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Territorio

Stato di crisi per l’edilizia pugliese

L’associazione di categoria chiede alle amministrazioni pubbliche di sbloccare appalti e pagamenti

L'edilizia pugliese chiede aiuto.

I presidenti di Ance Puglia e delle cinque associazioni territoriali di Ance, l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, denunciano ancora una volta una situazione insostenibile per il comparto, già penalizzato per il crollo degli investimenti, sia nel comparto pubblico che privato. A dare il colpo di grazia al settore - che in Puglia dal 2009 ha perso 30.000 occupati e migliaia di imprese - l'estrema lentezza delle pubbliche amministrazioni nel cantierizzare lavori in molti casi già finanziati (come i 150 milioni non ancora spesi per fronteggiare il rischio idrogeologico) e i cronici ritardi nel pagare lavori eseguiti da tempo (sono circa 260 i milioni di euro non liquidati a causa dei vincoli del patto di stabilità).

Ance Puglia sta conducendo uno studio per individuare tutte le opere finanziate ma non avviate e per quantificare il numero di addetti che potrebbe essere occupato se questi cantieri partissero; questi dati saranno resi noti ai rappresentanti delle istituzioni che saranno invitati al tavolo di crisi che l'associazione intende avviare nella prima decade di marzo.

Per far fronte al gravissimo stato di crisi, l'associazione proporrà in quell'occasione alla Regione Puglia l'adozione di una legislazione di emergenza che coinvolga tutti i livelli della macchina amministrativa di ogni ente locale, volta a snellire profondamente gli iter autorizzativi in modo che le opere finanziate possano tradursi velocemente in cantieri, nonché ad accelerare le procedure di pagamento.
crisi dell'edilizia: ance puglia chiede legislazione di emergenza per sbloccare lavori e pagamenti.

"Le notizie critiche riguardanti numerose imprese di costruzioni della regione, alle quali va la solidarietà e il sostegno dell'associazione - dichiara Nicola Delle Donne, presidente di Ance Puglia - sono il segno che tutto il sistema sta franando; dalle grandi alle piccole e medie imprese, dai subappaltatori ai fornitori, si è arrivati al punto di non ritorno. Le pubbliche amministrazioni devono essere consapevoli che la loro intollerabile lentezza nelle procedure autorizzative e nel cantierizzare opere già finanziate è causa diretta di fallimenti di imprese e perdita di posti di lavoro. Non c'è davvero più tempo: le pubbliche amministrazioni devono cantierizzare tutti i lavori cantierizzabili e pagare tutto ciò che è pagabile, anche venendo meno ai vincoli del patto di stabilità. L'alternativa è la perdita di un apprezzato e conosciuto patrimonio imprenditoriale nonché di qualificate maestranze".
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