consiglio comunale luglio 2017
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Politica

Valente, la politica della transumanza e l’ipotesi notaio

Tutto il dietro le quinte del primo consiglio comunale

L'appuntamento con il notaio è solo rinviato.

Poche parole che bastano a spiegare la pesantezza del primo consiglio comunale e l'espressione preoccupata del primo cittadino che in consiglio è rimasto quasi sempre in silenzio con l'espressione di chi aspetta un verdetto che teme sarà sfavorevole.

A poche ore dalla prima riunione consiliare del Valente Bis si spiegano i silenzi, i cambi di sedia oltre che di casacca e le assenze, pesanti, de secondo scrutinio per l'elezione del presidente del consiglio.

Alle prime battute del nuovo mandato il sindaco ha dinanzi una strada tutta in salita con i democratici e socialisti che a pochi minuti dall'ingresso in consiglio hanno preteso la presidenza del consiglio e ancora non sciolgono le riserve sul settimo assessore nonostante il sindaco sia intenzionato a nominare, o meglio a confermare, Giuseppe Peragina.

Malumori e dissapori dietro cui si giustifica la richiesta avanzata da Gravina On di "sospendere la seduta per capire come comportarci durante il voto".

Tuttavia la sospensione di oltre un'ora non ha chetato gli animi ma al contrario ha contribuito a marcare meglio i solchi dei diversi orticelli provocando l'assenza del gruppo dei Democratici e socialisti con Ariani, Tedesco e Stregapede che non hanno fatto ritorno in aula e l'annuncio del consigliere Francesco Colonna di abbandonare Gravina on e dichiararsi indipendente.

Maggioranza zoppa al primo consiglio e Maria Pina Digiesi che guarda il pubblico già visibilmente contrariata.

Dubbi, tensioni e paure che Angelo Lapolla dissolve, rivendicando per se le luci del palcoscenico e annunciando il suo passaggio in maggioranza "per il bene del paese".

"Il mio è stato un gesto dignitoso nei confronti della maggioranza e del paese perchè se al primo consiglio comunale già si parla di dimissioni dinanzi ad un notaio significa che del Paese non ci interessa nulla. Per altro stavamo solo eleggendo il presidente del consiglio, un organo indispensabile per il prosieguo del lavoro amministrativo. Non ci sono discussioni o provvedimenti che possano giustificare le dimissioni dinanzi al notaio - spiega Lapolla a Gravinalife prima di aggiungere - Non sono abituato a prendere ordini da nessuno per questo ho invtato i colleghi di opposizione e anche i consiglieri di maggioranza che hanno promosso l'iniziativa dal notaio ad entrare in aula e affrontare il sindaco faccia a faccia".

Incerto il futuro del consigliere che ora attende un confronto con gli amici con cui ha condiviso la campagna elettorale nella coalizione guidata da Mimmo Romita.
Secondo radio politica, tuttavia, sarebbe stato proprio l'appello di Lapolla a far saltare il banco notarile già preparato dall'opposizione in accordo con i delusi della prima ora sebbene durante il consiglio anche le consigliere cinque stelle alla fine hanno declinato l'invito preferendo le discussioni a viso aperto in aula.
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