Politica
Scoppia il caos nel Pd: la minoranza interna esce allo scoperto
Il coordinatore della segreteria Antonio Cozzoli: “Un suicidio l’alleanza col Terzo Polo”
Gravina - martedì 6 dicembre 2011
13.27
Le grandi scelte comportano grandi sacrifici. Quello che il Pd potrebbe dover pagare sul banco della stabilità di governo, in ossequio alla quale archiviata in gran fretta la stagione delle contrapposizioni s'è scelto di rinunciare al classico centrosinistra per un'inedita alleanza coi Terzo Polo pieno zeppo di ex amministratori della pur avversata giunta Divella, è rappresentato dal rischio di una balcanizzazione casalinga.
Il primo passo ha il sapore d'una lettera con cui parte del direttivo cittadino, certo minoritaria ma comunque consistente, ha deciso di contestare, apertamente, l'operato del segretario Alesio Valente. A capeggiare la fronda, il coordinatore della segreteria gravinese, Tonio Cozzoli. Con lui l'ex consigliere comunale Domenico Calderoni, i componenti del direttivo Donato Vitale, Vincenza Buonamassa, Giuseppe Centonze, Angela Digennaro, Nicola Faticati, Micaela Masiello, Raffaele Bellocchio, Elisabetta Vitale, Gianluca Dimattia, Anita Schinco e, dulcis in fundo, anche un componente del direttivo provinciale, Annateresa Calderoni. "Denunciamo alla segreteria regionale – scrivono i ribelli nella loro missiva – lo stato comatoso in cui versa il circolo Pd di Gravina. La caduta del governo civico di centrodestra, salutata dalla comunità come una liberazione, rischia di diventare una disfatta". Ricordato con orgoglio il proprio ruolo di minoranza interna, mortificato tuttavia, si sostiene, "dal mancato coinvolgimento nelle iniziative pubbliche e da una gestione arbitraria e autoreferenziale del partito", si passa alla denuncia: "Cade il centrodestra con un'operazione condotta dall'opposizione nella sua totalità e non dal segretario cittadino Alesio Valente. E poi settimane di silenzio assoluto, per mettere a fuoco i dettagli di un progetto suicida di distruzione del Pd". Dal generale al particolare: "Il segretario e i suoi fedelissimi hanno già deciso di allearsi al Terzo Polo, dimenticando che esso ha diretto e condizionato in negativo l'amministrazione Divella. Hanno costituito una delegazione interna per intavolare un dialogo con le forze politiche, per benedire le consultazioni del nulla. Nemmeno il tentativo di coinvolgere i vertici provinciali e regionali ha prodotto alcunché: il segretario ha snobbato la disponibilità dimostrata da Michele Emiliano e Vito Antonacci per favorire una ricomposizione della situazione cittadina". In coda, l'affondo: "Non è stata celebrata nessuna assemblea per definire le alleanze, per indire le primarie di partito, per costituire la commissione elettorale, per discutere le dimissioni del segretario candidato a sindaco. È nell'interesse di tutti porre un freno a questa caduta libera. Il partito regionale e quello provinciale sono tenuti ad intervenire".
Se non è una richiesta di commissariamento forzato del nuovo corso valentiano, poco ci manca. Intanto, mentre nel Pd volano gli stracci, il Terzo Polo della discordia resta silente: quand'era diviso, ha fatto implodere il centrodestra e la giunta Divella. Adesso che s'è unito, ha ridotto in frantumi il centrosinistra. La balena bianca è viva, e nuota in mezzo a noi.
Il primo passo ha il sapore d'una lettera con cui parte del direttivo cittadino, certo minoritaria ma comunque consistente, ha deciso di contestare, apertamente, l'operato del segretario Alesio Valente. A capeggiare la fronda, il coordinatore della segreteria gravinese, Tonio Cozzoli. Con lui l'ex consigliere comunale Domenico Calderoni, i componenti del direttivo Donato Vitale, Vincenza Buonamassa, Giuseppe Centonze, Angela Digennaro, Nicola Faticati, Micaela Masiello, Raffaele Bellocchio, Elisabetta Vitale, Gianluca Dimattia, Anita Schinco e, dulcis in fundo, anche un componente del direttivo provinciale, Annateresa Calderoni. "Denunciamo alla segreteria regionale – scrivono i ribelli nella loro missiva – lo stato comatoso in cui versa il circolo Pd di Gravina. La caduta del governo civico di centrodestra, salutata dalla comunità come una liberazione, rischia di diventare una disfatta". Ricordato con orgoglio il proprio ruolo di minoranza interna, mortificato tuttavia, si sostiene, "dal mancato coinvolgimento nelle iniziative pubbliche e da una gestione arbitraria e autoreferenziale del partito", si passa alla denuncia: "Cade il centrodestra con un'operazione condotta dall'opposizione nella sua totalità e non dal segretario cittadino Alesio Valente. E poi settimane di silenzio assoluto, per mettere a fuoco i dettagli di un progetto suicida di distruzione del Pd". Dal generale al particolare: "Il segretario e i suoi fedelissimi hanno già deciso di allearsi al Terzo Polo, dimenticando che esso ha diretto e condizionato in negativo l'amministrazione Divella. Hanno costituito una delegazione interna per intavolare un dialogo con le forze politiche, per benedire le consultazioni del nulla. Nemmeno il tentativo di coinvolgere i vertici provinciali e regionali ha prodotto alcunché: il segretario ha snobbato la disponibilità dimostrata da Michele Emiliano e Vito Antonacci per favorire una ricomposizione della situazione cittadina". In coda, l'affondo: "Non è stata celebrata nessuna assemblea per definire le alleanze, per indire le primarie di partito, per costituire la commissione elettorale, per discutere le dimissioni del segretario candidato a sindaco. È nell'interesse di tutti porre un freno a questa caduta libera. Il partito regionale e quello provinciale sono tenuti ad intervenire".
Se non è una richiesta di commissariamento forzato del nuovo corso valentiano, poco ci manca. Intanto, mentre nel Pd volano gli stracci, il Terzo Polo della discordia resta silente: quand'era diviso, ha fatto implodere il centrodestra e la giunta Divella. Adesso che s'è unito, ha ridotto in frantumi il centrosinistra. La balena bianca è viva, e nuota in mezzo a noi.