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Cronaca

Scandalo commissioni: il Comune si costituisce parte civile

La giunta chiede agli imputati il risarcimento dei danni subiti dall'Ente

Sul banco degli imputati il prossimo 6 febbraio saliranno nomi eccellenti della politica gravinese. Tra loro spiccano anche i nomi di un assessore attualmente in carica e di un funzionario comunale. Contro di loro la giunta civica ha deciso di esprimere parere favorevole in merito alla possibilità data al Comune di Gravina di costituirsi parte civile nel procedimento penale dinanzi al giudice del Tribunale di Bari.
La vicenda è quella legata allo scandalo delle commissioni consiliari per cui sono stati rinviati a giudizio 19 persone tra nuovi ed ex amministratori accusati di aver percepito gettoni di presenza non dovuti per le commissioni consiliari celebrate nel periodo tra il 2009 ed il 2012.

Agli imputati, molti dei quali presenti anche attualmente in consiglio comunale, sono contestate presunte irregolarità in ordine alla redazione dei verbali di commissione, a seguito delle quali sarebbe avvenuta la liquidazione di gettoni di presenza anche a favore di colleghi che senza dar corso ad alcun reato, si sarebbero limitati a godere del beneficio derivante dall'incasso dei gettoni medesimi.
Per tutti l'accusa è di abuso d'ufficio e falso ideologico mentre l'assessore Sergio Varvara dovrà rispondere anche di truffa ai danni del Ministero dell'Istruzione sebbene in almeno uno dei casi contestati l'assessore ha già chiarito la sua posizione.
Lo scorso 17 gennaio sono stati notificati tutti gli atti al Comune di Gravina e pochi giorni dopo la giunta comunale ha deliberato di costituirsi parte civile nel procedimento che vede già il Comune come parte offesa " al fine di richiedere il risarcimento dei danni patiti dall'Ente in conseguenza dei fatti contestati ai diversi imputati".

Nell'udienza preliminare dello scorso dicembre già l'avvocato Sergio Casareale, tra l'altro autore della denuncia da cui è partita l'inchiesta, si era dichiarato parte civile avanzando in nome e per conto dello stesso Comune, una richiesta di risarcimento danni, la dove dovesse esser provata la responsabilità penale degli imputati, che ammonta a 2.000.000 di euro per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dall'Ente.
Un'iniziativa a cui si aggiunge ora il provvedimento di giunta disposto a seguito del " clamore suscitato da tale vicenda anche per i numerosi articoli apparsi sui giornali che ha provocato grave nocumento all'immagine del Paese" e con la consapevolezza che il "Comune rappresenta la comunità insediata sul territorio; ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo".

Nel medesimo provvedimento si stabilisce che spetta al sindaco, " in qualità di legale rappresentante dell'Ente Comunale adottare atto di nomina del difensore dell'Ente" nonostante il pubblico ministero ha ritenuto sussistere un possibile conflitto di interessi per il primo cittadino, considerato "percettore di somme pur non essendo imputato" tanto da chiedere la notifica degli atti a favore del vice sindaco e non del primo cittadino.
Si apre così il processo che, a prescindere da quali saranno le conclusioni dei giudici del Tribunale di Bari, rischia di cambiare gli equilibri interni alla maggioranza targata Valente.
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