Cronaca
Tutti con don Mimmo
I sacerdoti della diocesi ed i medici del Miulli solidali con Laddaga. "Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura".
Gravina - venerdì 21 settembre 2012
12.50
Il giorno dopo l'arresto di don Mimmo Laddaga (nella foto), reggente dell'ospedale Miulli finito ai domiciliari insieme al dirigente della struttura, Saverio Varavalle, nell'ambito dell'inchiesta su una presunta truffa ai danni della Regione, anche il clero della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva si stringe intorno al sacerdote gravinese ed al vescovo, monsignor Mario Paciello, per esprimere piena solidarietà "testimoniando l'abnegazione e lo zelo pastorale che ha sempre mosso don Mimmo nel suo servizio alla Chiesa e, alla sanità e, in particolare, verso le persone affette dal morbo di Hansen". Aggiunge il cleo diocesano: "Attendiamo il prosieguo delle indagini certi che la Magistratura, nel compiere il suo dovere, sarà rispettosa della verità e della dignità delle persone coinvolte".
Don Mimmo Laddaga, per come si ricorderà, raggiunto da un provvedimento restrittivo emesso dal gip di Bari Giovanni Abbattista su richiesta del pm Renato Nitti, è finito al centro dell'ennesima inchiesta sul lebbrosario di Gioia del Colle per una presunta truffa da alcuni milioni di euro ai danni della Regione. Nell'inchiesta, che vede coinvolte altre otto persone tra imprenditori e impiegati dell'ente, sono finiti sotto la lente degli inquirenti tutti i rimborsi richiesti in questi anni per l'acquisto di macchinari, alimenti e medicinali per i pazienti e che puntualmente venivano sborsati dall'ente regionale. Al centro delle indagini anche i lavori di manutenzione eseguiti da due ditte edili di Acquaviva che avrebbero eseguito lavori a prezzi esorbitanti.
Intanto, dall'ospedale Miulli altre testimonianze di solidarietà. A stringersi intorno a don Laddaga sono i direttori dei dipartimenti medici del nosocomio: Carlo Basile, Vito D'Elia, Antonio Lamanna, Raffaele Laricchia e Michele Pontrelli. "Siamo sconcertati ed increduli di fronte a quanto accaduto a monsignor Domenico Laddaga e ad alcuni dipendenti della Colonia Hanseniani gestita dall'ente", scrivono i sanitari. "In questi lunghi anni di storia personale di ciascuno di noi, abbiamo assistito ad una continua crescita e sviluppo del Miulli, ad un regolare e progressivo miglioramento della qualità della cura degli ammalati e dell'assistenza prestata, resi possibili grazie all'abnegazione, alla passione e alla lungimiranza, sempre disinteressate, di don Mimmo, da oltre 20 anni alla guida dell'Ente". Doti, che secondo i firmatari della nota, avrebbero donato alla comunità il nuovo ospedale Miulli trasformandolo in un polo d'eccellenza. "In un momento particolarmente delicato dell'Ente – è la chiosa finale - esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a don Mimmo. Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura e, pertanto, certi che egli venga restituito quanto prima al suo insostituibile ruolo di amministratore illuminato".
Don Mimmo Laddaga, per come si ricorderà, raggiunto da un provvedimento restrittivo emesso dal gip di Bari Giovanni Abbattista su richiesta del pm Renato Nitti, è finito al centro dell'ennesima inchiesta sul lebbrosario di Gioia del Colle per una presunta truffa da alcuni milioni di euro ai danni della Regione. Nell'inchiesta, che vede coinvolte altre otto persone tra imprenditori e impiegati dell'ente, sono finiti sotto la lente degli inquirenti tutti i rimborsi richiesti in questi anni per l'acquisto di macchinari, alimenti e medicinali per i pazienti e che puntualmente venivano sborsati dall'ente regionale. Al centro delle indagini anche i lavori di manutenzione eseguiti da due ditte edili di Acquaviva che avrebbero eseguito lavori a prezzi esorbitanti.
Intanto, dall'ospedale Miulli altre testimonianze di solidarietà. A stringersi intorno a don Laddaga sono i direttori dei dipartimenti medici del nosocomio: Carlo Basile, Vito D'Elia, Antonio Lamanna, Raffaele Laricchia e Michele Pontrelli. "Siamo sconcertati ed increduli di fronte a quanto accaduto a monsignor Domenico Laddaga e ad alcuni dipendenti della Colonia Hanseniani gestita dall'ente", scrivono i sanitari. "In questi lunghi anni di storia personale di ciascuno di noi, abbiamo assistito ad una continua crescita e sviluppo del Miulli, ad un regolare e progressivo miglioramento della qualità della cura degli ammalati e dell'assistenza prestata, resi possibili grazie all'abnegazione, alla passione e alla lungimiranza, sempre disinteressate, di don Mimmo, da oltre 20 anni alla guida dell'Ente". Doti, che secondo i firmatari della nota, avrebbero donato alla comunità il nuovo ospedale Miulli trasformandolo in un polo d'eccellenza. "In un momento particolarmente delicato dell'Ente – è la chiosa finale - esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a don Mimmo. Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura e, pertanto, certi che egli venga restituito quanto prima al suo insostituibile ruolo di amministratore illuminato".