Politica
Valente: “Il centrosinistra c’è. Sì al Terzo Polo. Anche il Prc è con noi”
E su Sel: “Ha scelto di escludersi: hanno vinto gli oltranzisti”.
Gravina - venerdì 13 gennaio 2012
9.03
"A Gravina il centrosinistra esiste e cresce, anche dopo l'incomprensibile passo indietro di Sel: andremo avanti nell'alleanza col Terzo Polo, che del resto è già realtà da anni pure in Puglia".
Alesio Valente rovescia l'ottica. Non ci sta, il segretario del Pd, a passare per l'artefice della fine del centrosinistra tradizionale. Piuttosto, rivendica con orgoglio al giovane gruppo dirigente del suo partito il merito di un cambio di prospettiva, della collocazione del centrosinistra gravinese nell'ambito del mutato quadro politico nazionale e regionale.
"In Regione – spiega il segretario democratico - da anni si dialoga in maniera costante con l'Udc e con altre forze centriste. A Roma avviene lo stesso. A Gravina non stiamo facendo altro che seguire questa linea, peraltro senza equivoci, con trasparenza e nel solco del rinnovamento". Obietta il cronista: come conciliare l'aspirazione al cambiamento col matrimonio morganatico con forze fino a ieri avversate perché parte della tanto combattuta maggioranza di centrodestra a guida Divella?
Valente non si scompone. E ribatte: "Nella nuova coalizione solo un paio di partiti hanno avuto un ruolo nella precedente amministrazione. Restano, da parte nostra, la stigmatizzazione degli errori del passato e la richiesta di un sincero rinnovamento, ma la vera discriminante è sui programmi. E su questi stiamo costruendo una nuova realtà".
Non la pensano però così i cugini di Sel. "Non certo per colpa nostra", stoppa Valente. "Abbiamo cercato di percorrere tutte le strade possibili per recuperare quelle forze di sinistra, specie Sel, che in prima battuta non avevano condiviso l'apertura al Terzo Polo. Nelle ultime due riunioni abbiamo proposto di avviare il confronto sui programmi, e qui Sel si è spaccata. Alla fine hanno vinto gli oltranzisti. Ed i vendoliani, per la seconda volta negli ultimi anni, hanno deciso di tirarsi fuori dal centrosinistra. Diversa invece la posizione del Prc, che ha già deciso di dare il suo contributo programmatico al nuovo centrosinistra".
Avanti, dunque, ciascuno per la propria strada? "Ci sarà un ulteriore confronto sui programmi, quando ognuno avrà pronto il suo programma", taglia corto il segretario del Pd, lasciando aperto solo uno spiraglio all'unità. Ma anche nel campo ormai avverso non si va più tanto per il sottile: mercoledì sera, su invito di Sel, Comunisti italiani, Pri, Lista Vendola, Puglia per Vendola e la minoranza del Pd (ormai praticamente fuori dal partito) hanno deciso di costituire un tavolo politico unitario e di dar vita ad una commissione incaricata di buttar giù le basi teoriche e programmatiche di quello che potrebbe diventare uno schieramento di sinistra-centro, destinato ad allargarsi all'Mpa ed ai montezemoliani di "Italia futura".
Alesio Valente rovescia l'ottica. Non ci sta, il segretario del Pd, a passare per l'artefice della fine del centrosinistra tradizionale. Piuttosto, rivendica con orgoglio al giovane gruppo dirigente del suo partito il merito di un cambio di prospettiva, della collocazione del centrosinistra gravinese nell'ambito del mutato quadro politico nazionale e regionale.
"In Regione – spiega il segretario democratico - da anni si dialoga in maniera costante con l'Udc e con altre forze centriste. A Roma avviene lo stesso. A Gravina non stiamo facendo altro che seguire questa linea, peraltro senza equivoci, con trasparenza e nel solco del rinnovamento". Obietta il cronista: come conciliare l'aspirazione al cambiamento col matrimonio morganatico con forze fino a ieri avversate perché parte della tanto combattuta maggioranza di centrodestra a guida Divella?
Valente non si scompone. E ribatte: "Nella nuova coalizione solo un paio di partiti hanno avuto un ruolo nella precedente amministrazione. Restano, da parte nostra, la stigmatizzazione degli errori del passato e la richiesta di un sincero rinnovamento, ma la vera discriminante è sui programmi. E su questi stiamo costruendo una nuova realtà".
Non la pensano però così i cugini di Sel. "Non certo per colpa nostra", stoppa Valente. "Abbiamo cercato di percorrere tutte le strade possibili per recuperare quelle forze di sinistra, specie Sel, che in prima battuta non avevano condiviso l'apertura al Terzo Polo. Nelle ultime due riunioni abbiamo proposto di avviare il confronto sui programmi, e qui Sel si è spaccata. Alla fine hanno vinto gli oltranzisti. Ed i vendoliani, per la seconda volta negli ultimi anni, hanno deciso di tirarsi fuori dal centrosinistra. Diversa invece la posizione del Prc, che ha già deciso di dare il suo contributo programmatico al nuovo centrosinistra".
Avanti, dunque, ciascuno per la propria strada? "Ci sarà un ulteriore confronto sui programmi, quando ognuno avrà pronto il suo programma", taglia corto il segretario del Pd, lasciando aperto solo uno spiraglio all'unità. Ma anche nel campo ormai avverso non si va più tanto per il sottile: mercoledì sera, su invito di Sel, Comunisti italiani, Pri, Lista Vendola, Puglia per Vendola e la minoranza del Pd (ormai praticamente fuori dal partito) hanno deciso di costituire un tavolo politico unitario e di dar vita ad una commissione incaricata di buttar giù le basi teoriche e programmatiche di quello che potrebbe diventare uno schieramento di sinistra-centro, destinato ad allargarsi all'Mpa ed ai montezemoliani di "Italia futura".