La città
Via Appia patrimonio Unesco, Gravina al momento fuori
Critiche all’amministrazione che non ci sta e spiega lo stato dell’arte. Il punto di vista dello studioso Michele Laddaga
Gravina - lunedì 29 luglio 2024
17.30
Ha fatto molto scalpore tra la comunità l'esclusione della città di Gravina dai comuni che insistono sulla Via Appia Antica, riconosciuta dall'Unesco come patrimonio dell'Umanità. Commenti social che hanno puntato il dito sull'attuale amministrazione comunale accusata di non aver agito in maniera concreta per far sì che il territorio di Gravina rientrasse tra quelli riconosciuti della Regina Viarum.
Accuse rimandate al mittente dalla civica amministrazione, che ha voluto fare alcune precisazioni sulla questione. Innanzitutto -dicono da Palazzo di Città- "l'iter è ancora alle battute iniziali e ad oggi, diversi tratti non sono stati ancora inseriti perché la mappatura del percorso non si è ancora conclusa".
Dal municipio hanno ricostruito il cammino del lavoro svolto finora. "Si ricordi che già nell'aprile del 2023, alle prime avvisaglie di una esclusione del territorio gravinese, l'Amministrazione Comunale aveva incaricato la Prof.ssa Maria Luisa Marchi dell'Università di Foggia – Dipartimento di Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione (nonché membro del Comitato Scientifico Nazionale della via Appia), perché avviasse un percorso scientifico di ricostruzione dell'esatto percorso della Via Appia"- spiegano dal Comune, sottolineando come la questione sia "al centro dell'agenda politica dell'Amministrazione Comunale che, con il coinvolgendo del mondo accademico, non ha voluto lasciare nulla di intentato per raggiungere l'obiettivo".
La stessa docente il 18 luglio scorso ha relazionato in municipio sul lavoro svolto e sull'iter relativo alla candidatura, evidenziando- affermano da Palazzo di Città – come ci siano "ottime prospettive rispetto all'integrazione del tratto di propria competenze e che tutti i risultati e le evidenze rinvenute in occasione della campagna di scavo, saranno inserite in un dossier che sarà inviato al Mic affinché, quest'ultimo, torni sui propri passi integrando il tratto di Via Appia ricadente nel territorio comunale".
Insomma, secondo il Comune non tutto è perduto e in sintesi c'è la convinzione che la Via Appia passi da Gravina e che il lavoro sin qui svolto e che continuerà, "servirà ad acquisire l'evidenza scientifica e "visiva" che possa consentire al nostro territorio di rientrare nel Patrimonio dell'Umanità".
Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Laddaga, autore del volume "In Viaggio sull'Appia". Secondo Laddaga "Il mancato riconoscimento UNESCO, per il tratto che attraversa la nostra città, è dovuto, in buona parte, a pregressi errori, noncuranze e superficialità, e, al momento attuale, all'assenza totale di evidenze materiali. Ma nessuno può disconoscere che la Via Appia attraversi Gravina e che la statio Silvium, oltre ad essere riportata su tutti gli itinerari antichi, venga, sistematicamente, citata da illustri storici romani e medioevali e annoverata tra le mansio presenti lungo il tragitto".
Per Laddaga, adesso, non è il momento delle polemiche, ma bisogna fare quadrato per il raggiungimento dell'obiettivo.
"Certamente avremmo preferito un po' più di celerità e che la città fosse messa a conoscenza. L'Appia, da ieri, è ufficialmente annoverata tra i beni patrimoniali UNESCO, urge adoperarsi perché Gravina abbia un ruolo da protagonista. La dott.ssa Angela Maria Ferroni, responsabile tecnico-scientifico della candidatura UNESCO, mi ha riferito che, in qualsiasi momento, in presenza di evidenze certe, sarà possibile chiedere una rivisitazione del tracciato. Si lascino da parte, quindi, le delusioni e i piagnistei e ci si rimbocchi le maniche. Se il riportare alla luce le evidenze necessarie è competenza dei tecnici, come città ci si deve adoperare per rendere visibili e splendenti i nostri tesori".
Non ci resta dunque che attendere, sperando che il ministero possa sancire ufficialmente l'appartenenza del territorio gravinese alla "strada regina".
Accuse rimandate al mittente dalla civica amministrazione, che ha voluto fare alcune precisazioni sulla questione. Innanzitutto -dicono da Palazzo di Città- "l'iter è ancora alle battute iniziali e ad oggi, diversi tratti non sono stati ancora inseriti perché la mappatura del percorso non si è ancora conclusa".
Dal municipio hanno ricostruito il cammino del lavoro svolto finora. "Si ricordi che già nell'aprile del 2023, alle prime avvisaglie di una esclusione del territorio gravinese, l'Amministrazione Comunale aveva incaricato la Prof.ssa Maria Luisa Marchi dell'Università di Foggia – Dipartimento di Studi Umanistici, Lettere, Beni Culturali, Scienze della Formazione (nonché membro del Comitato Scientifico Nazionale della via Appia), perché avviasse un percorso scientifico di ricostruzione dell'esatto percorso della Via Appia"- spiegano dal Comune, sottolineando come la questione sia "al centro dell'agenda politica dell'Amministrazione Comunale che, con il coinvolgendo del mondo accademico, non ha voluto lasciare nulla di intentato per raggiungere l'obiettivo".
La stessa docente il 18 luglio scorso ha relazionato in municipio sul lavoro svolto e sull'iter relativo alla candidatura, evidenziando- affermano da Palazzo di Città – come ci siano "ottime prospettive rispetto all'integrazione del tratto di propria competenze e che tutti i risultati e le evidenze rinvenute in occasione della campagna di scavo, saranno inserite in un dossier che sarà inviato al Mic affinché, quest'ultimo, torni sui propri passi integrando il tratto di Via Appia ricadente nel territorio comunale".
Insomma, secondo il Comune non tutto è perduto e in sintesi c'è la convinzione che la Via Appia passi da Gravina e che il lavoro sin qui svolto e che continuerà, "servirà ad acquisire l'evidenza scientifica e "visiva" che possa consentire al nostro territorio di rientrare nel Patrimonio dell'Umanità".
Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Laddaga, autore del volume "In Viaggio sull'Appia". Secondo Laddaga "Il mancato riconoscimento UNESCO, per il tratto che attraversa la nostra città, è dovuto, in buona parte, a pregressi errori, noncuranze e superficialità, e, al momento attuale, all'assenza totale di evidenze materiali. Ma nessuno può disconoscere che la Via Appia attraversi Gravina e che la statio Silvium, oltre ad essere riportata su tutti gli itinerari antichi, venga, sistematicamente, citata da illustri storici romani e medioevali e annoverata tra le mansio presenti lungo il tragitto".
Per Laddaga, adesso, non è il momento delle polemiche, ma bisogna fare quadrato per il raggiungimento dell'obiettivo.
"Certamente avremmo preferito un po' più di celerità e che la città fosse messa a conoscenza. L'Appia, da ieri, è ufficialmente annoverata tra i beni patrimoniali UNESCO, urge adoperarsi perché Gravina abbia un ruolo da protagonista. La dott.ssa Angela Maria Ferroni, responsabile tecnico-scientifico della candidatura UNESCO, mi ha riferito che, in qualsiasi momento, in presenza di evidenze certe, sarà possibile chiedere una rivisitazione del tracciato. Si lascino da parte, quindi, le delusioni e i piagnistei e ci si rimbocchi le maniche. Se il riportare alla luce le evidenze necessarie è competenza dei tecnici, come città ci si deve adoperare per rendere visibili e splendenti i nostri tesori".
Non ci resta dunque che attendere, sperando che il ministero possa sancire ufficialmente l'appartenenza del territorio gravinese alla "strada regina".