Territorio
Un pacco di pasta su 5 in Italia è fatto con grano canadese e trattato con glisofate
Coldiretti Puglia: "In arrivo a Bari oltre 120mila tonnellate di grano da Vancouver"
Gravina - domenica 18 dicembre 2016
Oltre 120mila tonnellate di grano canadese in arrivo da Vancouver al porto di Bari tra il 17 ed il 26 dicembre 2016.
Un quantitativo esagerato per il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele, che scrive in una nota: "L'Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari, ma sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall'estero e di queste oltre la metà per un totale di 1,2 milioni di tonnellate arrivano dal Canada, con note marche che lo usano in maniera esclusiva, facendone addirittura un elemento distintivo".
Risultato? Un pacco di pasta su cinque prodotto in Italia è fatto con grano canadese e trattato con glifosate, un principio attivo usato principalmente in America per garantire 'artificialmente' un livello proteico elevato il cui impiego è vietato nella nostra nazione dal 22 agosto scorso in quanto considerato cancerogeno. Il provvedimento del Ministero della Salute ne vieta l'utilizzo nelle aree frequentate dalla popolazione o da "gruppi vulnerabili" quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie.
In queste settimane si stanno proponendo accordi di filiera aventi come obiettivo il rafforzamento della qualità delle produzioni, al quale conseguirà inevitabilmente una riduzione delle importazioni dall'estero, che nei primi quattro mesi del 2016 sono aumentate del 10%. Un comportamento reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato in etichetta.
"Chiediamo risposte immediate, quali l'etichettatura obbligatoria della pasta, del pane e dei prodotti da forno in genere, – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti – il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l'attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d'Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano. Nel giro di un anno le quotazioni del grano duro destinato alla pasta hanno perso il 43% del valore, mentre si registra un calo del 19% del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. Un crack senza precedenti con i compensi degli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato".
Un quantitativo esagerato per il presidente di Coldiretti Puglia Gianni Cantele, che scrive in una nota: "L'Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta con 4,8 milioni di tonnellate su una superficie coltivata, pari a circa 1,3 milioni di ettari, ma sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall'estero e di queste oltre la metà per un totale di 1,2 milioni di tonnellate arrivano dal Canada, con note marche che lo usano in maniera esclusiva, facendone addirittura un elemento distintivo".
Risultato? Un pacco di pasta su cinque prodotto in Italia è fatto con grano canadese e trattato con glifosate, un principio attivo usato principalmente in America per garantire 'artificialmente' un livello proteico elevato il cui impiego è vietato nella nostra nazione dal 22 agosto scorso in quanto considerato cancerogeno. Il provvedimento del Ministero della Salute ne vieta l'utilizzo nelle aree frequentate dalla popolazione o da "gruppi vulnerabili" quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie.
In queste settimane si stanno proponendo accordi di filiera aventi come obiettivo il rafforzamento della qualità delle produzioni, al quale conseguirà inevitabilmente una riduzione delle importazioni dall'estero, che nei primi quattro mesi del 2016 sono aumentate del 10%. Un comportamento reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza del grano utilizzato in etichetta.
"Chiediamo risposte immediate, quali l'etichettatura obbligatoria della pasta, del pane e dei prodotti da forno in genere, – incalza il Direttore di Coldiretti Puglia Angelo Corsetti – il blocco delle importazioni a dazio 0 e il 100% dei controlli sul grano importato, la moratoria bancaria ed interventi finanziari per le imprese cerealicole, l'attivazione immediata della CUN nazionale cerealicola con base logistica a Foggia, il granaio d'Italia, e sostegni pubblici solo alle imprese che lavorano grano italiano. Nel giro di un anno le quotazioni del grano duro destinato alla pasta hanno perso il 43% del valore, mentre si registra un calo del 19% del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. Un crack senza precedenti con i compensi degli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da "spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell'obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato".