Cronaca
Spuntano debiti non censiti: salta la seduta di bilancio
Il voto in aula slitta ai primi di settembre. E l'assessorato striglia gli uffici: "Non si fa così".
Gravina - venerdì 2 agosto 2013
15.15
Passi per il mezzo milione di euro che l'Acquedotto Pugliese da tempo reclama nei riguardi del Comune di Gravina: quelle somme, per gran parte già oggetto di contestazione da parte dell'ufficio legale, quasi non contano per gli strumenti contabili, che prendono in considerazione solo entrate ed uscite certe. Ma sulle bollette di acqua e luce è buio pesto. O, se preferite, deserto della logica: perchè il Comune non le ha pagate?
Se lo sono chiesti anche in via Vittorio Veneto, tanto che dalle stanze dell'assessorato alle finanze sarebbe partita una nota alquanto piccata all'indirizzo dei vari uffici municipali, invitati a fornire spiegazioni ed a correre ai ripari. Una missiva tutt'altro che di circostanza: per quelle bollette non pagate sarà necessario rimettere mano al bilancio di previsione, già licenziato nelle settimane passate dalla giunta a guida Valente, peraltro al costo di forti polemiche casalinghe con l'Udc, scesa in campo a reclamare un maggior coinvolgimento preventivo nelle scelte programmatiche dell'amministrazione comunale.
In consiglio, lo sapevano ormai anche le pietre, il previsionale sarebbe dovuto approdare l'8 agosto. Tanto che già le opposizioni cannoneggiavano sulla data prescelta: "Vogliono farlo a ferragosto - tuonava Rino Vendola - perchè deve essere quasi clandestino. La convocazione di mattina: così niente pubblico, niente informazione. Meno rompiscatole ci saranno, meglio sarà per tutti". Nemmeno il leader dell'opposizione, però, poteva immaginare che sotto la canicola agostana si sarebbe poi materializzato il colpo di scena. Un paio di giorni addietro, dal collegio dei revisori dei conti è giunto lo stop. Con sollecitazione a fare meglio i conti in relazione ad alcune partite debitorie, inizialmente sfuggite anche ai revisori (poi misteriosamente folgorati sulla via di Damasco) che al bilancio avevano già dato, nero su bianco, il proprio via libera.
Sul tappeto, adesso, ci sarebbero un mezzo milione di euro reclamato dall'Acquedotto per lavori eseguiti in diverse annate, ma disconosciuti (almeno parzialmente, a quanto pare) dall'ente. E poi, all'incirca, altri 200.000 euro per forniture di servizi, per lo più ancora Acquedotto ed Enel, relative ad un ampio periodo temporale, che partirebbe dal 2005 ma abbraccerebbe anche il 2012 ed il 2013. "Per chiarire la situazione - spiegano da Palazzo di città - abbiamo avviato una ricognizione per verificare se e quanto sia effettivamente dovuto e definire così la vicenda". Pure perchè se le pretese dovessero trovare fondamento, allora bisognerebbe procedere al loro riconoscimento come debiti fuori bilancio ma senza patemi d'animo: "C'è la liquidità indispensabile per far fronte all'occorrenza", si rassicura.
Intanto, però, il bilancio (che appena ieri aveva incassato il sì di Cgil, Cisl e Uil) torna ai box. E la conferenza dei capigruppo, riunitasi nella mattinata di oggi, preso atto del bisogno di ulteriori, obbligati approfondimenti, ha già definito le prossime tappe: entro fine agosto i presidenti dei gruppi consiliari torneranno a riunirsi per calendarizzare la seduta di consiglio (probabilmente per i primi di settembre) nel corso della quale l'assemblea potrà determinarsi sul previsionale.
Resta il mistero: perchè, negli anni, alcune (molte?) bollette pubbliche non sarebbero state regolarmente onorate? "Prima le utenze erano sparpagliate tra i vari uffici. Dallo scorso maggio le abbiamo ricondotte tutte in capo all'ufficio patrimonio, proprio per evitare la polverizzazione delle competenze e situazioni simili", si giustificano dal Comune.
Pezza a colori e buco tappato: adesso si può andare in ferie.
Se lo sono chiesti anche in via Vittorio Veneto, tanto che dalle stanze dell'assessorato alle finanze sarebbe partita una nota alquanto piccata all'indirizzo dei vari uffici municipali, invitati a fornire spiegazioni ed a correre ai ripari. Una missiva tutt'altro che di circostanza: per quelle bollette non pagate sarà necessario rimettere mano al bilancio di previsione, già licenziato nelle settimane passate dalla giunta a guida Valente, peraltro al costo di forti polemiche casalinghe con l'Udc, scesa in campo a reclamare un maggior coinvolgimento preventivo nelle scelte programmatiche dell'amministrazione comunale.
In consiglio, lo sapevano ormai anche le pietre, il previsionale sarebbe dovuto approdare l'8 agosto. Tanto che già le opposizioni cannoneggiavano sulla data prescelta: "Vogliono farlo a ferragosto - tuonava Rino Vendola - perchè deve essere quasi clandestino. La convocazione di mattina: così niente pubblico, niente informazione. Meno rompiscatole ci saranno, meglio sarà per tutti". Nemmeno il leader dell'opposizione, però, poteva immaginare che sotto la canicola agostana si sarebbe poi materializzato il colpo di scena. Un paio di giorni addietro, dal collegio dei revisori dei conti è giunto lo stop. Con sollecitazione a fare meglio i conti in relazione ad alcune partite debitorie, inizialmente sfuggite anche ai revisori (poi misteriosamente folgorati sulla via di Damasco) che al bilancio avevano già dato, nero su bianco, il proprio via libera.
Sul tappeto, adesso, ci sarebbero un mezzo milione di euro reclamato dall'Acquedotto per lavori eseguiti in diverse annate, ma disconosciuti (almeno parzialmente, a quanto pare) dall'ente. E poi, all'incirca, altri 200.000 euro per forniture di servizi, per lo più ancora Acquedotto ed Enel, relative ad un ampio periodo temporale, che partirebbe dal 2005 ma abbraccerebbe anche il 2012 ed il 2013. "Per chiarire la situazione - spiegano da Palazzo di città - abbiamo avviato una ricognizione per verificare se e quanto sia effettivamente dovuto e definire così la vicenda". Pure perchè se le pretese dovessero trovare fondamento, allora bisognerebbe procedere al loro riconoscimento come debiti fuori bilancio ma senza patemi d'animo: "C'è la liquidità indispensabile per far fronte all'occorrenza", si rassicura.
Intanto, però, il bilancio (che appena ieri aveva incassato il sì di Cgil, Cisl e Uil) torna ai box. E la conferenza dei capigruppo, riunitasi nella mattinata di oggi, preso atto del bisogno di ulteriori, obbligati approfondimenti, ha già definito le prossime tappe: entro fine agosto i presidenti dei gruppi consiliari torneranno a riunirsi per calendarizzare la seduta di consiglio (probabilmente per i primi di settembre) nel corso della quale l'assemblea potrà determinarsi sul previsionale.
Resta il mistero: perchè, negli anni, alcune (molte?) bollette pubbliche non sarebbero state regolarmente onorate? "Prima le utenze erano sparpagliate tra i vari uffici. Dallo scorso maggio le abbiamo ricondotte tutte in capo all'ufficio patrimonio, proprio per evitare la polverizzazione delle competenze e situazioni simili", si giustificano dal Comune.
Pezza a colori e buco tappato: adesso si può andare in ferie.