non cado nella rete- nuovi orizzonti
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I nuovi orizzonti della legalità

NON CADO NELLA RETE

Rubrica "I nuovi orizzonti della legalità" a cura della redazione OF21

Noi ragazzi, definiti "nativi digitali ", per natura siamo più timidi e introversi e nella rete riusciamo a socializzare di più che nella vita reale e quotidiana; di conseguenza trascorrere il tempo online è più gratificante e allettante che frequentare persone reali.
L'eccessiva frequentazione della rete però, se non supervisionata da un adulto, oltre a poter diventare una forma di disagio psicosociale in cui si preferisce la realtà virtuale, può trasformarsi in un pericolo vero e proprio.

Infatti, spesso si sottovalutano gli aspetti negativi legati all'uso della rete.
Uno dei tanti pericoli è il grooming cioè l'adescamento online. Si tratta di una forma di manipolazione psicologica utilizzata dagli adulti nei confronti dei minori con lo scopo di entrare in contatto con loro attraverso social network, giochi online e chat, ed estorcere la loro fiducia e stabilire un rapporto emozionale con il proposito di concretizzare una relazione intima e/o sessualizzata. Questo fenomeno è sempre più diffuso e nel contempo ritenuto estraneo da molti genitori che ritengono improbabile che il proprio figlio possa entrare in contatto con un pedofilo chattando, oltre che impossibile che il proprio figlio possa condividere online proprie immagini o video espliciti. In realtà da un'indagine tra i nostri coetanei è emerso che il 24% di essi ha scambiato in chat immagini intime con il proprio partner senza pensare alla possibile conseguenza che le stesse un giorno possano essere diffuse.

Un altro fenomeno emergente negli ultimi anni è il sexting che consiste nell'invio di immagini o messaggi spinti tramite computer e cellulari. Spesso è un modo per divertirsi e una manifestazione di fiducia che però può portare a situazioni gravi e difficili da controllare. Non dimentichiamo che tutto quello che viene pubblicato o inviato a qualcuno, esce fuori dal nostro controllo. Infatti, anche se i nostri video e foto le inviamo ad una stretta cerchia di persone, le stesse si diffondono in modo incontrollabile creando problemi personali e legali al soggetto ritratto. Anche se il dato estrapolato dal sondaggio effettuato nella nostra scuola è basso, i nostri compagni (8%) hanno dichiarato di aver subito la diffusione di proprie immagini senza il proprio consenso.

Quando le foto o i video ritraggono minori di 18 anni in pose sessualmente esplicite, si configura il reato di distribuzione di materiale pedopornografico e spesso sono gli stessi adolescenti a non rendersi conto di produrre tale materiale. Gli adulti, dal canto loro, tendono a ignorare e sottovalutare tale fenomeno, mostrandosi inconsapevoli degli atteggiamenti dei loro figli e quindi non affrontano l'argomento del sexting, con i loro figli, che restano scarsamente consapevoli dei rischi che corrono.

Per noi giovani, che siamo costantemente a contatto con le nuove tecnologie, la distinzione tra vita online e vita offline è minima perché le attività che svolgiamo online spesso hanno conseguenze nella vita reale e viceversa e influenzano anche il modo di comportarci. Infatti, gli atti di bullismo che si verificano a scuola o in luoghi di incontro di noi ragazzi possono evolversi nel cyberbullismo: un fenomeno recente che porta ad utilizzare le nuove tecnologie per intimorire, molestare, imbarazzare, far sentire a disagio le persone ritenute più deboli. Un fenomeno questo in larga diffusione, basti pensare che il 40% dei nostri amici hanno dichiarato di essere stati offesi sui social.

I pericoli della rete, però, non si limitano a quanto appena descritto, ma ve ne sono altri altrettanto pericolosi quali ad esempio le challenge, la dipendenza dalla rete, il gioco d'azzardo e il web porn. Basti pensare che le parole più ricercate sul web dai minori sono proprio "sesso e porno" che li vede incollati ai siti vietati ai minori di 18 anni per troppo tempo. Se è vero che il 52% dei nostri compagni ha dichiarato di aver visionato inavvertitamente immagini pornografiche, il 16% lo ha fatto volontariamente.

Dall'indagine che abbiamo effettuato è emerso che siamo una società costituita da "zombie interconnessi", un fenomeno epocale mai verificatosi prima, che vede noi ragazzi trascorrere la maggior parte del nostro tempo davanti allo schermo di un cellulare. Ciò che è peggio, è che la generazione più digitale della storia, è sempre più sola e depressa, sta cambiando gli stili educativi e il linguaggio della popolazione e sta forgiando la struttura mentale ed emozionale di noi giovani.
Riflettiamo su ciò che sta accadendo e riprendiamo in mano le nostre vite reali.

ARIANNA PUTIGNANO
SARA CONTICCHIO
MARTA SAVINO
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