Cronaca
Tratti in arresto cinque cittadini stranieri
Il giudice ne dispone la custodia in carcere. Durante la colluttazione, ferita un'operatrice
Gravina - mercoledì 11 luglio 2012
20.00
Sono stati arrestati ieri in città cinque cittadini stranieri di origine sudanese ospiti del centro di accoglienza per immigrati gestito dalla cooperativa sociale "Nuovi Orizzonti", sito in Contrada Murgetta, colti in flagranza di reato di danneggiamento aggravato della medesima struttura, violenza privata e lesioni personali.
Ad intervenire gli agenti del Commissariato di Gravina della polizia di Stato, contattati dal responsabile della struttura che indicava la presenza dei cinque ospiti responsabili della devastazione all'interno di una sala. I cinque, dopo aver danneggiato l'intera struttura, rompendo arredi, sanitari, finestre e porte, rendendo la stessa inagibile in tutti i suoi ambienti, si erano rifugiati in una sala anch'essa completamente danneggiata. Alla base dell'accaduto, a quanto pare, una protesta contro i ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno.
Sembra che un'operatrice della struttura, durante le fasi concitate dell'accaduto, sia stata violentemente spinta e fatta cadere al suolo, riportando ferite guaribili in giorni cinque. Gli arrestati, di età compresa tra i 22 ed i 38 anni e senza fissa dimora, dopo le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Bari.
Aggiornamento delle 20
Gli operatori raccontano che nella mattinata di martedì gli 11 ospiti della struttura della Murgetta sono stati accompagnati in Questura, a Bari, per sollecitare il rilascio del permesso di soggiorno dopo che gli era stato riconosciuto lo status di rifugiati politici. Sembrava tutto a posto, dopo le rassicurazioni ricevute dai funzionari della Questura. Nel pomeriggio, invece, la situazione è degenerata per cause ancora da chiarire.
A placare la furia devastatrice dei 5 cittadini originari del Sudan solo il pronto intervento degli operatori della cooperativa, con la chiusura delle chiavi di sicurezza degli impianti di erogazione del gas metano, quando si sono accorti che le cinque persone avevano sradicato i tubi delle condutture di acqua potabile, fogna e gas. Questo ha evitato ben altre conseguenze anche per gli abitanti della borgata rurale gravinese.
Avendo il giudice monocratico del Tribunale di Bari constatato la pericolosità degli indagati, ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Ad intervenire gli agenti del Commissariato di Gravina della polizia di Stato, contattati dal responsabile della struttura che indicava la presenza dei cinque ospiti responsabili della devastazione all'interno di una sala. I cinque, dopo aver danneggiato l'intera struttura, rompendo arredi, sanitari, finestre e porte, rendendo la stessa inagibile in tutti i suoi ambienti, si erano rifugiati in una sala anch'essa completamente danneggiata. Alla base dell'accaduto, a quanto pare, una protesta contro i ritardi nel rilascio dei permessi di soggiorno.
Sembra che un'operatrice della struttura, durante le fasi concitate dell'accaduto, sia stata violentemente spinta e fatta cadere al suolo, riportando ferite guaribili in giorni cinque. Gli arrestati, di età compresa tra i 22 ed i 38 anni e senza fissa dimora, dopo le formalità di rito, sono stati associati al carcere di Bari.
Aggiornamento delle 20
Gli operatori raccontano che nella mattinata di martedì gli 11 ospiti della struttura della Murgetta sono stati accompagnati in Questura, a Bari, per sollecitare il rilascio del permesso di soggiorno dopo che gli era stato riconosciuto lo status di rifugiati politici. Sembrava tutto a posto, dopo le rassicurazioni ricevute dai funzionari della Questura. Nel pomeriggio, invece, la situazione è degenerata per cause ancora da chiarire.
A placare la furia devastatrice dei 5 cittadini originari del Sudan solo il pronto intervento degli operatori della cooperativa, con la chiusura delle chiavi di sicurezza degli impianti di erogazione del gas metano, quando si sono accorti che le cinque persone avevano sradicato i tubi delle condutture di acqua potabile, fogna e gas. Questo ha evitato ben altre conseguenze anche per gli abitanti della borgata rurale gravinese.
Avendo il giudice monocratico del Tribunale di Bari constatato la pericolosità degli indagati, ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.