Palazzo di città
Sindacati contro l’assessore Lafabiana: "Rispetto per i dipendenti comunali"
Varrese chiama in causa il sindaco per sostituire l'assessore
Gravina - venerdì 12 settembre 2014
11.25
Uno sfogo di fine giornata rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso politico- istituzionale e di creare profonde fratture tra la giunta comunale e i dipendenti del Municipio gravinese.
Non sono passate inosservate le ultime dichiarazioni dell'assessore Felice Lafabiana, delegato al personale amministrativo, che di recente sulla sua pagina facebook, ha accusato i dipendenti comunali di non essere "grintosi, disponibili e propensi al lavoro" ed esprimendo "totale disapprovazione e sconforto" per determinati atteggiamenti. Lafabiana, tuttavia, esprimeva a margine del suo pensiero "gratitudine nei confronti dei dipendenti che insieme a questa amministrazione credono nella difficilissima battaglia del cambiamento".
Parole di compiacimento che però non hanno evitato all'assessore di finire in un vortice di critiche.
Il primo a scagliarsi contro l'atteggiamento dell'assessore Lafabiana è stato Vincenzo Varrese che nella sua duplice veste di consigliere comunale e sindacalista ha stigmatizzato il commento dell'assessore definendolo "sconcertante" e fatto di "dichiarazioni allucinanti, generiche e demagogiche che stanno scatenando una campagna denigratoria nei confronti di tutto il personale comunale". Motivo per cui il consigliere ha invitato il primo cittadino Alesio Valente a "prendere le distanze dal merito e dal metodo usato dall'assessore nel suo attacco a mezzo facebook, e nel caso di affidare un compito così gravoso e delicato ad altri, più sensibili e motivati nello svolgimento di questa delicata funzione pubblica".
Richiesta a cui è seguito un documento ufficiale delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil nel quale si esprime "il totale dissenso sui contenuti e sulle modalità adottate dall'assessore, stigmatizzandone il comportamento e chiedono un immediato e definitivo intervento al fine di evitare l'avvio di una ingiustificata e immeritata campagna denigratoria nei confronti dei dipendenti comunali".
Sotto attacco, oltre alle modalità utilizzate dall'assessore, anche la genericità delle sue affermazioni che rischiano di ingenerare malcontento nei confronti dell'intera macchina amministrativa.
"Forse sfugge all'assessore- si legge ancora nel documento inviato a palazzo di città – che il Comune di Gravina dovrebbe avere nel proprio organico 329 unità in servizio, mentre i dipendenti sono meno di 120, quasi un terzo della forza lavoro necessaria. Pertanto sui lavoratori ricade un carico di lavoro che è quasi tre volte quello ordinario" evidenziano le organizzazioni sindacali.
Tuttavia, senza dimenticare che i "furbetti" sono tipici di ogni ambiente di lavoro e senza voler santificare i dipendenti pubblici, Cgil, Cisl e Uil sottolineano "che se qualche lavoratore non fa il proprio dovere spetta al dirigente competente intervenire sul singolo lavoratore secondo quanto definito dal contratto nazionale di lavoro". Intervenire con richiami, ammonizioni ma stando ben attenti a non sollevare polveroni mediatici "cogliendo l'occasione per ringraziare quei lavoratori che con tanto spirito di sacrificio contribuiscono a mandare avanti questo paese".
Lafabiana dal canto suo si difende spiegando che il suo precedente sfogo non era una critica indiscriminata ma la volontà "da buon padre di famiglia di richiamare al dovere qualche figliol prodigo, impartendogli un semplice scappellotto anziché una fustigazione, cosi come richiestomi". L'assessore ribadisce che le sue parole erano rivolte solo a quei dipendenti che non sempre svolgono a pieno il proprio compito mentre gli impiegati ligi al dovere "non possono essersi sentiti offesi dalle mie parole quanto piuttosto dal comportamento lavativo di qualche loro collega".
Non sono passate inosservate le ultime dichiarazioni dell'assessore Felice Lafabiana, delegato al personale amministrativo, che di recente sulla sua pagina facebook, ha accusato i dipendenti comunali di non essere "grintosi, disponibili e propensi al lavoro" ed esprimendo "totale disapprovazione e sconforto" per determinati atteggiamenti. Lafabiana, tuttavia, esprimeva a margine del suo pensiero "gratitudine nei confronti dei dipendenti che insieme a questa amministrazione credono nella difficilissima battaglia del cambiamento".
Parole di compiacimento che però non hanno evitato all'assessore di finire in un vortice di critiche.
Il primo a scagliarsi contro l'atteggiamento dell'assessore Lafabiana è stato Vincenzo Varrese che nella sua duplice veste di consigliere comunale e sindacalista ha stigmatizzato il commento dell'assessore definendolo "sconcertante" e fatto di "dichiarazioni allucinanti, generiche e demagogiche che stanno scatenando una campagna denigratoria nei confronti di tutto il personale comunale". Motivo per cui il consigliere ha invitato il primo cittadino Alesio Valente a "prendere le distanze dal merito e dal metodo usato dall'assessore nel suo attacco a mezzo facebook, e nel caso di affidare un compito così gravoso e delicato ad altri, più sensibili e motivati nello svolgimento di questa delicata funzione pubblica".
Richiesta a cui è seguito un documento ufficiale delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil nel quale si esprime "il totale dissenso sui contenuti e sulle modalità adottate dall'assessore, stigmatizzandone il comportamento e chiedono un immediato e definitivo intervento al fine di evitare l'avvio di una ingiustificata e immeritata campagna denigratoria nei confronti dei dipendenti comunali".
Sotto attacco, oltre alle modalità utilizzate dall'assessore, anche la genericità delle sue affermazioni che rischiano di ingenerare malcontento nei confronti dell'intera macchina amministrativa.
"Forse sfugge all'assessore- si legge ancora nel documento inviato a palazzo di città – che il Comune di Gravina dovrebbe avere nel proprio organico 329 unità in servizio, mentre i dipendenti sono meno di 120, quasi un terzo della forza lavoro necessaria. Pertanto sui lavoratori ricade un carico di lavoro che è quasi tre volte quello ordinario" evidenziano le organizzazioni sindacali.
Tuttavia, senza dimenticare che i "furbetti" sono tipici di ogni ambiente di lavoro e senza voler santificare i dipendenti pubblici, Cgil, Cisl e Uil sottolineano "che se qualche lavoratore non fa il proprio dovere spetta al dirigente competente intervenire sul singolo lavoratore secondo quanto definito dal contratto nazionale di lavoro". Intervenire con richiami, ammonizioni ma stando ben attenti a non sollevare polveroni mediatici "cogliendo l'occasione per ringraziare quei lavoratori che con tanto spirito di sacrificio contribuiscono a mandare avanti questo paese".
Lafabiana dal canto suo si difende spiegando che il suo precedente sfogo non era una critica indiscriminata ma la volontà "da buon padre di famiglia di richiamare al dovere qualche figliol prodigo, impartendogli un semplice scappellotto anziché una fustigazione, cosi come richiestomi". L'assessore ribadisce che le sue parole erano rivolte solo a quei dipendenti che non sempre svolgono a pieno il proprio compito mentre gli impiegati ligi al dovere "non possono essersi sentiti offesi dalle mie parole quanto piuttosto dal comportamento lavativo di qualche loro collega".