Politica
Valente parla alla città: "No alla cultura del sospetto"
Dal palco in un comizio il bilancio del primo anno di governo. E sulle inchieste: "No alle dimissioni degli indagati".
Gravina - lunedì 6 maggio 2013
09.05
"Non chiedetevi cosa può fare il governo per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il governo".
Il sindaco Alesio Valente si affida a una citazione di John Kennedy, e alle parole introduttive di un giovane gravinese, per affrontare la sfida del primo confronto pubblico a un anno dalla vittoria elettorale, con un comizio pubblico. In una piazza della Repubblica gremita di gente, Valente elenca quelli che considera i successi dell'amministrazione comunale, specie sul fronte della riqualificazione urbana, il recupero del centro storico e la fiera. Annuncia i risultati imminenti, come il bando per san Sebastiano, il polo museale, il canile sanitario, la riapertura del Parco Robinson. Fa ammenda sui progetti rallentati dalla burocrazia, come la raccolta differenziata e la piscina. Ammette difetti di comunicazione, lui che la campagna elettorale l'aveva vinta sulla comunicazione. "Le cose fatte non sono mai abbastanza – afferma – ma non abbiamo perso nemmeno un giorno, impegnandoci seriamente, per lasciare il segno. Dopo un momento di rodaggio la compagine è unita. Ci sono stati momenti di tensione, dovuti soprattutto ai toni alti di una parte dell'opposizione".
Un appello al superamento delle contrapposizioni, questo, che diventa il leit motiv del discorso di Valente, e che insieme al richiamo a un maggiore senso civico della cittadinanza strappa l'applauso convinto di una parte della piazza, che nelle prime file si spella le mani. "In democrazia non si può piacere a tutti – dichiara intanto il primo cittadino – ma bisogna rispettare la volontà della maggioranza. Dobbiamo liberarci della cultura del sospetto di alcuni denunciatori di professione, che rischiano di fare la fine di Robespierre".
Qui Valente non si esime da un passaggio obbligato sullo scandalo dei gettoni di presenza, anche se non deflette di un millimetro dalla linea del garantismo a oltranza: "I presunti illeciti riguardano le precedenti amministrazioni, personalmente non sono indagato e penso che a chi lo è vada data la possibilità di difendersi. Dico no ai processi in piazza, e chiedo rispetto e dignità". Valente, circondato sul palco da tutti i suoi assessori, evita di scendere nello specifico, non fa nomi. Nessun passo indietro, dunque, per gli esponenti della maggioranza coinvolti nell'inchiesta, che il giovane sindaco (per il quale "le indagini sono ancora in corso", mentre in realtà gli indagati sono stati raggiunti da avvisi di garanzia emessi a chiusura delle indagini preliminari) riconduce interamente a una questione di verbali non ritrovati: "Quelli che mi riguardavano ci sono tutti, altri consiglieri sono stati meno fortunati. Tuttavia sono disponibile ad aprire un dibattito sull'utilità effettiva delle commissioni, e chiederò ai presidenti di pubblicare il calendario delle sedute". Ma dimissioni quelle proprio no. Anzi, gli scudi si alzano contro "i denunciatori di professione", i "Robespierre che tagliavano le teste e finirono ghigliottinati", "le minoranze che ostacolano il dovere di governo che chi ha vinto le elezioni ha". Quindi un rapido passaggio sulle polemiche interne alla coalizione ("Bisogna essere uniti e smetterla con i capricci"), qualche frecciata ai dipendenti comunali, invitati a lavorare di più, e per concludere, citando il presidente Napolitano, con un appello alla concordia generale: "La politica deve essere confronto e non scontro permanente. E' il momento di serrare le fila e andare avanti tutti insieme".
Poi via, tutti a casa. Tra qualche isolata contestazione che arriva a segnare una serata il cui esito l'assessore alle finanze Nicola Lagreca riassumerà così, un paio d'ore più tardi, sulla sua bacheca facebook: "Grande e composta partecipazione dei gravinesi all'incontro pubblico di questa sera. Tanta gente che continua a credere nel duro lavoro che stiamo facendo, tanti segnali di affetto che ti danno forza per continuare. Non mancavano fra la folla le voci democratiche di dissenso: gente civile che fa una serena critica costruttiva sulla quale si deve costruire. Ma purtroppo erano presenti anche pochi denigratori e provocatori che auspicavano o cercavano la contestazione di piazza. Pochi sciocchi, sempre più pochi. Ha giustamente detto il Sindaco: "Qualcuno non ha capito che se la barca affonda, trascina a picco tutti". E allora, tutti assieme per il bene di questa città, ognuno facendo la propria parte. Ps: Grazie alle forze dell'ordine per il lavoro che una volta ancora hanno svolto".
Stasera, intanto, si torna in consiglio comunale, a far di conto coi problemi della città. Anzitutto, col lavoro che non c'è: se ne parlerà davanti alle decine di disoccupati ed alle loro famiglie, che da settimane protestano chiedendo pane e fatica.
Il sindaco Alesio Valente si affida a una citazione di John Kennedy, e alle parole introduttive di un giovane gravinese, per affrontare la sfida del primo confronto pubblico a un anno dalla vittoria elettorale, con un comizio pubblico. In una piazza della Repubblica gremita di gente, Valente elenca quelli che considera i successi dell'amministrazione comunale, specie sul fronte della riqualificazione urbana, il recupero del centro storico e la fiera. Annuncia i risultati imminenti, come il bando per san Sebastiano, il polo museale, il canile sanitario, la riapertura del Parco Robinson. Fa ammenda sui progetti rallentati dalla burocrazia, come la raccolta differenziata e la piscina. Ammette difetti di comunicazione, lui che la campagna elettorale l'aveva vinta sulla comunicazione. "Le cose fatte non sono mai abbastanza – afferma – ma non abbiamo perso nemmeno un giorno, impegnandoci seriamente, per lasciare il segno. Dopo un momento di rodaggio la compagine è unita. Ci sono stati momenti di tensione, dovuti soprattutto ai toni alti di una parte dell'opposizione".
Un appello al superamento delle contrapposizioni, questo, che diventa il leit motiv del discorso di Valente, e che insieme al richiamo a un maggiore senso civico della cittadinanza strappa l'applauso convinto di una parte della piazza, che nelle prime file si spella le mani. "In democrazia non si può piacere a tutti – dichiara intanto il primo cittadino – ma bisogna rispettare la volontà della maggioranza. Dobbiamo liberarci della cultura del sospetto di alcuni denunciatori di professione, che rischiano di fare la fine di Robespierre".
Qui Valente non si esime da un passaggio obbligato sullo scandalo dei gettoni di presenza, anche se non deflette di un millimetro dalla linea del garantismo a oltranza: "I presunti illeciti riguardano le precedenti amministrazioni, personalmente non sono indagato e penso che a chi lo è vada data la possibilità di difendersi. Dico no ai processi in piazza, e chiedo rispetto e dignità". Valente, circondato sul palco da tutti i suoi assessori, evita di scendere nello specifico, non fa nomi. Nessun passo indietro, dunque, per gli esponenti della maggioranza coinvolti nell'inchiesta, che il giovane sindaco (per il quale "le indagini sono ancora in corso", mentre in realtà gli indagati sono stati raggiunti da avvisi di garanzia emessi a chiusura delle indagini preliminari) riconduce interamente a una questione di verbali non ritrovati: "Quelli che mi riguardavano ci sono tutti, altri consiglieri sono stati meno fortunati. Tuttavia sono disponibile ad aprire un dibattito sull'utilità effettiva delle commissioni, e chiederò ai presidenti di pubblicare il calendario delle sedute". Ma dimissioni quelle proprio no. Anzi, gli scudi si alzano contro "i denunciatori di professione", i "Robespierre che tagliavano le teste e finirono ghigliottinati", "le minoranze che ostacolano il dovere di governo che chi ha vinto le elezioni ha". Quindi un rapido passaggio sulle polemiche interne alla coalizione ("Bisogna essere uniti e smetterla con i capricci"), qualche frecciata ai dipendenti comunali, invitati a lavorare di più, e per concludere, citando il presidente Napolitano, con un appello alla concordia generale: "La politica deve essere confronto e non scontro permanente. E' il momento di serrare le fila e andare avanti tutti insieme".
Poi via, tutti a casa. Tra qualche isolata contestazione che arriva a segnare una serata il cui esito l'assessore alle finanze Nicola Lagreca riassumerà così, un paio d'ore più tardi, sulla sua bacheca facebook: "Grande e composta partecipazione dei gravinesi all'incontro pubblico di questa sera. Tanta gente che continua a credere nel duro lavoro che stiamo facendo, tanti segnali di affetto che ti danno forza per continuare. Non mancavano fra la folla le voci democratiche di dissenso: gente civile che fa una serena critica costruttiva sulla quale si deve costruire. Ma purtroppo erano presenti anche pochi denigratori e provocatori che auspicavano o cercavano la contestazione di piazza. Pochi sciocchi, sempre più pochi. Ha giustamente detto il Sindaco: "Qualcuno non ha capito che se la barca affonda, trascina a picco tutti". E allora, tutti assieme per il bene di questa città, ognuno facendo la propria parte. Ps: Grazie alle forze dell'ordine per il lavoro che una volta ancora hanno svolto".
Stasera, intanto, si torna in consiglio comunale, a far di conto coi problemi della città. Anzitutto, col lavoro che non c'è: se ne parlerà davanti alle decine di disoccupati ed alle loro famiglie, che da settimane protestano chiedendo pane e fatica.