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In consiglio il regolamento sui controlli interni

In caso di mancata approvazione, tutti a casa. E il Centro Democratico: "Senza intesa, potremmo passare all'opposizione".

Solitamente, le pietre d'inciampo che il destino e le leggi pongono lungo il cammino di un'amministrazione sono rappresentati dai documenti contabili: la mancata approvazione del bilancio, o dell'assestamento di bilancio, porta di filato ad elezioni anticipate. Ma per le giunte ed i consigli di tutta Italia a dare più di qualche grattacapo è arrivato, lo scorso ottobre, un decreto, quello con il quale si prescrive ai Comuni l'obbligo di dotarsi di un regolamento sui controlli interni, per assicurare un più efficiente funzionamento della macchina amministrativa sotto il profilo delle finanze. "Il regolamento - recita la norma racchiusa nel decreto legge 174 del 2012 - va reso operativo entro tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto", ovvero l'11 ottobre e dunque entro il 10 gennaio 2013. In caso contrario, "decorso infruttuosamente il termine, il Prefetto invita gli enti che non abbiano provveduto ad adempiere all'obbligo nel termine di sessanta giorni. Decorso inutilmente detto termine, il Prefetto inizia la procedura per lo scioglimento del consiglio".

Dal generale a particolare: a Gravina, come in altri Municipi italiani, il regolamento non è stato approvato entro il 10 gennaio. Ed il Prefetto, nello specifico quello di Bari, ha invitato l'ente a provvedere entro i canonici 60 giorni.

Un passaggio scontato, quale l'adozione di un regolamento, rischia però di rinfocolare tensioni e scontri in una maggioranza da più di due mesi alle prese con una mai dichiarata crisi politica e che qualche giorno fa aveva siglato una tacita quanto fragile tregua, decidendo di rinviare ogni contesa a dopo le Politiche.

Probabilmente, i desideri resteranno tali. La conferenza dei capigruppo, infatti, dovrebbe riunirsi già nella giornata di giovedì per fissare una seduta ad hoc del consiglio comunale. L'assemblea consiliare potrebbe riunirsi il 7 febbraio (questa, al momento, la data più gettonata), ma il percorso che separa dalla seduta pare alquanto accidentato. Se il sindaco Alesio Valente fa sfoggio di serenità, perchè in fondo la crisi non ha mai assunto una veste istituzionale e le schermaglie sono rimaste confinate solo all'ufficiosità ed alle cronache giornalistiche, resta il timore d'un incidente di percorso. "Sono tranquillo: non mi risulta che vi siano state uscite dalla maggioranza", taglia corto il primo cittadino. Dalle parti del Centro Democratico, però, già tuona. E magari poi non sarà il temporale che travolge tutto e tutti, ma le nubi restano. "Non ce la sentiamo di mandare in buca un'esperienza di governo così giovane", dice Antonello Galtieri, portavoce dei tabacciani marca Gravina. "Dimostreremo buon senso", aggiunge, "ma è chiaro che buon senso dovrà esserci da parte di tutti, e non solo per tirare a campare, ma per trovare un intesa su punti qualificanti di cui non s'è discusso finora: guardiamo alle cose da fare, non agli scranni ed alle poltroncine". Obiezione: e se i centristi democratici, al momento neppure ufficialmente riconosciuti come forza politica dal resto della maggioranza, non dovessero trovare ospitalità nella stanza dei bottoni, cosa succederà? Risponde Galtieri, aprendo una pagina fin qui rimasta sempre chiusa: "C'è buona volontà, e lavoreremo per un buon risultato. Ma se un accordo non dovesse trovarsi, non potremmo che prenderne atto, senza escludere, a quel punto, anche l'eventualità d'un nostro passaggio all'opposizione".

Pasqua è lontana, ma un'altra settimana di passione per la politica gravinese è già iniziata.
  • Alesio Valente
  • Antonello Galtieri
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