Eventi
Un ecomuseo dell'arte rupestre a Gravina?
La proposta degli Amici della Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi".
Gravina - martedì 7 ottobre 2014
9.36
Dagli Amici della Fondazione "Ettore Pomaci Santomasi", una proposta concreta: realizzare a Gravina un museo dell'arte rupestre.
In occasione dell'undicesima giornata nazionale degli Amici dei Musei, che quest' anno ha avuto come tema "Il museo che non c'è", l'associazione gravinese ha organizzato, nella serata di domenica, una mostra-convegno presso il seminario diocesano.
Un museo - e un progetto - che ancora concretamente non esiste, ma certo non manca la materia prima per poterlo realizzare: lo straordinario patrimonio ambientale che la generosa natura ha offerto al paese. Una mostra fotografica, allestita nell'androne del seminario, ha messo sotto gli occhi dei visitatori proprio la bellezza e l'unicità dell'habitat rupestre gravinese.
"Un museo dell'habitat rupestre è ciò che manca in una città che si connota per la sua configurazione morfologica, unica per il territorio dell'Alta Murgia", spiega la presidente dell'associazione Amici della Fondazione, Marisa D'Agostino, "una volontà che oggi viene lanciata dall'associazione ma che ha bisogno ora di interloquire con le istituzioni".
La proposta punterebbe su un'idea di ecomuseo, per questo il convegno ha visto la preziosa partecipazione dell'architetto e archeologo Francesco Baratti, coordinatore dal 2007 di una rete ecomuseale nel Salento. "E' utile sviluppare un'educazione al patrimonio - afferma Baratti - purtroppo c'è un'incapacità diffusa di essere radicati nel proprio territorio ed è questo uno dei più grandi temi verso cui oggi tendono gli ecomusei. Comunità e territorio insieme sono già un museo a cielo aperto". Presente all'incontro anche il primo cittadino Alesio Valente: "Credo che questo progetto si sposi molto bene con la nostra città". E nel prendere un impegno pubblico a lavorare sin da subito in questa direzione, ribadisce: "Abbiamo un territorio stupendo, ma anche una comunità che ha bisogno di prendere consapevolezza del suo patrimonio. Dobbiamo imprimere nei cittadini la concezione secondo cui i beni pubblici sono beni di tutti, e non di nessuno".
Una dettagliata analisi archeologica e topografica della gravina del nostro paese, è stata illustrata infine dal barlettano Ruggero Lombardi, impegnato qualche anno fa nel suo lavoro di tesi di specializzazione in archeologia proprio a Gravina.
In occasione dell'undicesima giornata nazionale degli Amici dei Musei, che quest' anno ha avuto come tema "Il museo che non c'è", l'associazione gravinese ha organizzato, nella serata di domenica, una mostra-convegno presso il seminario diocesano.
Un museo - e un progetto - che ancora concretamente non esiste, ma certo non manca la materia prima per poterlo realizzare: lo straordinario patrimonio ambientale che la generosa natura ha offerto al paese. Una mostra fotografica, allestita nell'androne del seminario, ha messo sotto gli occhi dei visitatori proprio la bellezza e l'unicità dell'habitat rupestre gravinese.
"Un museo dell'habitat rupestre è ciò che manca in una città che si connota per la sua configurazione morfologica, unica per il territorio dell'Alta Murgia", spiega la presidente dell'associazione Amici della Fondazione, Marisa D'Agostino, "una volontà che oggi viene lanciata dall'associazione ma che ha bisogno ora di interloquire con le istituzioni".
La proposta punterebbe su un'idea di ecomuseo, per questo il convegno ha visto la preziosa partecipazione dell'architetto e archeologo Francesco Baratti, coordinatore dal 2007 di una rete ecomuseale nel Salento. "E' utile sviluppare un'educazione al patrimonio - afferma Baratti - purtroppo c'è un'incapacità diffusa di essere radicati nel proprio territorio ed è questo uno dei più grandi temi verso cui oggi tendono gli ecomusei. Comunità e territorio insieme sono già un museo a cielo aperto". Presente all'incontro anche il primo cittadino Alesio Valente: "Credo che questo progetto si sposi molto bene con la nostra città". E nel prendere un impegno pubblico a lavorare sin da subito in questa direzione, ribadisce: "Abbiamo un territorio stupendo, ma anche una comunità che ha bisogno di prendere consapevolezza del suo patrimonio. Dobbiamo imprimere nei cittadini la concezione secondo cui i beni pubblici sono beni di tutti, e non di nessuno".
Una dettagliata analisi archeologica e topografica della gravina del nostro paese, è stata illustrata infine dal barlettano Ruggero Lombardi, impegnato qualche anno fa nel suo lavoro di tesi di specializzazione in archeologia proprio a Gravina.