Cronaca
Sequestrate aree non autorizzate con ingenti quantità di rifiuti edili
Attività della Guardia di Finanza nel territorio murgiano. Tre persone denunciate
Gravina - venerdì 9 novembre 2018
11.45
Le cave e gli impianti di smaltimento dei rifiuti passati al setaccio nel territorio della Murgia. La Compagnia altamurana della Guardia di Finanza ha concluso una serie di ispezioni di polizia ambientale durata alcuni mesi ed ha denunciato tre persone perché, in altrettante cave, erano state create discariche abusive o accumulati depositi incontrollati di rifiuti.
I controlli sono stati svolti ad Altamura, Gravina e Santeramo. Tre ditte operanti nel settore - una per ciascun Comune - sono finite sotto la lente di ingrandimento per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi, vale a dire quelli derivanti da demolizioni e ristrutturazioni edili. I militari, guidati dal capitano Arcangelo Raffaele Gennari, hanno sequestrato in tutto oltre 6.000 tonnellate di rifiuti speciali e sequestrato le aree direttamente occupate dagli stoccaggi dei materiali che, invece, avrebbero dovuto seguire altre procedure.
Infatti queste aree, pur facendo parte del perimetro delle tre aziende sottoposte a verifica, non sono autorizzate per questo utilizzo. Eppure si erano creati grandi accumuli di rifiuti, in qualche caso di grande rilevanza. Tutto questo in violazione del cosiddetto "Codice dell'ambiente" (decreto legislativo 152 del 2006). Tali grandi quantità avrebbero potuto essere destinate anche ad attività di frantumazione e riciclo ma il ciclo corretto dello smaltimento si è inceppato per la scelta di occupare delle pertinenze in cui queste operazioni non sono consentite.
La legge prevede a carico dei proprietari di mettere in atto attività di ripristino dello stato dei luoghi, rispettando le prescrizioni ambientali imposte dalla stessa autorità giudiziaria e dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente.
I controlli sono stati svolti ad Altamura, Gravina e Santeramo. Tre ditte operanti nel settore - una per ciascun Comune - sono finite sotto la lente di ingrandimento per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali non pericolosi, vale a dire quelli derivanti da demolizioni e ristrutturazioni edili. I militari, guidati dal capitano Arcangelo Raffaele Gennari, hanno sequestrato in tutto oltre 6.000 tonnellate di rifiuti speciali e sequestrato le aree direttamente occupate dagli stoccaggi dei materiali che, invece, avrebbero dovuto seguire altre procedure.
Infatti queste aree, pur facendo parte del perimetro delle tre aziende sottoposte a verifica, non sono autorizzate per questo utilizzo. Eppure si erano creati grandi accumuli di rifiuti, in qualche caso di grande rilevanza. Tutto questo in violazione del cosiddetto "Codice dell'ambiente" (decreto legislativo 152 del 2006). Tali grandi quantità avrebbero potuto essere destinate anche ad attività di frantumazione e riciclo ma il ciclo corretto dello smaltimento si è inceppato per la scelta di occupare delle pertinenze in cui queste operazioni non sono consentite.
La legge prevede a carico dei proprietari di mettere in atto attività di ripristino dello stato dei luoghi, rispettando le prescrizioni ambientali imposte dalla stessa autorità giudiziaria e dall'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente.