Territorio
Sorprendenti scoperte nei sotterranei del nostro castello federiciano
graffiti nell'ipogeo
Gravina - sabato 6 luglio 2024
Assodato che il progettista del nostro castello non è il solito Fuccio, cucinato in tutte le salse dai cuochi del sapere e dello scibile storico, medievista, bibliografico, come ho avuto modo di dimostrare nel corso della puntata del 4 luglio scorso, della rubrica che curo per Gravinalife, Passeggiando con la storia, è il caso di fare riferimento a nuovi studi, ricerche, approfondimenti, analisi, effettuati all'interno del maniero federiciano, negli ipogei, per risalire ad alcuni segni, graffiti, misteriose opere d'arte, che fanno di quel sito una Gravina sotterranea vera, reale, non effimera, non posticcia; tutta da scoprire, valorizzare e fruire nella originalità di un percorso che potrebbe giungere fino al riconoscimento di natura mondiale.
Non è notorio a tutti cosa e quanto stia avvenendo all'interno di quei muri. Ecco una sintesi progettuale, anche alla luce di uno spettro più ampio, ed operativa emersa finora e sull'attuale stato dei luoghi.
Da diversi mesi, infatti, il Team del progetto Graff-IT sta eseguendo la schedatura estensiva dei graffiti d'Italia, databili all'epoca medievale e alla prima età moderna, che è finalizzata alla realizzazione del primo database dei graffiti italiani, nonché allo studio e alla valorizzazione delle evidenze materiali della cultura scritta, trasmessa da fonti testuali e figurative a carattere "non ufficiale".
Il progetto ERC AdvGrant Graff-IT mira a sviluppare un nuovo approccio interdisciplinare allo studio dei graffiti italiani medievali e rinascimentali (VII-XVI secolo) come fonte storica. I graffiti sono qui intesi come una forma di scrittura, talvolta mista a motivi figurativi, realizzata su una superficie non destinata principalmente a questo scopo mediante uno strumento occasionale, indipendentemente dalla tecnica utilizzata e al di là della dipendenza dello scrittore da un'autorità. In Italia sono centinaia i siti monumentali e naturali che conservano graffiti, la maggior parte dei quali sono ancora indecifrati o studiati solo marginalmente.
Il Progetto, quindi, rappresenta il primo tentativo di censire e indagare questo immensamente ricco corpus di fonti attraverso la lente della Paleografia, con l'obiettivo generale di affermare la piena dignità dei graffiti come fonti scritte e di integrarli nell'ambito del pensiero e della pratica storiografica. Una novità in questo progetto è l'idea di considerare i graffiti solo come una parte del loro contesto culturale, e di conseguenza come una componente essenziale del sistema di comunicazione del loro tempo.
I graffiti ci consentono di accedere alla visione del mondo degli individui del passato. Questo spiega perché il progetto Graff-IT vuole esaminare i graffiti nella loro multiforme complessità (scrittura, immagine, linguaggio e aspetti materiali) e in relazione a tutti i tipi di media scritti all'interno di specifici quadri spazio-temporali e di produzione sociale. In questo modo sarà possibile fare maggiore luce sulla natura e sul ruolo dei graffiti nella cultura medievale e della prima età moderna, riportando così al centro della ricerca scientifica una storia dei segni che rivendica il suo giusto posto nell'ancora troppo rigida classificazione delle fonti storiche.
Alcuni giorni fa la dottoressa Sabrina Centonze dell'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara ha eseguito delle analisi autoptiche e dei rilievi fotografici sui graffiti del Castello di Gravina. Il materiale di studio confluisce nel Database del progetto "Graff-IT: Writing on the Margins. Graffiti in Italy 7th-16th c.", finanziato dall'European Research Council (ERC-2020-AdG Graff-IT GA n° 1010206123 https://graffitproject.eu) e di cui è responsabile scientifico Carlo Tedeschi, Professore Ordinario di Paleografia presso la stessa Università.
Una prima opinione sul sopralluogo può essere racchiusa così, con le seguenti parole e con alcune foto dello studio fotografico Rinaldi: "Da un primo rilievo - spiega la dott.ssa Sabrina Centonze - abbiamo potuto appurare che il 95 per cento dei graffiti presenti è di tipo figurativo e di non immediata interpretazione, in quanto necessitano di essere contestualizzati nel periodo di riferimento; si tratta in ogni caso di scene concatenate tra loro. Per il resto, vi è la presenza di graffiti alfabetici medievali in lingua araba e latina, a conferma della compresenza di più culture che in periodo svevo era consuetudine.
Il Castello federiciano di Gravina, prosegue la studiosa e ricercatrice universitaria, è un caso di studio molto interessante, in quanto possiede dei graffiti eseguiti a "sanguigna" in una cisterna ipogea. Nello specifico dovrebbe trattarsi di un pigmento di ocra rossa che abbonda nelle aree carsiche murgiane, steso sulle pareti dell'ipogeo nel momento in cui la sua funzione come scorta d'acqua a servizio del Castello era cessata. La rappresentazione di segni alfabetici, figurativi e stemmi araldici è complessa e articolata, e sarà ora sottoposta ad analisi paleografica e iconologica".
Non è notorio a tutti cosa e quanto stia avvenendo all'interno di quei muri. Ecco una sintesi progettuale, anche alla luce di uno spettro più ampio, ed operativa emersa finora e sull'attuale stato dei luoghi.
Da diversi mesi, infatti, il Team del progetto Graff-IT sta eseguendo la schedatura estensiva dei graffiti d'Italia, databili all'epoca medievale e alla prima età moderna, che è finalizzata alla realizzazione del primo database dei graffiti italiani, nonché allo studio e alla valorizzazione delle evidenze materiali della cultura scritta, trasmessa da fonti testuali e figurative a carattere "non ufficiale".
Il progetto ERC AdvGrant Graff-IT mira a sviluppare un nuovo approccio interdisciplinare allo studio dei graffiti italiani medievali e rinascimentali (VII-XVI secolo) come fonte storica. I graffiti sono qui intesi come una forma di scrittura, talvolta mista a motivi figurativi, realizzata su una superficie non destinata principalmente a questo scopo mediante uno strumento occasionale, indipendentemente dalla tecnica utilizzata e al di là della dipendenza dello scrittore da un'autorità. In Italia sono centinaia i siti monumentali e naturali che conservano graffiti, la maggior parte dei quali sono ancora indecifrati o studiati solo marginalmente.
Il Progetto, quindi, rappresenta il primo tentativo di censire e indagare questo immensamente ricco corpus di fonti attraverso la lente della Paleografia, con l'obiettivo generale di affermare la piena dignità dei graffiti come fonti scritte e di integrarli nell'ambito del pensiero e della pratica storiografica. Una novità in questo progetto è l'idea di considerare i graffiti solo come una parte del loro contesto culturale, e di conseguenza come una componente essenziale del sistema di comunicazione del loro tempo.
I graffiti ci consentono di accedere alla visione del mondo degli individui del passato. Questo spiega perché il progetto Graff-IT vuole esaminare i graffiti nella loro multiforme complessità (scrittura, immagine, linguaggio e aspetti materiali) e in relazione a tutti i tipi di media scritti all'interno di specifici quadri spazio-temporali e di produzione sociale. In questo modo sarà possibile fare maggiore luce sulla natura e sul ruolo dei graffiti nella cultura medievale e della prima età moderna, riportando così al centro della ricerca scientifica una storia dei segni che rivendica il suo giusto posto nell'ancora troppo rigida classificazione delle fonti storiche.
Alcuni giorni fa la dottoressa Sabrina Centonze dell'Università degli Studi "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara ha eseguito delle analisi autoptiche e dei rilievi fotografici sui graffiti del Castello di Gravina. Il materiale di studio confluisce nel Database del progetto "Graff-IT: Writing on the Margins. Graffiti in Italy 7th-16th c.", finanziato dall'European Research Council (ERC-2020-AdG Graff-IT GA n° 1010206123 https://graffitproject.eu) e di cui è responsabile scientifico Carlo Tedeschi, Professore Ordinario di Paleografia presso la stessa Università.
Una prima opinione sul sopralluogo può essere racchiusa così, con le seguenti parole e con alcune foto dello studio fotografico Rinaldi: "Da un primo rilievo - spiega la dott.ssa Sabrina Centonze - abbiamo potuto appurare che il 95 per cento dei graffiti presenti è di tipo figurativo e di non immediata interpretazione, in quanto necessitano di essere contestualizzati nel periodo di riferimento; si tratta in ogni caso di scene concatenate tra loro. Per il resto, vi è la presenza di graffiti alfabetici medievali in lingua araba e latina, a conferma della compresenza di più culture che in periodo svevo era consuetudine.
Il Castello federiciano di Gravina, prosegue la studiosa e ricercatrice universitaria, è un caso di studio molto interessante, in quanto possiede dei graffiti eseguiti a "sanguigna" in una cisterna ipogea. Nello specifico dovrebbe trattarsi di un pigmento di ocra rossa che abbonda nelle aree carsiche murgiane, steso sulle pareti dell'ipogeo nel momento in cui la sua funzione come scorta d'acqua a servizio del Castello era cessata. La rappresentazione di segni alfabetici, figurativi e stemmi araldici è complessa e articolata, e sarà ora sottoposta ad analisi paleografica e iconologica".