Cronaca
Scomparsa di Ciccio e Tore, il caso è chiuso
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Filippo Pappalardi
Gravina - venerdì 29 aprile 2016
12.26
Il caso è chiuso senza che sia fatta verità sulla scomparsa di Ciccio e Tore i due fratellini, rispettivamente di 11 e 9 anni, scomparsi il 5 giugno del 2006 a Gravina e ritrovati dopo quasi due anni in una cisterna di un'antica casa padronale poi ribattezzata la casa delle cento stanze.
A stabilirlo la Corte di cassazione che ha respinto il ricorso del padre dei due bambini, Filippo Pappalardi, presentato contro l'archiviazione dell'indagine sulla morte dei suoi figli.
Il 31 marzo 2015 il Tribunale per i Minori di Bari aveva archiviato l'ultimo procedimento ancora pendente, avviato sulla base di una denuncia dello stesso Pappalardi che chiedeva di verificare e approfondire le dichiarazioni rese all'epoca dei fatti da un uomo di Gravina. Stando al suo racconto la sera della scomparsa i due fratelli erano in compagnia di alcuni coetanei. Pappalardi aveva impugnato l'archiviazione proponendo ricorso in Cassazione e chiedendo che venissero risentiti i ragazzi, all'epoca minorenni, che sarebbero stati visti quella sera con i suoi figli. Secondo i giudici della Suprema Corte, però, non ci sono elementi nuovi che consentano di riaprire il caso.
Sulla morte dei due bambini anche la Procura ordinaria aveva aperto un'indagine che portò addirittura all'arresto del padre, accusato di sequestro e omicidio. Due anni dopo, quando i resti dei due piccoli furono ritrovati, il reato fu derubricato in abbandono di minore seguito da morte e il fascicolo, infine, archiviato. Per questa vicenda Pappalardi ha ottenuto nel settembre 2014 un risarcimento per ingiusta detenzione.
Ora con la chiusura definitiva del caso si chiude anche la speranza di capire cosa sia realmente accaduto la sera del 5 giugno di 10 anni fa.
A stabilirlo la Corte di cassazione che ha respinto il ricorso del padre dei due bambini, Filippo Pappalardi, presentato contro l'archiviazione dell'indagine sulla morte dei suoi figli.
Il 31 marzo 2015 il Tribunale per i Minori di Bari aveva archiviato l'ultimo procedimento ancora pendente, avviato sulla base di una denuncia dello stesso Pappalardi che chiedeva di verificare e approfondire le dichiarazioni rese all'epoca dei fatti da un uomo di Gravina. Stando al suo racconto la sera della scomparsa i due fratelli erano in compagnia di alcuni coetanei. Pappalardi aveva impugnato l'archiviazione proponendo ricorso in Cassazione e chiedendo che venissero risentiti i ragazzi, all'epoca minorenni, che sarebbero stati visti quella sera con i suoi figli. Secondo i giudici della Suprema Corte, però, non ci sono elementi nuovi che consentano di riaprire il caso.
Sulla morte dei due bambini anche la Procura ordinaria aveva aperto un'indagine che portò addirittura all'arresto del padre, accusato di sequestro e omicidio. Due anni dopo, quando i resti dei due piccoli furono ritrovati, il reato fu derubricato in abbandono di minore seguito da morte e il fascicolo, infine, archiviato. Per questa vicenda Pappalardi ha ottenuto nel settembre 2014 un risarcimento per ingiusta detenzione.
Ora con la chiusura definitiva del caso si chiude anche la speranza di capire cosa sia realmente accaduto la sera del 5 giugno di 10 anni fa.