Territorio
Via delle fronde, opere pagate e mai utilizzate
il consigliere regionale Conca sollecita l'amministrazione
Gravina - giovedì 4 gennaio 2018
L'aggiudicazione della gara risale a marzo del 2016 ma delle opere di manutenzione del Torrente Pentecchia sino ad ora non c'è traccia. La vicenda è tornata agli onori della cronaca grazia ad una denuncia del consigliere regionale Mario Conca che ha mostrato lo stato del torrente Pentecchia il cui ponte che collega le due sponde è crollato da tempo e la situazione della Via delle Fronde che percorre la periferia di Gravina a poca distanza dal bosco Difesa Grande.
Una via su cui si affacciano quattro dighe costruite anni addietro dal consorzio di bonifica e che sono rimaste abbandonate da oltre 12 anni nonostante sia costate migliaia di euro alla comunità
Dighe che se ripristinate potrebbero dare acqua ai terreni vicinie soprattutto sarebbero una buona riserva per il Bosco. Una buona alternativa al progetto da oltre cinque milioni di euro che la Regione ha approvato per la costruzione di impianti destinati al recupero delle acque reflue quale cura per gli incendi boschivi. Un progetto faraonico e tuttavia inutile se si considera che nei pressi del Difesa Grande ci sono già cinque dighe pronte per l'uso.
"Premetto che non conosco il progetto di recupero delle acque reflue nella sua interezza perché mai sono stato coinvolto dall'amministrazione comunale per capirne di più, ma concordo con quanti trovano inutile costruire un nuovo invaso così distante dal Bosco – denuncia Conca - Piuttosto, con i 5.3 milioni di euro avremmo potuto riaprire la strada comunale, la via delle fronde che costeggia difesa Grande ed è bloccata da 12 anni per un crollo, al fine di dare accesso ai tanti agricoltori possessori di terreni e, soprattutto, ricollegare i 4 o 5 invasi del consorzio di bonifica, già predisposti di sbarramenti con annessi canali irrigui".
Invasi che potrebbero essere richiesti in uso dal comune al consorzio e trasformati in biolaghi dopo essere stati ripuliti con sbancamenti per contribuire a preservare la biodiversità della zona oltre a fornire acqua.
Gli invasi sono di diversa grandezza, ma uno è forse idoneo all'approvvigionamento idrico di fire boss e Canadair avendo una profondità di 20 metri ed una estensione di un paio di ettari.
"Le opere in cemento mi sono sembrate in buono stato, credo che quei soldi sarebbero sufficienti per renderli operativi. Questa sì che sarebbe una cosa davvero utile, irrigua per i terreni circostanti e all'occorrenza, che si spera non occorra mai, risorsa idrica prossima e atta allo spegnimento degli incendi boschivi. Ciò detto, spero si possa ripensare il progetto e valutare questa opportunità che trovo oltre che interessante, fattibile e consona al territorio" conclude il consigliere.
Una via su cui si affacciano quattro dighe costruite anni addietro dal consorzio di bonifica e che sono rimaste abbandonate da oltre 12 anni nonostante sia costate migliaia di euro alla comunità
Dighe che se ripristinate potrebbero dare acqua ai terreni vicinie soprattutto sarebbero una buona riserva per il Bosco. Una buona alternativa al progetto da oltre cinque milioni di euro che la Regione ha approvato per la costruzione di impianti destinati al recupero delle acque reflue quale cura per gli incendi boschivi. Un progetto faraonico e tuttavia inutile se si considera che nei pressi del Difesa Grande ci sono già cinque dighe pronte per l'uso.
"Premetto che non conosco il progetto di recupero delle acque reflue nella sua interezza perché mai sono stato coinvolto dall'amministrazione comunale per capirne di più, ma concordo con quanti trovano inutile costruire un nuovo invaso così distante dal Bosco – denuncia Conca - Piuttosto, con i 5.3 milioni di euro avremmo potuto riaprire la strada comunale, la via delle fronde che costeggia difesa Grande ed è bloccata da 12 anni per un crollo, al fine di dare accesso ai tanti agricoltori possessori di terreni e, soprattutto, ricollegare i 4 o 5 invasi del consorzio di bonifica, già predisposti di sbarramenti con annessi canali irrigui".
Invasi che potrebbero essere richiesti in uso dal comune al consorzio e trasformati in biolaghi dopo essere stati ripuliti con sbancamenti per contribuire a preservare la biodiversità della zona oltre a fornire acqua.
Gli invasi sono di diversa grandezza, ma uno è forse idoneo all'approvvigionamento idrico di fire boss e Canadair avendo una profondità di 20 metri ed una estensione di un paio di ettari.
"Le opere in cemento mi sono sembrate in buono stato, credo che quei soldi sarebbero sufficienti per renderli operativi. Questa sì che sarebbe una cosa davvero utile, irrigua per i terreni circostanti e all'occorrenza, che si spera non occorra mai, risorsa idrica prossima e atta allo spegnimento degli incendi boschivi. Ciò detto, spero si possa ripensare il progetto e valutare questa opportunità che trovo oltre che interessante, fattibile e consona al territorio" conclude il consigliere.