Cibus in tabula

Attenzione all'etichetta

Piccola guida per i consumatori

Leggendo sul retro delle confezioni degli alimenti e talvolta anche in prodotti farmaceutici e dietetici, ci si imbatte in alcuni codici, con le corrispondenti denominazioni chimiche come: E200 (acido sorbico), E210 (acido benzoico), E220 (anidride solforosa), E249 (nitrito di potassio) e molti altri.
La sigla E, seguita da un numero, ha un nome: Additivo alimentare.

Nell'elenco degli ingredienti riportati sulle etichette, gli additivi si trovano sempre alla fine della lista, infatti l'elenco viene stilato secondo l'ordine decrescente di quantità e, siccome gli additivi sono contenuti in dosi sempre molto ridotte, stanno in fondo.

Gli additivi alimentari sono sostanze impiegate nell'industria alimentare durante la preparazione, lo stoccaggio e la commercializzazione di prodotti destinati all'alimentazione e possono essere sia di origine naturale che sintetica. Non si tratta di sostanze dotate di qualche interesse nutrizionale, da questo punto di vista sono del tutto inutili, tuttavia la loro presenza permette di migliorare quelle che potremmo definire le "prestazioni" di un alimento sia come aspetto estetico, che come gusto o semplicemente come durata sugli scaffali di vendita.

Nonostante vengano associati alle più recenti tecnologie, gli additivi alimentari sono utilizzati da secoli. La conservazione del cibo ebbe inizio quando l'uomo imparò ad immagazzinare i raccolti per l'anno successivo e ad utilizzare la salatura e l'affumicamento per far durare più a lungo la carne e il pesce.

La preparazione e la conservazione degli alimenti sono obiettivi che accomunano la cucina tradizionale e l'industria, solo i metodi differiscono. Le industrie alimentari, servendosi di tecniche sempre più innovative, producono continuamente una varietà considerevole di additivi.
Gli additivi sono classificati in base alla loro funzione. Si possono individuare tre grandi gruppi di additivi:
Additivi che aiutano a preservare la freschezza degli alimenti: conservanti (indicati come E200-E299) che rallentano la crescita di microbi, e antiossidanti, regolatori d'acidità (E300-E399) che prevengono i fenomeni di irrancidimento.
Additivi che migliorano le caratteristiche sensoriali degli alimenti: coloranti (E100-E199), addensanti ed emulsionanti (E400-E499), dolcificanti (detti anche edulcoranti) (E950-E969) ed esaltatori di sapidità (E620-E649).
Additivi tecnologici, usati per facilitare la lavorazione degli alimenti: agenti anti-schiuma, anti-agglomeranti (E900-E999).

La valutazione della sicurezza dei conservanti, come per gli altri additivi alimentari, si basa sull'esame di tutti i dati tossicologici disponibili, comprese le osservazioni negli esseri umani e nei modelli animali. Sulla base dei dati disponibili, si definisce la "Dose giornaliera ammissibile"(DGA). La DGA prevede un ampio margine di sicurezza e si riferisce alla quantità di additivo alimentare che può essere assunta quotidianamente, nell'arco di una vita, senza effetti negativi sulla salute.

Tuttavia recenti studi hanno dimostrato che alcuni di questi prodotti sono alla base dell'insorgenza di intolleranze alimentari e particolarmente preoccupante è il loro utilizzo per i bambini, dato che contribuisce all'aumento dei disturbi dell'attenzione e dell'iperattività. Principalmente implicati sono i conservanti a base di benzoato (E210-E219) e tartrazina (E102) facilmente reperibili in bibite gassate, succhi di frutta e nelle caramelle. Data la complessità dell'argomento, si rimandano gli approfondimenti alla prossima puntata.
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