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Viaggio alla scoperta di "Lamia dei morti"

Tra racconti e luoghi suggestivi della città

Una Bellissima iniziativa organizzata da Raffaella Iannetti e Vincenzo Forzati in collaborazione con il capitolo cattedrale e "Dò e Dè", che si occupa di raccontare il territorio, ma soprattutto di interpretarlo. Un viaggio alla scoperta della "Lamia dei morti" che ha avuto inizio dalla piazza Notar Domenico. Un tour partito da Piazza Notar Domenico, dinanzi alle quattro fontane, per poi spostarsi nel quartiere di Fondovico.

Condottiera in questo viaggio verso i meandri della città è stata Raffaella Iannetti che ha spiegato le ragioni del percorso. "Quello di cui ci occuperemo oggi è di una Contaminazione controllata, cioè tutto ciò che appartiene alla nostra religiosità più intima"- ha affermato Raffaella. Partendo dai simboli fallici, collocati sulle porte per scacciare il male, al melograno frutto legato alla fertilità, la folla è stata ammaliata da questi racconti e misteri che appartengono alla città di Gravina, mostrando entusiasta e partecipazione attiva alla visita guidata.

L'itinerario narrato ha portato i presenti ad arrivare all'arco di sant'Agostino: "la porta che simbolicamente funge da passaggio tra regno dei vivi e regno dei morti"- ha raccontato la guida, che successivamente ha condotto la copiosa comitiva alla chiesa di Santa Maria del Suffragio, meglio nota come chiesa del Purgatorio. Qui tra leggende, numerose versioni e racconti intriganti la gente è stata catturata dalle parole e dalle mille storie che si sono susseguite in quel luogo nel corso dei secoli: come ad esempio la vicenda legata ai mendicanti che si fermavano lì per chiedere l'elemosina a coloro che andavano a messa.

La passeggiata nel cuore antico della città è proseguita poi con l'arrivo al Soccorpo della cattedrale, in cui avvenivano le funzioni funebri legate al clero e ai nobili. In quel luogo sacro e denso di misterioso fascino si possono ammirare il sarcofago e il crocifisso di cristo in legno. Per realizzare l'opera si è scelto una decorazioni e l'utilizzo del colore azzurro che rimandano alla vita, alla resurrezione; mentre le trombe presenti sulle pareti rimandano all' apocalisse e alla resurrezione, ha spiegato Don Giacomo Lorusso, custode dei beni presenti nella chiesa, preannunciando che nelle mattine del 1 e del 3 novembre proprio nel Soccorpo avverrà la celebrazione delle messe delle ore 08,30 proprio nel soccorpo "per riprendere le antiche tradizioni -ha concluso entusiasta Don Giacomo.
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