Cronaca
Sigilli ad un immobile di via san Vito Vecchio
La Procura acquisisce documentazione in Comune. L'inchiesta tocca Palazzo di città.
Gravina - lunedì 27 maggio 2013
10.25
Forze dell'ordine all'opera in via san Vito Vecchio. Gli agenti della sezione di polizia giudiziaria di Bari stanno eseguendo un decreto di sequestro probatorio. Apposti i sigilli ad un immobile interessato da lavori edilizi, in fase di completamento. Ma gli inquirenti avrebbero acquisito anche documentazione in Comune, per verificare la legittimità dei permessi a costruire in sanatoria rilasciati di recente.
L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Renato Nitti, avrebbe preso il via nei mesi scorsi da un esposto. Duplice il filone seguito da chi indaga: da un lato si punterebbe ad appurare l'esistenza di eventuali abusi di natura edilizia, dall'altro a vagliare la regolarità della procedura amministrativa seguita dagli uffici municipali con riferimento alla pratica urbanistica correlata.
E proprio Palazzo di città sarebbe in qualche modo toccato dalle indagini: da quel che si apprende in ambito investigativo, l'immobile in oggetto sarebbe riconducibile ai familiari del primo cittadino Alesio Valente (a carico del quale, si precisa, nessuna contestazione viene mossa dagli inquirenti). Inoltre gli accertamenti in corso, si lasciano sfuggire gli investigatori, riguarderebbero anche la posizione del progettista (che attualmente siederebbe in consiglio comunale) e della ditta esecutrice dei lavori, il cui legale rappresentante sarebbe egli pure un consigliere comunale. Nelle prossime ore la Procura dovrebbe procedere alla nomina di un consulente tecnico, per procedere ad ulteriori approfondimenti.
Null'altro trapela dal riserbo istruttorio. E bocche cucite, almeno per il momento, anche in Comune.
L'inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Renato Nitti, avrebbe preso il via nei mesi scorsi da un esposto. Duplice il filone seguito da chi indaga: da un lato si punterebbe ad appurare l'esistenza di eventuali abusi di natura edilizia, dall'altro a vagliare la regolarità della procedura amministrativa seguita dagli uffici municipali con riferimento alla pratica urbanistica correlata.
E proprio Palazzo di città sarebbe in qualche modo toccato dalle indagini: da quel che si apprende in ambito investigativo, l'immobile in oggetto sarebbe riconducibile ai familiari del primo cittadino Alesio Valente (a carico del quale, si precisa, nessuna contestazione viene mossa dagli inquirenti). Inoltre gli accertamenti in corso, si lasciano sfuggire gli investigatori, riguarderebbero anche la posizione del progettista (che attualmente siederebbe in consiglio comunale) e della ditta esecutrice dei lavori, il cui legale rappresentante sarebbe egli pure un consigliere comunale. Nelle prossime ore la Procura dovrebbe procedere alla nomina di un consulente tecnico, per procedere ad ulteriori approfondimenti.
Null'altro trapela dal riserbo istruttorio. E bocche cucite, almeno per il momento, anche in Comune.