Gambrinus) "i clienti bisogna attrarli con serate, altre tipologie di attività commerciali e non allontanarli: quella del centro storico chiuso al traffico è un'ottima idea, ma non per Gravina. In inverno nelle piazze è il deserto e non è con la chiusura del centro storico che si incentiva il passeggio ed il commercio". Dello stesso parere sono Gianni Giglio (The cave) e Francesco Capone (Gasoline): "Il permesso dei dehors è un buon punto di partenza, ma è necessario compiere gesti che risolvano il problema dell'isolamento alla radice". Al contrario, Racanelli (D'Angiò) si chiede perchè la chiusura del centro storico non abbia interessato anche la zona antistante la villa comunale.
La soluzione condivisa dai più è impegnarsi, ciascuno a proprio modo. L'impegno degli esercenti è quello di inventarsi il modo di diventare fulcro per clienti forestieri e no. Ma tutti auspicano che Palazzo di città possa incentivare gli investimenti nel centro storico gravinese. A due passi dal quale, però, si registra più d'un malumore. Uno per tutti Pietro Paternoster (Pierre cafè), che conferma di non aver tratto beneficio dalle festività natalizie. Quasi un monito a ricordarsi anche degli operatori attivi fuori porta.
(a cura di Grazia Cozzoli)