La città
Trasporto scolastico: è scontro
Le ditte gravinesi denunciano anomalie nell'affidamento alla Tra.da. Il Comune ribatte: "Rispettata la legge".
Gravina - lunedì 3 giugno 2013
9.20
Continua a far discutere l'affidamento del servizio di trasporto scolastico.
A sei mesi dalla pubblicazione del bando e a poche settimane dall'affidamento definitivo in favore del consorzio Tra.Da, dopo le polemiche di campanile, arrivano anche le carte bollate. L'altra impresa che ha partecipato al bando, infatti, l'Ati tutta gravinese formata dalle aziende Strecapede e Topputo, ha presentato a Palazzo di città formale richiesta "di revoca in autotutela del provvedimento per l'affidamento definitivo al Consorzio Tra.Da". Richiesta derivante dalla convinzione che l'associazione di imprese gravinese sia stata vittima di un "clamoroso errore, anche indotto, commesso da quanti a vario titolo hanno valutato, forse con molta superficialità, la documentazione e le dichiarazioni fornite dal Consorzio Tra.Da".
Gli errori, secondo i richiedenti, andrebbero ricercati nella valutazione non tanto della proposta economica, quanto dell'offerta tecnica presentata dalle due imprese. Nel capitolato di gara, infatti, tra i requisiti essenziali finalizzati all'aggiudicazione del servizio, l'amministrazione comunale chiedeva "il possesso, a titolo di proprietà o disponibilità, di due scuolabus, almeno euro 4, in caso di aggiudicazione. Nello specifico, almeno uno degli scuolabus deve essere attrezzato con sponda per trasporto diversamente abili, con una capienza di almeno n. 1 carrozzina e dotato di una pedana sollevatrice idonea per il servizio di trasporto dei diversamente abili, regolarmente omologata". Mezzi che, a detta dell'avvocato Lello Strecapede, legale dell'Ati cittadina, la ditta Tra.Da non avrebbe a disposizione, avendo certificato il possesso di un solo scuolabus, invece che due, e documentando la disponibilità di uno scuolabus "munito di rampa per accesso dei disabili" invece che di una "pedana" come richiesto dalla stazione appaltante. "Sarebbe bastato connettersi al sito web della Mobility Trend - scrive il legale nella sua nota protocollata al Comune - per verificare che la rampa di accesso è cosa diversa dalla pedana sollevatrice". Lo stesso avvocato, inoltre, ricorda che per la medesima gara, nel non lontano 2011, proprio il consorzio Tra.Da fu escluso dalla gara in quanto "non ha la disponibilità di n. 1 scuolabus da adibire al servizio, cosicché - si legge nel verbale di gara dell'8 aprile 2011 - manca il requisito espressamente previsto, a pena di esclusione". Precisazioni che, insieme ad altre, sono state poste ora a base dell'istanza protocollata in Municipio, nella convinzione che la documentazione presentata dalle due aziende sia stata valutata senza una reale verifica da parte della stazione appaltante di tutte le autocertificazioni presentate dalle due imprese.
Il documento inviato a Palazzo di città sembra però essere caduto nel vuoto, nonostante una seconda sollecitazione scritta. "Qui non si tratta di essere a favore o contro qualcuno o qualcosa. La questione attiene alla tutela d'interessi legittimi, palesemente calpestati a seguito di un macroscopico errore commesso da chi oggi probabilmente non ha l'umiltà di ammettere di aver sbagliato", dice Strecapede. "Io sono semplicemente un avvocato che cerca di tutelare i diritti delle mie assistite e se mi permettete anche delle persone che a causa di questo errore hanno perso il loro posto di lavoro. Pensate che la ditta affidataria non ha avuto il buon gusto di assumere nessun gravinese poiché le persone assunte sono tutte di Altamura".
Il rischio a questo punto è che si alzino barricate su entrambi i fronti. Da una parte le imprese che vogliono tutelare il proprio lavoro, dall'altra gli uffici competenti che difendono il proprio operato. Intanto l'avvocato Strecapede indica una possibile strada per uscire dall'impasse: "Il Comune di Gravina ha un ufficio legale di altissimo profilo, sia umano che professionale. Ebbene, rivolgo un appello al Sindaco, affinché chieda al suo ufficio legale un parere in merito ai fatti accaduti".
Intanto il dirigente dell'ufficio preposto, Amedeo Visci, contattato telefonicamente si dice molto impegnato e impossibilitato a dare risposte. Ma prima di prima di mettere giù la cornetta fa in tempo a ribadire: "Abbiamo rispettato tutte le procedure di legge".
A sei mesi dalla pubblicazione del bando e a poche settimane dall'affidamento definitivo in favore del consorzio Tra.Da, dopo le polemiche di campanile, arrivano anche le carte bollate. L'altra impresa che ha partecipato al bando, infatti, l'Ati tutta gravinese formata dalle aziende Strecapede e Topputo, ha presentato a Palazzo di città formale richiesta "di revoca in autotutela del provvedimento per l'affidamento definitivo al Consorzio Tra.Da". Richiesta derivante dalla convinzione che l'associazione di imprese gravinese sia stata vittima di un "clamoroso errore, anche indotto, commesso da quanti a vario titolo hanno valutato, forse con molta superficialità, la documentazione e le dichiarazioni fornite dal Consorzio Tra.Da".
Gli errori, secondo i richiedenti, andrebbero ricercati nella valutazione non tanto della proposta economica, quanto dell'offerta tecnica presentata dalle due imprese. Nel capitolato di gara, infatti, tra i requisiti essenziali finalizzati all'aggiudicazione del servizio, l'amministrazione comunale chiedeva "il possesso, a titolo di proprietà o disponibilità, di due scuolabus, almeno euro 4, in caso di aggiudicazione. Nello specifico, almeno uno degli scuolabus deve essere attrezzato con sponda per trasporto diversamente abili, con una capienza di almeno n. 1 carrozzina e dotato di una pedana sollevatrice idonea per il servizio di trasporto dei diversamente abili, regolarmente omologata". Mezzi che, a detta dell'avvocato Lello Strecapede, legale dell'Ati cittadina, la ditta Tra.Da non avrebbe a disposizione, avendo certificato il possesso di un solo scuolabus, invece che due, e documentando la disponibilità di uno scuolabus "munito di rampa per accesso dei disabili" invece che di una "pedana" come richiesto dalla stazione appaltante. "Sarebbe bastato connettersi al sito web della Mobility Trend - scrive il legale nella sua nota protocollata al Comune - per verificare che la rampa di accesso è cosa diversa dalla pedana sollevatrice". Lo stesso avvocato, inoltre, ricorda che per la medesima gara, nel non lontano 2011, proprio il consorzio Tra.Da fu escluso dalla gara in quanto "non ha la disponibilità di n. 1 scuolabus da adibire al servizio, cosicché - si legge nel verbale di gara dell'8 aprile 2011 - manca il requisito espressamente previsto, a pena di esclusione". Precisazioni che, insieme ad altre, sono state poste ora a base dell'istanza protocollata in Municipio, nella convinzione che la documentazione presentata dalle due aziende sia stata valutata senza una reale verifica da parte della stazione appaltante di tutte le autocertificazioni presentate dalle due imprese.
Il documento inviato a Palazzo di città sembra però essere caduto nel vuoto, nonostante una seconda sollecitazione scritta. "Qui non si tratta di essere a favore o contro qualcuno o qualcosa. La questione attiene alla tutela d'interessi legittimi, palesemente calpestati a seguito di un macroscopico errore commesso da chi oggi probabilmente non ha l'umiltà di ammettere di aver sbagliato", dice Strecapede. "Io sono semplicemente un avvocato che cerca di tutelare i diritti delle mie assistite e se mi permettete anche delle persone che a causa di questo errore hanno perso il loro posto di lavoro. Pensate che la ditta affidataria non ha avuto il buon gusto di assumere nessun gravinese poiché le persone assunte sono tutte di Altamura".
Il rischio a questo punto è che si alzino barricate su entrambi i fronti. Da una parte le imprese che vogliono tutelare il proprio lavoro, dall'altra gli uffici competenti che difendono il proprio operato. Intanto l'avvocato Strecapede indica una possibile strada per uscire dall'impasse: "Il Comune di Gravina ha un ufficio legale di altissimo profilo, sia umano che professionale. Ebbene, rivolgo un appello al Sindaco, affinché chieda al suo ufficio legale un parere in merito ai fatti accaduti".
Intanto il dirigente dell'ufficio preposto, Amedeo Visci, contattato telefonicamente si dice molto impegnato e impossibilitato a dare risposte. Ma prima di prima di mettere giù la cornetta fa in tempo a ribadire: "Abbiamo rispettato tutte le procedure di legge".