La città
TARSU, perché pagare due volte?
Rabbia tra i cittadini. Il sindaco invia una lettera al dirigente dell'Area Finanziaria
Gravina - sabato 24 dicembre 2016
Numerose sono state le segnalazioni inviate dai cittadini alla Redazione in merito agli avvisi di accertamento notificati per presunto omesso o parziale pagamento della TARSU, la Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani risalenti agli anni 2010-2011-2012.
E' datata 9 dicembre 2016, l'interpellanza firmata dal Partito Socialista Italiano in cui si richiedeva al sindaco Alesio Valente "di valutare l'opportunità di interrompere i termini prescritti per il pagamento di tale tassa e, contestualmente, di chiedere, ai preposti uffici, di approfondire e verificare meglio – senza sconti ai furbi – la reale situazione determinata" in quanto non solo diversi pagamenti sono stati dimostrati dai cittadini contribuenti, ma tale situazione rischia di compromettere ulteriormente l'immagine della macchina amministrativa e della politica.
La risposta del primo cittadino arriva in data 20 dicembre con una dura lettera indirizzata al dirigente dell'Area Finanziaria del Comune di Gravina in Puglia con la quale esige chiarimenti sulla vicenda con l'intento di bloccare le cartelle "pazze" che centinaia, o forse migliaia, di cittadini hanno ricevuto dalla ditta incaricata di riscuotere i tributi con la richiesta di dare prova dell'avvenuto pagamento della tassa e, in assenza di certificazioni, di provvedere al pagamento senza ritardo per non dover pagare anche l'aggravio di spesa pari a €5,35. Oltre al danno anche la beffa.
Convinto che la lotta vada fatta contro gli "evasori" e non scomodando chi correttamente paga, nella lettera il sindaco Valente tuona: "Tale modo di procedere non solo non può trovare condivisione ma mi preoccupa e per alcuni versi mi indigna, dal momento che attraverso il modus procedendi descritto non si fa altro che riversare indiscriminatamente sui cittadini, anche su quelli non morosi, un onere della prova che dovrebbe invece essere compito dell'apparato burocratico assolvere, specie dopo i processi di informatizzazione degli uffici e l'affidamento a società esterna del compito di gestione delle fasi di accertamento e riscossione dei tributi".
Ora si attende un riscontro urgente per sbrogliare i fili della matassa che, nelle scorse settimane, ha attanagliato la cittadinanza di Gravina.
E' datata 9 dicembre 2016, l'interpellanza firmata dal Partito Socialista Italiano in cui si richiedeva al sindaco Alesio Valente "di valutare l'opportunità di interrompere i termini prescritti per il pagamento di tale tassa e, contestualmente, di chiedere, ai preposti uffici, di approfondire e verificare meglio – senza sconti ai furbi – la reale situazione determinata" in quanto non solo diversi pagamenti sono stati dimostrati dai cittadini contribuenti, ma tale situazione rischia di compromettere ulteriormente l'immagine della macchina amministrativa e della politica.
La risposta del primo cittadino arriva in data 20 dicembre con una dura lettera indirizzata al dirigente dell'Area Finanziaria del Comune di Gravina in Puglia con la quale esige chiarimenti sulla vicenda con l'intento di bloccare le cartelle "pazze" che centinaia, o forse migliaia, di cittadini hanno ricevuto dalla ditta incaricata di riscuotere i tributi con la richiesta di dare prova dell'avvenuto pagamento della tassa e, in assenza di certificazioni, di provvedere al pagamento senza ritardo per non dover pagare anche l'aggravio di spesa pari a €5,35. Oltre al danno anche la beffa.
Convinto che la lotta vada fatta contro gli "evasori" e non scomodando chi correttamente paga, nella lettera il sindaco Valente tuona: "Tale modo di procedere non solo non può trovare condivisione ma mi preoccupa e per alcuni versi mi indigna, dal momento che attraverso il modus procedendi descritto non si fa altro che riversare indiscriminatamente sui cittadini, anche su quelli non morosi, un onere della prova che dovrebbe invece essere compito dell'apparato burocratico assolvere, specie dopo i processi di informatizzazione degli uffici e l'affidamento a società esterna del compito di gestione delle fasi di accertamento e riscossione dei tributi".
Ora si attende un riscontro urgente per sbrogliare i fili della matassa che, nelle scorse settimane, ha attanagliato la cittadinanza di Gravina.