La città
Turismo: sì al consorzio
Tra qualche polemica, gli operatori del settore decidono di stare insieme. Parte finalmente il brand Gravina?
Gravina - martedì 19 marzo 2013
14.20
"Chi c'è c'è. Chi non c'è, non c'è"
È questa la sintesi della riunione convocata lunedì sera a Palazzo di città dall'assessore al turismo, Sergio Varvara. All'invito dell'assessore hanno risposto in molti tra operatori turistici, titolari di strutture ricettive ed esperti di comunicazione. In apertura Varvara ha voluto subito chiarire che "questa non è la solita riunione, ma un incontro operativo finalizzato a capire se davvero ci sono le possibilità di creare un consorzio che metta insieme tutti gli operatori del settore. Vogliamo sapere chi ha intenzione di farne parte".
Subito dopo, l'assessore ha spiegato quali sono i primi interventi che l'amministrazione comunale intende mettere in campo, partendo dalla realizzazione dei servizi per i turisti tra cui la segnaletica stradale con tutte le indicazioni per arrivare ai siti di maggiore interesse. In secondo luogo, l'individuazione di un'area destinata all'accoglienza dei turisti, attrezzata con bagni e spazi picnic che sarà probabilmente realizzata nei pressi della fiera di san Giorgio. Area dove quasi sicuramente sarà anche predisposta la sosta dei pullman in arrivo. Ed ancora "vorremmo realizzare una sentieristica illuminata che dalla strada panoramica di Botromagno porta al complesso delle 7 camere".
Dopo le parole di Varvara la riunione prosegue tra mugugni e colpetti di tosse infastiditi. Qualcuno azzarda una polemica: "Sono anni che parliamo, ma qui non si fa mai niente e in realtà non sappiamo nemmeno a chi rivolgerci per visitare Gravina, non sappiamo chi siano questi operatori del settore". Ma l'assessore e gli organizzatori della serata non hanno voglia di perdersi in polemiche per cui Antonio Prota, esperto di turismo e comunicazione e tra le altre cose ideatore del consorzio delle 100 masserie di Crispiano, spiega che "non siamo qui per fare la guerra tra pubblico e privato ma è arrivato il momento che queste due entità si mettano insieme. Anzi, è il privato che deve creare il consorzio e spiegare al pubblico di cosa ha bisogno. Non è più tempo di aspettare l'amministrazione pubblica che deve creare il sistema turistico: ora il percorso è al contrario, sono i privati, coloro che investono che devono dettare, tempi, procedure e obiettivi".
Oronzo Rifino, rappresentante della Confesercenti tenta di spegnere la disputa prima che l'aula si infiammi invitando tutti "a non fare sempre i soliti discorsi, dobbiamo partire dalla consapevolezza che qui non c'è più tempo da perdere". Parole a cui fa eco Francesco Massari, presidente dell'associazione "@tourism" e gestore dell'ufficio di informazione turistica, che ricorda ai presenti "come da tempo abbiamo avviato un dialogo per capire come mettere in rete i siti a nostra disposizione, ci siamo confrontati a lungo ma subito dopo, per problemi personali o di lavoro, ci siamo un po' allontanati anche perché non siamo riusciti a superare lo scoglio della diffidenza reciproca. Ognuno era troppo impegnato a rivendicare quanto è stato fatto nel passato e sono mancate le proposte per il futuro".
Dal canto suo il presidente della fondazione "Pomarici Santomasi", Agostino Giglio, riporta tutti sul tema della serata, "dare vita ad un consorzio", e per centrare l'obiettivo prima striglia i presenti con un ritornello che ripete sin dal giorno del suo insediamento, "perché siamo solo invidiosi e poco costruttivi", ma rammenta "che la Fondazione è un'istituzione e non un'associazione". Un'istituzione che "già gode dei finanziamenti comunali, per cui se l'obiettivo è partire subito, allora la Fondazione si mette a disposizione per costruire questo consorzio, fornendo struttura, personale e monumenti". Dal pubblico parte qualche occhiataccia: "Il presidente vuole gestire i nostri soldi". Giglio, evidentemente, se ne accorge e sbotta: "Con questo non voglio dire che voglio comandare, ma semplicemente mettermi a disposizione, almeno all'inizio, per capire chi siamo e cosa vogliamo fare". Poi il presidente lascia l'aula e si perde la risposta di Piero Amendolara: "Giglio deve gestire i musei, non gli imprenditori". Amendolara sottolinea che la sua associazione si fonda sul volontariato e "noi della Benedetto XIII non abbiamo i soldi per investire. Inoltre con le economie a disposizione non possiamo pensare di trasformare l'impegno di guide turistiche in un lavoro".
La serata scivola via veloce tra chi intende promuovere la città attraverso al partecipazione agli eventi o con siti internet capaci di attirare turisti e chi invece propone di organizzare prima un pacchetto turistico, "almeno uno che funzioni", e poi far partire la promozione. Nessuno però, Varvara compreso, spiega ai presenti che in città sono in arrivo una serie di finanziamenti regionali e comunitari finalizzati a recuperare e ristrutturare molti siti, strade, parchi cittadini. Fondi destinati a migliorare l'aspetto urbanistico ma soprattutto a creare posti di lavoro e una nuova economia.
Alla fine è tempo di contarsi. Pino Topputo, titolare di un'agenzia viaggi, rompe gli indugi: "Io ci sono e sono pronto a spendere dei soldi". Gli fa eco Francesco Dipalo, patron del gruppo "Edilife": "Partiamo tenendo distinte le due realtà: da una parte gli imprenditori, dall'altra il mondo dell'associazionismo. E' giunta l'ora anche di interpellare la Diocesi, ossia i proprietari dei siti e non sempre e solo i gestori". Il sì arriva anche dall'associazione degli studenti dell'indirizzo turistico presso l'istituto tecnico Bachelet, che insieme allo Iat da tempo stanno studiando delle proposte turistiche da mettere subito a disposizione dei visitatori. Alla fine arriva anche l'ok di Nicola Derosa, presidente del consorzio agro alimentare che tra i suoi successi vanta il riconoscimento Dop al pallone di Gravina, che dà il consenso alla creazione del consorzio per sè e per gli altri operatori agro alimentari. Chiude la serata Michele Capone, presidente della Confcommercio e ideatore del consorzio agro alimentare della Murgia, il quale mette a disposizione l'intero consorzio già esistente, "ma è ovvio che se entrano altri imprenditori dovremmo rifare il Cda e votare nuove cariche", precisando che "il turismo non può essere la seconda attività di qualcuno. Dobbiamo capire da subito che bisogna munirsi di personale e di un direttore che lavori solo per il consorzio. Il turismo non si fa nei ritagli di tempo".
E allora che consorzio sia. La settimana prossima una nuova riunione "convocata solo tra coloro che hanno già dato la propria adesione", chiude l'assessore Varvara.
È questa la sintesi della riunione convocata lunedì sera a Palazzo di città dall'assessore al turismo, Sergio Varvara. All'invito dell'assessore hanno risposto in molti tra operatori turistici, titolari di strutture ricettive ed esperti di comunicazione. In apertura Varvara ha voluto subito chiarire che "questa non è la solita riunione, ma un incontro operativo finalizzato a capire se davvero ci sono le possibilità di creare un consorzio che metta insieme tutti gli operatori del settore. Vogliamo sapere chi ha intenzione di farne parte".
Subito dopo, l'assessore ha spiegato quali sono i primi interventi che l'amministrazione comunale intende mettere in campo, partendo dalla realizzazione dei servizi per i turisti tra cui la segnaletica stradale con tutte le indicazioni per arrivare ai siti di maggiore interesse. In secondo luogo, l'individuazione di un'area destinata all'accoglienza dei turisti, attrezzata con bagni e spazi picnic che sarà probabilmente realizzata nei pressi della fiera di san Giorgio. Area dove quasi sicuramente sarà anche predisposta la sosta dei pullman in arrivo. Ed ancora "vorremmo realizzare una sentieristica illuminata che dalla strada panoramica di Botromagno porta al complesso delle 7 camere".
Dopo le parole di Varvara la riunione prosegue tra mugugni e colpetti di tosse infastiditi. Qualcuno azzarda una polemica: "Sono anni che parliamo, ma qui non si fa mai niente e in realtà non sappiamo nemmeno a chi rivolgerci per visitare Gravina, non sappiamo chi siano questi operatori del settore". Ma l'assessore e gli organizzatori della serata non hanno voglia di perdersi in polemiche per cui Antonio Prota, esperto di turismo e comunicazione e tra le altre cose ideatore del consorzio delle 100 masserie di Crispiano, spiega che "non siamo qui per fare la guerra tra pubblico e privato ma è arrivato il momento che queste due entità si mettano insieme. Anzi, è il privato che deve creare il consorzio e spiegare al pubblico di cosa ha bisogno. Non è più tempo di aspettare l'amministrazione pubblica che deve creare il sistema turistico: ora il percorso è al contrario, sono i privati, coloro che investono che devono dettare, tempi, procedure e obiettivi".
Oronzo Rifino, rappresentante della Confesercenti tenta di spegnere la disputa prima che l'aula si infiammi invitando tutti "a non fare sempre i soliti discorsi, dobbiamo partire dalla consapevolezza che qui non c'è più tempo da perdere". Parole a cui fa eco Francesco Massari, presidente dell'associazione "@tourism" e gestore dell'ufficio di informazione turistica, che ricorda ai presenti "come da tempo abbiamo avviato un dialogo per capire come mettere in rete i siti a nostra disposizione, ci siamo confrontati a lungo ma subito dopo, per problemi personali o di lavoro, ci siamo un po' allontanati anche perché non siamo riusciti a superare lo scoglio della diffidenza reciproca. Ognuno era troppo impegnato a rivendicare quanto è stato fatto nel passato e sono mancate le proposte per il futuro".
Dal canto suo il presidente della fondazione "Pomarici Santomasi", Agostino Giglio, riporta tutti sul tema della serata, "dare vita ad un consorzio", e per centrare l'obiettivo prima striglia i presenti con un ritornello che ripete sin dal giorno del suo insediamento, "perché siamo solo invidiosi e poco costruttivi", ma rammenta "che la Fondazione è un'istituzione e non un'associazione". Un'istituzione che "già gode dei finanziamenti comunali, per cui se l'obiettivo è partire subito, allora la Fondazione si mette a disposizione per costruire questo consorzio, fornendo struttura, personale e monumenti". Dal pubblico parte qualche occhiataccia: "Il presidente vuole gestire i nostri soldi". Giglio, evidentemente, se ne accorge e sbotta: "Con questo non voglio dire che voglio comandare, ma semplicemente mettermi a disposizione, almeno all'inizio, per capire chi siamo e cosa vogliamo fare". Poi il presidente lascia l'aula e si perde la risposta di Piero Amendolara: "Giglio deve gestire i musei, non gli imprenditori". Amendolara sottolinea che la sua associazione si fonda sul volontariato e "noi della Benedetto XIII non abbiamo i soldi per investire. Inoltre con le economie a disposizione non possiamo pensare di trasformare l'impegno di guide turistiche in un lavoro".
La serata scivola via veloce tra chi intende promuovere la città attraverso al partecipazione agli eventi o con siti internet capaci di attirare turisti e chi invece propone di organizzare prima un pacchetto turistico, "almeno uno che funzioni", e poi far partire la promozione. Nessuno però, Varvara compreso, spiega ai presenti che in città sono in arrivo una serie di finanziamenti regionali e comunitari finalizzati a recuperare e ristrutturare molti siti, strade, parchi cittadini. Fondi destinati a migliorare l'aspetto urbanistico ma soprattutto a creare posti di lavoro e una nuova economia.
Alla fine è tempo di contarsi. Pino Topputo, titolare di un'agenzia viaggi, rompe gli indugi: "Io ci sono e sono pronto a spendere dei soldi". Gli fa eco Francesco Dipalo, patron del gruppo "Edilife": "Partiamo tenendo distinte le due realtà: da una parte gli imprenditori, dall'altra il mondo dell'associazionismo. E' giunta l'ora anche di interpellare la Diocesi, ossia i proprietari dei siti e non sempre e solo i gestori". Il sì arriva anche dall'associazione degli studenti dell'indirizzo turistico presso l'istituto tecnico Bachelet, che insieme allo Iat da tempo stanno studiando delle proposte turistiche da mettere subito a disposizione dei visitatori. Alla fine arriva anche l'ok di Nicola Derosa, presidente del consorzio agro alimentare che tra i suoi successi vanta il riconoscimento Dop al pallone di Gravina, che dà il consenso alla creazione del consorzio per sè e per gli altri operatori agro alimentari. Chiude la serata Michele Capone, presidente della Confcommercio e ideatore del consorzio agro alimentare della Murgia, il quale mette a disposizione l'intero consorzio già esistente, "ma è ovvio che se entrano altri imprenditori dovremmo rifare il Cda e votare nuove cariche", precisando che "il turismo non può essere la seconda attività di qualcuno. Dobbiamo capire da subito che bisogna munirsi di personale e di un direttore che lavori solo per il consorzio. Il turismo non si fa nei ritagli di tempo".
E allora che consorzio sia. La settimana prossima una nuova riunione "convocata solo tra coloro che hanno già dato la propria adesione", chiude l'assessore Varvara.