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Eventi

"Verso Libera...il Cinema e il Teatro strumenti di contrasto alle mafie"

Giordana, Bia e Cobianchi, insieme per parlare di legalità alla San Domenico Savio.

La scritta "I cento passi della legalità", campeggia sul piccolo palco allestito nella scuola primaria e dell'infanzia "S.Domenico Savio - T. Fiore". Sotto, le immagini del film "I cento passi" di Marco Tullio Giordana, ospite ieri sera, insieme al regista Michele Bia. Inaugurato inoltre, con Alessandro Cobianchi, il presidio gravinese di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", ospitato in pianta stabile presso l'istituto scolastico.

E mentre i bambini, vestiti di bianco cantano sulle note di Fabrizio Moro, "Pensa, che puoi decidere tu", è inevitabile che lo sguardo cada sulle pareti dell'androne. Sono lì, scritti sui fogli, i nomi di alcune delle oltre 850 vittime della mafia. "Non crediamo più nella scuola come progettificio", ha spiegato la dirigente, Amelia Capozzi, "ma in quello che facciamo ogni giorno per un cambiamento di mentalità che non si proietta nel futuro ma nel presente". Capozzi racconta del suo rapporto con le istituzioni gravinesi e della volontà di modificare gli ambienti scolastici, proprio per renderli più accessibili a tutti gli alunni. "Ci siamo guardati intorno e abbiamo pensato che Peppino Impastato aveva ragione quando parlava di coltivare la bellezza, perché la bellezza è stupore, è fantasia. Vogliamo che i nostri bambini pensino". E annuncia: "Ci siamo così appassionati da voler intitolare la scuola dell'infanzia, I primi cento passi".

Bambini e genitori affollano la platea, mentre Giordana si fa amabilmente interrogare dagli alunni. "Lei avrebbe rischiato la sua vita come Peppino Impastato?", chiede un bambino. "In certe situazioni bisogna essere messi alla prova", replica il regista, "io ho fatto questo film per indicare un esempio. Ci sono tantissime persone che si impegnano per combattere la mafia, magari nemmeno le conosciamo. Si sono creati dei fortini contro di essa ed è importante sostenerli". Rispondendo alle altre domande afferma, "Sono venuto a girare il film qui perché ci sono molti luoghi ricchi ma soprattutto sono stato conquistato dall'atteggiamento delle persone, istintivamente portate ad aprirsi agli altri. Mi piacevano molto i film che mi spiegavano le cose, ho deciso di mostrare il male ma anche l'energia dell'Italia".

Ed è questo pure il senso delle opere cinematografiche e teatrali di Michele Bia, regista e drammaturgo pugliese, vincitore nel 2007 del David di Donatello per il miglior cortometraggio, "Meridionali senza filtro". "Il mio spettacolo, Incapaci, parla di due delinquenti assoldati da una organizzazione criminale per compiere un attentato. Gioco con le parole perché questi due alla fine si rifiutano di agire, diventando incapaci di fare del male, capaci quindi di fare del bene".

Molto soddisfatto pure il primo cittadino, Alesio Valente, che ha commentato: "La prima lotta passa dall'educazione, ma molto spesso sono anche i bambini ad insegnarci qualcosa, ad educare e a dare l'esempio. Soprattutto, è fondamentale la collaborazione tra bambini, insegnanti, istituzioni e famiglie". Manifestando il suo sostegno alla neonata cellula di "Libera" ha aggiunto: "Siamo molto vicini a questo presidio di lotta all'illegalità e vogliamo tanti protagonisti. E' una sfida dura ma se avete dalla vostra la comunità è sicuramente facile combatterla".

Molte le associazioni locali a dare il proprio supporto: "Cultura Onlus, gli Scout, la Chiesa Avventista, Gravina Città aperta e LabExeperience", elenca Mimmo Di Gennaro, moderatore della serata; poco dopo parlando di cinema in rapporto alla legalità, Alessandro Cobianchi spiega: "Noi abbiamo gli stessi obiettivi del cinema sociale, ad esempio Le mani sulla città di Francesco Rosi, aveva il compito di dire quello che la mafia non voleva far sapere. Inoltre diventiamo un veicolo di distribuzione di spettacoli che però siano di qualità e privi di retorica, oltre che a percorsi didattici anche nelle scuole". Colabianchi conclude: "Quello che Libera vuole è fare società, comunità, che è il migliore antidoto alle mafie che sono forti perché le società sono deboli. Il modo migliore per colpirla è toglierle la sua ragion d'essere, ossia fare i soldi illecitamente. Ad esempio prendiamo la legge sulla confisca, abbiamo raccolto un milione di firme per questo e poi abbiamo avuto la legge. Prendiamo dei terreni confiscati ad esempio e ne facciamo delle cooperative, o ancora pensiamo alle gelaterie Gasperini, diventate ormai un simbolo di come lo Stato sia riuscito ad intervenire in maniera efficace".
17 fotoI 100 passi della legalità
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