Mondo Giovane
Una gravinese all'estero
Paris mon amour, ma... Perchè un viaggio è un'esperienza di vita!
Gravina - sabato 22 maggio 2010
10.21
In diretta da Parigi, una città da assaporare, da accarezzare con lo sguardo, una realtà che vive nella fantasia di tutti e che più di ogni altra grande città non ha bisogno di presentazioni. La sensazione di ogni giorno che trascorro nell'"Ile de France" per eccellenza, non è una sola, ma un "melange", come direbbero qui: Parigi é un luogo in cui chiunque attento o disattento che sia, può trovare in ogni angolo di strada sorprese e ricompense inattese, dallo scorcio di una piazza medievale a una squisita boutique o a un caffè alla moda, fino a una di quelle imponenti costruzioni architettoniche in cui si riflette ancora, in modo vivido, il ruolo concreto e immaginario di Parigi. Naturalmente, con una guida in tasca, le sorprese e le ricompense si possono scorgere più rapidamente. Una città in cui i giovani vivono abbastanza bene, le giovani coppie e gli studenti fuori-sede ricevono agevolazioni non indifferenti per l' affitto di un appartamento e quindi non costringono Sarkozy o chi per lui ad utilizzare nei loro confronti l'appellattivo "bamboccioni", (che in ogni caso pronunciato in lingua francese suonerebbe sicuramente più musicale del nostro); i giovani si inventano i più suggestivi mercatini dell'usato o la vendita per strada di piccoli bouquet di fiori di campo, per guadagnare un po' d'"argent"; il bike shering funziona alla grande, nonostante quel venticello fastidioso che caratterizza la città d'inverno e d'estate.
Ma mi sono accorta con stupore di due imperfezioni spiacevoli e imperdonabili che la Francia tutta presenterebbe. Una convinzione la prima, secondo la quale per i francesi la propria lingua sarebbe la migliore e per questo tutto deve essere tradotto in francese: dal termine computer che noi, "italiani senza orgoglio", abbiamo lasciato tale e invece in Francia è diventato "ordinateur", ai nomi propri di persona; il mio per esempio è diventato "Marinà" con un enorme accento sulla "a" finale, che cresce di intensità ogni volta che, non curante che qualcuno chiami me in quello strano modo, non presto attenzione all'interlocutore. Insomma giammai un esotismo!
Altro dato da non sottovalutare è l'assenza delle politiche giovanili anche solo lontanamente simili a quelle targate Vendola, gli stimoli del nostro assessorato regionale qui non sono ancora pervenuti. E mi accorgo di questo proprio mentre a Gravina apre i battenti la c.d. Officina Culturale e finalmente si concretizza il progetto di recuperare un immobile originariamente destinato a mercato ortofrutticolo, nella parte antica della città e mai entrato in funzione, per trasformarlo in laboratorio delle multiformi espressioni creative. Da giovane gravinese, desiderosa di ritornare in patria (proprio desiderosa no), riconosco con piacere l'importanza degli incentivi che i giovani pugliesi stanno ricevendo negli ultimi anni e quanti ci invidiano per questo… a partire proprio dai giovani parigini a cui, in franco-barese, ho parlato di Principi Attivi, Ritorno al Futuro e quant'altro.
Tutto questo per dire che un viaggio è un'esperienza di vita, un metro di giudizio e di misurazione di una realtà, la propria, talvolta troppo bistrattata dai paesani… Utilizzo questo breve resoconto della mia esperienza all'estero anche per sottolineare che ho continuato a seguire Gravinalife con assiduità e ringrazio, da italiana all'estero, l'aggiornamento costante del sito e il lavoro che c'è dietro… anche perché qui a Parigi un quotidiano italiano costa il doppio che da noi. A quel punto meglio comprarsi una baguette e riempirsi lo stomaco. Saluto infine voi utenti e, è inutile dirlo, capite bene che la mia assenza da Gravinalife è assolutamente giustificata. In ogni caso sto tornando!
Ma mi sono accorta con stupore di due imperfezioni spiacevoli e imperdonabili che la Francia tutta presenterebbe. Una convinzione la prima, secondo la quale per i francesi la propria lingua sarebbe la migliore e per questo tutto deve essere tradotto in francese: dal termine computer che noi, "italiani senza orgoglio", abbiamo lasciato tale e invece in Francia è diventato "ordinateur", ai nomi propri di persona; il mio per esempio è diventato "Marinà" con un enorme accento sulla "a" finale, che cresce di intensità ogni volta che, non curante che qualcuno chiami me in quello strano modo, non presto attenzione all'interlocutore. Insomma giammai un esotismo!
Altro dato da non sottovalutare è l'assenza delle politiche giovanili anche solo lontanamente simili a quelle targate Vendola, gli stimoli del nostro assessorato regionale qui non sono ancora pervenuti. E mi accorgo di questo proprio mentre a Gravina apre i battenti la c.d. Officina Culturale e finalmente si concretizza il progetto di recuperare un immobile originariamente destinato a mercato ortofrutticolo, nella parte antica della città e mai entrato in funzione, per trasformarlo in laboratorio delle multiformi espressioni creative. Da giovane gravinese, desiderosa di ritornare in patria (proprio desiderosa no), riconosco con piacere l'importanza degli incentivi che i giovani pugliesi stanno ricevendo negli ultimi anni e quanti ci invidiano per questo… a partire proprio dai giovani parigini a cui, in franco-barese, ho parlato di Principi Attivi, Ritorno al Futuro e quant'altro.
Tutto questo per dire che un viaggio è un'esperienza di vita, un metro di giudizio e di misurazione di una realtà, la propria, talvolta troppo bistrattata dai paesani… Utilizzo questo breve resoconto della mia esperienza all'estero anche per sottolineare che ho continuato a seguire Gravinalife con assiduità e ringrazio, da italiana all'estero, l'aggiornamento costante del sito e il lavoro che c'è dietro… anche perché qui a Parigi un quotidiano italiano costa il doppio che da noi. A quel punto meglio comprarsi una baguette e riempirsi lo stomaco. Saluto infine voi utenti e, è inutile dirlo, capite bene che la mia assenza da Gravinalife è assolutamente giustificata. In ogni caso sto tornando!