Enogastronomia
Vigilia della festa, a Gravina non può mancare il Tarallo dell'Immacolata
Una tradizione di lunga data
Gravina - sabato 7 dicembre 2019
18.08
Vigilia della festa dell'Immacolata. Un tempo si faceva il digiuno a colazione e poi si mangiava verso mezzogiorno il tarallo, da cui il nome di questa tradizione: il "tarallo dell'Immacolata". O "taradd de la Maculòt".
I tempi certamente sono cambiati. Ma la tradizione resiste ed anzi alcuni anni fa è stata iscritta nel registro "Pat - Prodotti agroalimentari tradizionali" del Ministero dell'agricoltura. Molti lo fanno ancora in casa, tanti altri lo acquistano nei forni.
La ricetta si è tramandata di generazione in generazione. Farina di grano duro, farina 00, liquore all'anice, sale, lievito di birra, semi di finocchietto: questi i semplici ingredienti per un prodotto di altissimo gradimento. Ovviamente, non mancano le varianti. A ciascuno il suo gusto.
I tempi certamente sono cambiati. Ma la tradizione resiste ed anzi alcuni anni fa è stata iscritta nel registro "Pat - Prodotti agroalimentari tradizionali" del Ministero dell'agricoltura. Molti lo fanno ancora in casa, tanti altri lo acquistano nei forni.
La ricetta si è tramandata di generazione in generazione. Farina di grano duro, farina 00, liquore all'anice, sale, lievito di birra, semi di finocchietto: questi i semplici ingredienti per un prodotto di altissimo gradimento. Ovviamente, non mancano le varianti. A ciascuno il suo gusto.