Politica
Vertenza Natuzzi, un capitolo (forse) chiuso
Il consigliere regionale Enzo Colonna chiede all'azienda maggiori garanzie
Gravina - sabato 19 novembre 2016
Il 15 novembre scorso, si è chiusa la partita tra il Gruppo Natuzzi e i sindacati confederati, con un accordo sottoscritto a Roma alla presenza del Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero del Lavoro e Politiche Sociali, Regione Puglia e Regione Basilicata, con il quale i 215 lavoratori su 335 che non avevano accettato il licenziamento e il collocamento in mobilità, saranno assunti entro il 31 dicembre 2016 da una nuova società del gruppo Natuzzi che sarà costituita entro fine mese.
Una soluzione che, secondo quanto dichiara in una nota il consigliere regionale Enzo Colonna, "presenta alcune clausole che destano rilevanti perplessità, come, ad esempio, l'aver subordinato la riassunzione dei lavoratori alla concessione della Cassa Integrazione in Deroga in attesa di un piano industriale ancora tutto da definire e la pretesa che i lavoratori stessi, per essere riassunti, debbano preliminarmente definire il loro eventuale contenzioso con l'azienda. Questa condizione, in altri termini, costringe i lavoratori a scegliere tra un posto di lavoro e la tutela dei propri diritti dinanzi all'autorità giudiziaria."
Lavoratori messi alle strette, al punto che il consigliere regionale si rivolge all'Assessore alle Politiche per il lavoro, Sebastiano Leo, e a tutte le strutture competenti, invitandoli "a vigilare sulla tempestiva definizione del nuovo piano industriale e quindi sulla effettiva ripresa dell'attività produttiva nei tempi stabiliti, nonché a rivedere alcuni peculiari ed ambigui aspetti dell'accordo prima di concedere ulteriori risorse pubbliche alla società".
Una soluzione che, secondo quanto dichiara in una nota il consigliere regionale Enzo Colonna, "presenta alcune clausole che destano rilevanti perplessità, come, ad esempio, l'aver subordinato la riassunzione dei lavoratori alla concessione della Cassa Integrazione in Deroga in attesa di un piano industriale ancora tutto da definire e la pretesa che i lavoratori stessi, per essere riassunti, debbano preliminarmente definire il loro eventuale contenzioso con l'azienda. Questa condizione, in altri termini, costringe i lavoratori a scegliere tra un posto di lavoro e la tutela dei propri diritti dinanzi all'autorità giudiziaria."
Lavoratori messi alle strette, al punto che il consigliere regionale si rivolge all'Assessore alle Politiche per il lavoro, Sebastiano Leo, e a tutte le strutture competenti, invitandoli "a vigilare sulla tempestiva definizione del nuovo piano industriale e quindi sulla effettiva ripresa dell'attività produttiva nei tempi stabiliti, nonché a rivedere alcuni peculiari ed ambigui aspetti dell'accordo prima di concedere ulteriori risorse pubbliche alla società".