La città
Si saldi chi può
Parte la stagione degli sconti tra polemiche e sfiducia.
Gravina - venerdì 3 gennaio 2014
11.10
Saldi anticipati per questo 2014. La stagione degli sconti partirà ufficialmente in Puglia, sabato 4 gennaio. Secondo le previsioni la spesa media si aggirerà sui 150 euro a testa (155 secondo Confesercenti, 148 secondo Confcommercio che stima un volume d'affari complessivo di 5,4 miliardi). Secondo Confcommercio inoltre, su 25,8 milioni di famiglie italiane ben 16 milioni faranno ricorso ai saldi in un clima di sfiducia e recessione economica. La speranza di tutti, in generale, è che la stagione dei saldi possa fare da traino alla ripresa dei consumi, in calo del 2,2% nei primi dieci mesi dell'anno rispetto al 2012, come testimoniato dai dati ISTAT.
Le associazioni dei consumatori intanto, Codacons in testa, denunciano irregolarità da parte di otto negozi su dieci, che secondo l'associazione hanno già avviato in anticipo una politica di offerte ai clienti.
Per questo l'associazione ha chiesto giorni fa al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, la liberalizzazione degli sconti: "Sia soppresso il Regolamento del Consiglio dei Ministri del 23/02/2001- si legge nella lettera inviata al ministro - che impedisce di vendere sottocosto per più di 3 volte all'anno, per una durata superiore a 10 giorni e più di 50 prodotti".
In attesa di buone nuove, occorre ricordare poche semplici regole, come consigliato dalle associazioni di categoria. Innanzitutto raffrontare sempre il prezzo originario con quello scontato. Il negoziante, infatti, ha l'obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. È importante conservare lo scontrino perché, in caso il prodotto sia danneggiato, il negoziante deve provvedere a ripararlo o a sostituirlo. L'acquirente è tenuto a denunciare il difetto entro due mesi dall'acquisto. Negli altri casi, la possibilità di cambiare il capo d'abbigliamento o il prodotto è rimessa alla discrezionalità del commerciante. I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.
Le associazioni dei consumatori intanto, Codacons in testa, denunciano irregolarità da parte di otto negozi su dieci, che secondo l'associazione hanno già avviato in anticipo una politica di offerte ai clienti.
Per questo l'associazione ha chiesto giorni fa al ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, la liberalizzazione degli sconti: "Sia soppresso il Regolamento del Consiglio dei Ministri del 23/02/2001- si legge nella lettera inviata al ministro - che impedisce di vendere sottocosto per più di 3 volte all'anno, per una durata superiore a 10 giorni e più di 50 prodotti".
In attesa di buone nuove, occorre ricordare poche semplici regole, come consigliato dalle associazioni di categoria. Innanzitutto raffrontare sempre il prezzo originario con quello scontato. Il negoziante, infatti, ha l'obbligo di indicare il prezzo normale di vendita, lo sconto e il prezzo finale. È importante conservare lo scontrino perché, in caso il prodotto sia danneggiato, il negoziante deve provvedere a ripararlo o a sostituirlo. L'acquirente è tenuto a denunciare il difetto entro due mesi dall'acquisto. Negli altri casi, la possibilità di cambiare il capo d'abbigliamento o il prodotto è rimessa alla discrezionalità del commerciante. I capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo.