consiglio comunale luglio 2017
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Politica

Valente ricorre al Consiglio di stato e difende la sua elezione

Chiesta la sospensiva della sentenza di primo grado

Il fatidico ricorso annunciato nei muniti successivi la pubblicazione della sentenza del Tribunale amministrativo di Puglia che ha messo la parola fine sul secondo mandato amministrativo di Alesio Valente si è finalmente concretizzato.
I legali dell'ex primo cittadino, Gianluigi Pellegrino e il collega barese Franco Gagliardi La Gala, hanno depositato il proprio appello alla sentenza Tar Puglia chiedendo innanzitutto la sospensiva della sentenza al fine di consentire all'intero consiglio comunale di tornare in carica in attesa che lo stesso Consiglio di Stato discuta nel merito la questione.

E nel merito della sentenza emessa dal Tar Puglia sono diversi i punti contestati nelle pagine sottoscritte dal legali cominciando dal ritardo con cui il ricorso a firma di Mimmo Romita e della sua coalizione è stato presentato poiché si sostiene che l'Ufficio Centrale Elettorale ha proclamato eletto alla carica di sindaco Alesio Valente il 29 giugno 2017. Il termine di 30 giorni previsto dall'art. 130 cpa scadeva quindi il giorno 29 luglio mentre il ricorso è stato depositato il 1 agosto, ovvero in ritardo rispetto alla proclamazione del sindaco ma in tempo rispetto a quella dei consiglieri comunali.
E proprio su questo i due legali si sono dilungati invitando i giudici del Consiglio di Stato a scindere l'elezione del sindaco da quella dei consiglieri comunali tenendo conto che l'attuale sistema elettorale consente agli elettori di sostenere un candidato sindaco e contemporaneamente un consigliere comunale appartenente ad una lista che non è necessariamente collegata al sindaco votato. Il così detto "voto disgiunto".
E non è tutto.

Passata allo scanner la sentenza del Tar che ha accolto l'illegittimità della lista Gravina On poiché sui quindici moduli componenti la presentazione della lista non erano riportati i dati del candidato sindaco a cui la lista era collegata, i due legali hanno utilizzato le disposizioni ministeriali per smontare la sentenza sostenendo che la dichiarazione di collegamento tra sindaco e liste appartiene al candidato sindaco e ai delegati di lista e non ai sottoscrittori della lista stessa.
Nel ricorso inoltre si rimanda ad una direttiva del Ministero dell'interno secondo cui in sede di presentazione delle liste secondo cui "I sottoscrittori debbono essere elettori iscritti nelle liste del comune e la loro firma deve essere apposta su appositi moduli recanti il contrassegno della lista, il nome, il cognome, data e luogo di nascita di tutti i candidati, nonché il nome, cognome, data e luogo di nascita dei sottoscrittori stessi".
E sempre il Ministero dell'interno in materia di presentazione di liste impone che "la firma degli elettori deve essere apposta su appositi moduli riportanti il contrassegno di lista, il nome, il cognome, data e luogo di nascita di ciascuno dei candidati, nonché il nome, cognome, data e luogo di nascita di ognuno dei sottoscrittori" mentre sono i "delegati di lista incaricati di dichiarare il collegamento con il candidato sindaco".
Di qui la certezza che la lista Gravina On è stata correttamente presentata e che quindi non esiste alcuna illegittimità.

Tante sono tuttavia le norme e le procedure passate sotto la lente dei due legali che difendono le ragioni di Alesio Valente per sostenere, infine, che oltre al primo cittadino la cui presentazione era corretta e completa, occorre tutelare anche gli interessi degli altri consiglieri legittimamente eletti e rispettare la volontà di una intera comunità che si è vista privata del sindaco e dei consiglieri la cui elezione non è mai stata messa in discussione.
I due legali chiedono pertanto la riforma integrale della sentenza di primo grado emessa dal Tar Puglia o almeno la "limitazione" dei suoi effetti alla sola assegnazione dei seggi attribuiti alla lista Gravina on.
  • Alesio Valente
  • elezioni annullate
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