Cibus in tabula
Dolcificanti si, Dolcificanti no
Che cosa bisogna sapere
mercoledì 23 maggio 2012
I dolcificanti, detti anche edulcoranti, per definizione sono sostanze che conferiscono un sapore dolce agli alimenti. Ecco un elenco dei più comuni: E950 (Acelsulfame K), E951 (Aspartame), E952 (Acido ciclamico), E953 (Isomalto), E954 (Saccarina), E955 (Sucralosio), E957 (Taumatina), E959 (Neoesperidina), E962 (Sale di aspartame-acesulfame), E965 (Maltitolo), E966 (Lattitolo), E967 (Xilitolo), E968 (Eritritolo).
Il più diffuso e il più discusso è l'aspartame. È utilizzato in oltre 600 prodotti dietetici, fra i quali bevande, gomme da masticare, dolciumi, caramelle, yogurt e perfino in alcuni farmaci, come sciroppi ed antibiotici per bambini. Il target di consumatori abbraccia qualsiasi età, dai bambini agli anziani.
L'aspartame viene prodotto mediante tecniche industriali sofisticate. È ottenuto dall'unione di due amminoacidi (i componenti delle proteine), l'acido aspartico e la fenilalanina e da una piccola quantità di metanolo. Questi amminoacidi si possono trovare quotidianamente, sebbene in dosi variabili e legata ad altri nutrienti, in tutti gli alimenti che contengono proteine come carne, pesce, latticini e cereali. Il metanolo, invece, è presente per natura nel nostro organismo e in molti alimenti come frutta e verdura.
L'aspartame ha un elevato potere dolcificante. Questo composto è 200 volte più dolce dello zucchero comune (saccarosio) : quantità minime di aspartame riescono a dolcificare gli alimenti e consentono così di ingerire molte meno calorie. La quantità giornaliera di assunzione (DGA) di aspartame, sancita dalle normative vigenti della UE, è di 40 mg/kg peso corporeo. Si ipotizza che la quantità media di aspartame che ingerisce chi ne fa uso, è di circa 2-3 mg /kg peso corporeo: tale misura tende ad aumentare nei bambini e nelle donne in gravidanza.
Purtroppo però si tende ad abusare di questo elemento: l'aspartame è presente in tutti quegli alimenti etichettati come "senza zucchero" o light o viene indicato in modo generico "contiene una fonte di fenilalanina". Il consumatore si trova così ad ingerire aspartame quasi a sua insaputa, senza conoscere le quantità effettive ingerite.
L'uso dei dolcificanti, tra cui l'aspartame, è consigliato per diabetici, in quanto non influisce sull'assetto glicemico. Il suo uso è vietato a chi è affetto da "fenilchetonuria", una malattia del metabolismo che impedisce l'utilizzo della fenilalanina e che colpisce 1 persona su 10.000. Essendo tossico per l'embrione, se ne vieta l'uso anche alle donne in gravidanza e in allattamento. Purtroppo non sono le uniche controindicazioni.
Sotto accusa anche la presenza di metanolo nell'aspartame, una sostanza nota per avere effetti tossici.
Studi condotti dalla Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali "B.Ramazzini" (FER) di Bologna hanno dimostrato mediante i numerosi esperimenti su modelli animali che, a seconda della dose di aspartame ingerita, varia la sua tossicità. Questi risultati hanno dimostrato sperimentalmente che l'aspartame è un agente cancerogeno, in grado di indurre tumori maligni nei ratti, anche a dosi ammessi per l'alimentazione umana. I dati inoltre dimostrano che l'aspartame non aiuta a ridurre il peso corporeo degli animali trattati. Tuttavia le aziende continuano a produrre e diffondere alimenti arricchiti di aspartame.
Bisogna usare molta cautela, prevenire è meglio che curare!
Il più diffuso e il più discusso è l'aspartame. È utilizzato in oltre 600 prodotti dietetici, fra i quali bevande, gomme da masticare, dolciumi, caramelle, yogurt e perfino in alcuni farmaci, come sciroppi ed antibiotici per bambini. Il target di consumatori abbraccia qualsiasi età, dai bambini agli anziani.
L'aspartame viene prodotto mediante tecniche industriali sofisticate. È ottenuto dall'unione di due amminoacidi (i componenti delle proteine), l'acido aspartico e la fenilalanina e da una piccola quantità di metanolo. Questi amminoacidi si possono trovare quotidianamente, sebbene in dosi variabili e legata ad altri nutrienti, in tutti gli alimenti che contengono proteine come carne, pesce, latticini e cereali. Il metanolo, invece, è presente per natura nel nostro organismo e in molti alimenti come frutta e verdura.
L'aspartame ha un elevato potere dolcificante. Questo composto è 200 volte più dolce dello zucchero comune (saccarosio) : quantità minime di aspartame riescono a dolcificare gli alimenti e consentono così di ingerire molte meno calorie. La quantità giornaliera di assunzione (DGA) di aspartame, sancita dalle normative vigenti della UE, è di 40 mg/kg peso corporeo. Si ipotizza che la quantità media di aspartame che ingerisce chi ne fa uso, è di circa 2-3 mg /kg peso corporeo: tale misura tende ad aumentare nei bambini e nelle donne in gravidanza.
Purtroppo però si tende ad abusare di questo elemento: l'aspartame è presente in tutti quegli alimenti etichettati come "senza zucchero" o light o viene indicato in modo generico "contiene una fonte di fenilalanina". Il consumatore si trova così ad ingerire aspartame quasi a sua insaputa, senza conoscere le quantità effettive ingerite.
L'uso dei dolcificanti, tra cui l'aspartame, è consigliato per diabetici, in quanto non influisce sull'assetto glicemico. Il suo uso è vietato a chi è affetto da "fenilchetonuria", una malattia del metabolismo che impedisce l'utilizzo della fenilalanina e che colpisce 1 persona su 10.000. Essendo tossico per l'embrione, se ne vieta l'uso anche alle donne in gravidanza e in allattamento. Purtroppo non sono le uniche controindicazioni.
Sotto accusa anche la presenza di metanolo nell'aspartame, una sostanza nota per avere effetti tossici.
Studi condotti dalla Fondazione europea di oncologia e scienze ambientali "B.Ramazzini" (FER) di Bologna hanno dimostrato mediante i numerosi esperimenti su modelli animali che, a seconda della dose di aspartame ingerita, varia la sua tossicità. Questi risultati hanno dimostrato sperimentalmente che l'aspartame è un agente cancerogeno, in grado di indurre tumori maligni nei ratti, anche a dosi ammessi per l'alimentazione umana. I dati inoltre dimostrano che l'aspartame non aiuta a ridurre il peso corporeo degli animali trattati. Tuttavia le aziende continuano a produrre e diffondere alimenti arricchiti di aspartame.
Bisogna usare molta cautela, prevenire è meglio che curare!