Ponte acquedotto
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La città

Il ponte acquedotto? Soffre il maltempo

Ma il sindaco tranquillizza: "La stabilità è intatta". Non ancora iniziati gli interventi programmati dopo le piogge del 2011

Costruito nel '700 per portare in città le acque della sorgente di Sant'Angelo, e rimaneggiato a metà del secolo successivo in seguito ad una alluvione, il ponte acquedotto "Madonna la Stella" è forse il simbolo più rappresentativo di Gravina. Ed è stata ancora un all'alluvione, o qualcosa di molto simile, a metterne a dura prova la stabilità anche in tempi recenti: era infatti l'1 marzo del 2011 quando le acque torrenziali erodevano la base del pilastro che ne regge le arcate.

Più di un anno è passato da quel giorno, e il pericolo potrebbe ripresentarsi a seguito di eventuali, eccezionali ondate di maltempo. Secondo il dirigente dell'ufficio tecnico comunale, Michele Stasi, "i problemi inerenti il ponte acquedotto riguarderebbero la sua stabilità solo nel caso in cui si dovesse verificare un evento temporalesco di intensità notevole, con afflusso di notevoli quantità d'acqua che potrebbero causare seri danni. So che c'è un problema che investe un bene della collettività e l'amministrazione dovrebbe intervenire, e da sei mesi che stiamo aspettando risposte. A seguito della presentazione della relazione da parte dell'università che mi sono trovato a gestire in corso d'opera, i problemi erano stati presentati in primis al commissario prefettizio Ciro Trotta, che alla scadenza del suo mandato ha demandato al sindaco Valente le incombenze del suo mandato".

Ed il sindaco, cosa pensa? Chiamato in causa, Valente offre una lettura che nega l'esistenza di pericoli di crollo gravi e imminenti: "La stabilità del ponte è intatta. L'unico problema riguarda uno dei suoi piedi, dal quale si staccarono tufi a seguito dell'alluvione del marzo 2011. A breve saranno effettuati lavori di ripristino per i quali già durante l'amministrazione Divella era stata stanziata una somma da parte del Comune. Ci tengo a chiarire che il ponte era stato transennato non per problemi legati alla sua stabilità, ma per evitare che circolassero troppe persone e mezzi di trasporto".

Parole che rimandano con la memoria al 29 giugno del 2011, quando ad opera dell'amministrazione Divella, su impulso dell'allora assessore ai lavori pubblici Luigi Serangelo, veniva firmato a Palazzo di città un accordo programmatico tra il Comune di Gravina ed il Dipartimento di Strutture, Geotecnica e Geologia applicata dell'Università della Basilicata, scelto perchè tra i più competenti e riconosciuti a livello internazionale.

Agli esperti dell'Università della Basilicata fu affidato l'incarico per la verifica del bene architettonico, l'individuazione dei possibili interventi sul manufatto e in alveo per la riduzione della vulnerabilità stessa al fine di salvaguardarlo e preservarlo. Una risposta forte e concreta che l'amministrazione comunale di allora e quella di oggi hanno voluto suggellare per preservare un importante pezzo della sua storia dall'incuria, dagli agenti atmosferici e dal degrado. Dopo una prima fase in cui con l'ausilio di apparecchiature all'avanguardia sono stati reperiti tutti i dati disponibili, utili a definire le caratteristiche strutturali originarie e le loro eventuali variazioni a seguito di consolidamenti statici, ristrutturazioni funzionali, danni e interventi di riparazione o rafforzamento, il Comune di Gravina ha richiesto specifici finanziamenti per dare seguito all'azione preliminare.

Ad oggi, però, non risulta siano andati oltre. E il ponte resta ad aspettare. Guardando al cielo nella speranza che piova, ma mai troppo, mai tanto.
  • Alesio Valente
  • Ponte acquedotto della gravina
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