Palazzo di città
Stop ai contratti in proroga
La segreteria generale scrive agli assessori. Il sindaco risponde alle minoranze: "Sempre rispettata la legge".
Gravina - sabato 6 aprile 2013
09.15
Le opposizioni, appena tre giorni fa, avevano gridato al golpe bianco contrattualistico: "Si va di proroga in proroga, senza più passare per i bandi: porteremo le carte in Procura", annunciava il consigliere Angelo Petrara. Ma prima di loro a mettere un punto era stata la segreteria generale del Comune.
Il dato emerge solo ora, ma fa notizia. La storia è quella dei contratti attraverso i quali il Municipio regola i suoi rapporti con i fornitori di servizi pubblici primari, dalla mensa al trasporto scolastici, passando per la pubblica illuminazione e la gestione dei parcheggi a pagamento. Tutti scaduti e tutti oggetto, negli ultimi dieci mesi, di una o, in qualche caso, più proroghe. Quanto meno anomalo, secondo le minoranze, che hanno anticipato l'intenzione di ricorrere alla magistratura. Nella norma, secondo Palazzo di città.
Eppure, in mezzo alle distinte campane politiche, che quasi come per spartito preso intonano note differenti e contrastanti, sta un fatto tecnico. Meglio, una carta scritta. Qualcuno, a Palazzo di città, la chiama circolare. Poche righe, fatte recapitare nei giorni scorsi agli assessori dal segretario comunale Monica Calzetta "per caldeggiare una maggiore attenzione nella programmazione ed evitare il ricorso allo strumento della proroga", si lascia sfuggire uno dei destinatari della missiva. Ma della questione nessuno parla. Bocche sigillate in giunta. Anche negli uffici il silenzio è d'oro. "La segretaria è impegnata in giunta. Provi a richiamare più tardi", rispondono cortesi venerdì, quando ancora la mattinata è a metà, dalla segreteria comunale. Peccato che poi, per ore, fino al pomeriggio inoltrato, i telefoni squillino invano.
Eppure, la lettera c'è. E che esista non lo smentisce neppure il sindaco, che però dice di non averla letta. E così restano senza risposta i dubbi. Uno in particolare: perchè ricordare e sottolineare ciò che semplicemente è legge (la fattispecie della prorogatio è ammessa dall'ordinamento, ma in circostanze limitate e nel rispetto di rigidi requisiti) e, soprattutto, perchè farlo solo ora, dopo tante proroghe? Alesio Valente si smarca subito "dalle questioni burocratiche, che non mi competono", accettando di offrire solo una visione politica della vicenda: "Alle proroghe abbiamo fatto ricorso perchè costretti dal bisogno di continuare a garantire i servizi pubblici, nelle more dell'espletamento delle varie gare nel frattempo indette. In molti casi, mi preme precisare, si è trattato di affidamenti in proroga di breve durata preceduti da gare informali, sempre in attesa dell'espletamento delle nuove gare d'appalto: così è stato, ad esempio, per il trasporto degli studenti e per la pubblica illuminazione". Perchè allora l'opposizione grida allo scandalo e minaccia denunce? "Per quanto che mi riguarda", ribatte il primo cittadino, "tutto è stato fatto secondo le regole: ogni proroga è stata decisa di fronte a condizioni di oggettiva necessità. Dunque, siamo sereni".
Il dato emerge solo ora, ma fa notizia. La storia è quella dei contratti attraverso i quali il Municipio regola i suoi rapporti con i fornitori di servizi pubblici primari, dalla mensa al trasporto scolastici, passando per la pubblica illuminazione e la gestione dei parcheggi a pagamento. Tutti scaduti e tutti oggetto, negli ultimi dieci mesi, di una o, in qualche caso, più proroghe. Quanto meno anomalo, secondo le minoranze, che hanno anticipato l'intenzione di ricorrere alla magistratura. Nella norma, secondo Palazzo di città.
Eppure, in mezzo alle distinte campane politiche, che quasi come per spartito preso intonano note differenti e contrastanti, sta un fatto tecnico. Meglio, una carta scritta. Qualcuno, a Palazzo di città, la chiama circolare. Poche righe, fatte recapitare nei giorni scorsi agli assessori dal segretario comunale Monica Calzetta "per caldeggiare una maggiore attenzione nella programmazione ed evitare il ricorso allo strumento della proroga", si lascia sfuggire uno dei destinatari della missiva. Ma della questione nessuno parla. Bocche sigillate in giunta. Anche negli uffici il silenzio è d'oro. "La segretaria è impegnata in giunta. Provi a richiamare più tardi", rispondono cortesi venerdì, quando ancora la mattinata è a metà, dalla segreteria comunale. Peccato che poi, per ore, fino al pomeriggio inoltrato, i telefoni squillino invano.
Eppure, la lettera c'è. E che esista non lo smentisce neppure il sindaco, che però dice di non averla letta. E così restano senza risposta i dubbi. Uno in particolare: perchè ricordare e sottolineare ciò che semplicemente è legge (la fattispecie della prorogatio è ammessa dall'ordinamento, ma in circostanze limitate e nel rispetto di rigidi requisiti) e, soprattutto, perchè farlo solo ora, dopo tante proroghe? Alesio Valente si smarca subito "dalle questioni burocratiche, che non mi competono", accettando di offrire solo una visione politica della vicenda: "Alle proroghe abbiamo fatto ricorso perchè costretti dal bisogno di continuare a garantire i servizi pubblici, nelle more dell'espletamento delle varie gare nel frattempo indette. In molti casi, mi preme precisare, si è trattato di affidamenti in proroga di breve durata preceduti da gare informali, sempre in attesa dell'espletamento delle nuove gare d'appalto: così è stato, ad esempio, per il trasporto degli studenti e per la pubblica illuminazione". Perchè allora l'opposizione grida allo scandalo e minaccia denunce? "Per quanto che mi riguarda", ribatte il primo cittadino, "tutto è stato fatto secondo le regole: ogni proroga è stata decisa di fronte a condizioni di oggettiva necessità. Dunque, siamo sereni".