
Eventi
Usura e racket, due reati che non conoscono crisi
Se ne discute al “Bachelet” con associazioni ed istituzioni.
Gravina - mercoledì 11 marzo 2015
11.36
Il silenzio, la vergogna e al senso di solitudine. Macigni che schiacciano le vittime dell'usura e del racket.
Di questo ma anche di come uscirne si è discusso nell'auditorium del "Bachelet", durante un incontro organizzato dallo stesso istituto superiore e dall'associazione 'Quelli del ragioneria', patrocinato dal Comune di Gravina, dall'associazione regionale Antiracket Antiusura e da Libera Contro le Mafie.
Ad aprire il dibattito, moderato dal giornalista Gianpaolo Iacobini, la dirigente Antonella Sarpi, che nei suoi saluti ha ricordato quanto il tema della legalità attraversi trasversalmente tutti i momenti educativi: "La scuola è una piccola comunità - spiega - qui in piccolo si vivono gli stessi paradigmi problematici della società. Per questo chiediamo la partecipazione attiva degli studenti in eventi informativi come questo". Dello stesso avviso il primo cittadino, Alesio Valente, che ha auspicato un confronto tra generazioni di studenti.
Quanto difficile è prendere consapevolezza di essere vittime del racket e trovare la forza di denunciare è stato raccontato ai presenti direttamente dalle parole di Angela Castellano, testimone dell'usura e oggi presidente dell'associazione antiracket di Bitonto. Il suo senso materno, la volontà di dare un futuro migliore ai suoi figli, le ha dato la forza di combattere contro chi pian piano le stava togliendo la voglia di vivere. L'incontro con l'associazione antiracket le ha fornito sostegno, la sua determinazione ha poi fatto il resto. Denunciare, l'unica via d'uscita: "Credo fermamente in questo. Per tale ragione dono ogni giorno il mio bagaglio di esperienza. Ho visto rinascere tante vite".
Proprio dell'importanza della lotta si è discusso con gli altri ospiti e per primo con Renato De Scisciolo, coordinatore regionale della federazione antiracket Puglia. Puntado l'attenzione sulla nostra realtà territoriale De Scisciolo ha spiegato che "tante aziende a Gravina sono vittime di usura bancaria, quasi 80 le denunce presentate, durante lo scorso anno, alla Procura di Bari. Allo stesso tempo si sta registrando un aumento anche dell'usura criminale". Hanno detto stop all'estorsione i "due imprenditori edili, minacciati da clan baresi, che pochi giorni fa hanno ricevuto il fondo dal governo per poter rimettere sù la loro attività".
Delicato il ruolo della chiesa in questo contesto, come spiega don Marcello Cozzi, vicepresidente di 'Libera': "Si tende spesso a confondere la carità con la giustizia, ma non si possono trovare accordi con i corrotti. Anzi, proprio in questo la chiesa è chiamata a dare uno slancio in più". Le banche, dal canto loro, secondo don Cozzi, dovrebbero tornare a dare centralità alle persone, aiutando soprattutto le piccole attività, scheletro dell'economia locale. Anche lo Stato ha le sue non poche responsabilità, tra cui quella dio continuare a pubblicizzare attraverso i media il gioco, ricca fonte di incasso per le sue casse. Le associazioni quotidianamente svolgono un lavoro di accompagnamento silenzioso e difficoltoso, utile e riconosciuto da pochi, "ma non vogliamo essere funzionari di un sistema sbagliato", commenta.
Maurizio Altomare, responsabile dell'ufficio legale della Puglia Antiracket, illustra infine le lacune del sistema giudiziario: "La risposta dello Stato alla pena deve essere immediata, invece i processi hanno una durata infinita", ma volendo tralasciare i tempi, "quasi la totalità dei procedimenti legali vanno a buon fine", aggiunge. E alla domanda "Perchè denunciare?" risponde: "Agli usurai e agli estensori non c'è soluzione, è una spirale che non ha mai fine. I benefici che la legge offre sono tanti e non è più il momento di nascondersi dietro la paura. Se si è caduti in questa rete, bisogna uscirne a testa alta".
Di questo ma anche di come uscirne si è discusso nell'auditorium del "Bachelet", durante un incontro organizzato dallo stesso istituto superiore e dall'associazione 'Quelli del ragioneria', patrocinato dal Comune di Gravina, dall'associazione regionale Antiracket Antiusura e da Libera Contro le Mafie.
Ad aprire il dibattito, moderato dal giornalista Gianpaolo Iacobini, la dirigente Antonella Sarpi, che nei suoi saluti ha ricordato quanto il tema della legalità attraversi trasversalmente tutti i momenti educativi: "La scuola è una piccola comunità - spiega - qui in piccolo si vivono gli stessi paradigmi problematici della società. Per questo chiediamo la partecipazione attiva degli studenti in eventi informativi come questo". Dello stesso avviso il primo cittadino, Alesio Valente, che ha auspicato un confronto tra generazioni di studenti.
Quanto difficile è prendere consapevolezza di essere vittime del racket e trovare la forza di denunciare è stato raccontato ai presenti direttamente dalle parole di Angela Castellano, testimone dell'usura e oggi presidente dell'associazione antiracket di Bitonto. Il suo senso materno, la volontà di dare un futuro migliore ai suoi figli, le ha dato la forza di combattere contro chi pian piano le stava togliendo la voglia di vivere. L'incontro con l'associazione antiracket le ha fornito sostegno, la sua determinazione ha poi fatto il resto. Denunciare, l'unica via d'uscita: "Credo fermamente in questo. Per tale ragione dono ogni giorno il mio bagaglio di esperienza. Ho visto rinascere tante vite".
Proprio dell'importanza della lotta si è discusso con gli altri ospiti e per primo con Renato De Scisciolo, coordinatore regionale della federazione antiracket Puglia. Puntado l'attenzione sulla nostra realtà territoriale De Scisciolo ha spiegato che "tante aziende a Gravina sono vittime di usura bancaria, quasi 80 le denunce presentate, durante lo scorso anno, alla Procura di Bari. Allo stesso tempo si sta registrando un aumento anche dell'usura criminale". Hanno detto stop all'estorsione i "due imprenditori edili, minacciati da clan baresi, che pochi giorni fa hanno ricevuto il fondo dal governo per poter rimettere sù la loro attività".
Delicato il ruolo della chiesa in questo contesto, come spiega don Marcello Cozzi, vicepresidente di 'Libera': "Si tende spesso a confondere la carità con la giustizia, ma non si possono trovare accordi con i corrotti. Anzi, proprio in questo la chiesa è chiamata a dare uno slancio in più". Le banche, dal canto loro, secondo don Cozzi, dovrebbero tornare a dare centralità alle persone, aiutando soprattutto le piccole attività, scheletro dell'economia locale. Anche lo Stato ha le sue non poche responsabilità, tra cui quella dio continuare a pubblicizzare attraverso i media il gioco, ricca fonte di incasso per le sue casse. Le associazioni quotidianamente svolgono un lavoro di accompagnamento silenzioso e difficoltoso, utile e riconosciuto da pochi, "ma non vogliamo essere funzionari di un sistema sbagliato", commenta.
Maurizio Altomare, responsabile dell'ufficio legale della Puglia Antiracket, illustra infine le lacune del sistema giudiziario: "La risposta dello Stato alla pena deve essere immediata, invece i processi hanno una durata infinita", ma volendo tralasciare i tempi, "quasi la totalità dei procedimenti legali vanno a buon fine", aggiunge. E alla domanda "Perchè denunciare?" risponde: "Agli usurai e agli estensori non c'è soluzione, è una spirale che non ha mai fine. I benefici che la legge offre sono tanti e non è più il momento di nascondersi dietro la paura. Se si è caduti in questa rete, bisogna uscirne a testa alta".