Lettere alla redazione
A proposito del Piaggio...
Il punto di vista di un cittadino gravinese.
domenica 12 maggio 2013
18.40
Gentile Redazione,
vorrei raccontare la mia passeggiata nel Piaggio di Gravina, e fra le vie del centro storico.
Felice per la possibilità di poter visitare il rione, mi incammino speranzoso verso il Piaggio. Raggiungo la Chiesa rupestre di San Basilio, scatto qualche foto e riprendo a scendere verso la parte più antica del nostro Centro Storico.
La mia prima volta al Piaggio. Tra il degrado e l'abbandono, spunta un mercatino, dove un venditore, forse deluso dalla serata, dice ad un cliente: "Dottore, e compratelo un ricordino, non ho venduto niente finora". Siamo tra le macerie di una Gravina per troppo tempo dimenticata, visitata da persone che fra sorrisi, una birra e due risate, non riescono a comprendere, o forse cercano di distorcere, la realtà delle cose.
Mi allontano, amareggiato, fra i commenti dei miei concittadini: "Eh, ma se solo aggiustassero quaggiù...". "Sì sì , lo devono fare". Parlano di chissà chi, di qualcuno che sceso dal cielo, sistemi tutto in un batter d'occhio. Sembra che mai nessuno a Gravina voglia mettersi in gioco di persona, qualunque cosa da fare è sempre compito di qualcun altro.
Poco dopo, mi ritrovo a camminare verso piazza Notar Domenico, la piazza che in tanti, sbagliando, chiamano "piazza quattro fontane". Alla mia destra c'è la chiesa del Purgatorio. Due bidoni dell'immondizia fanno da cornice ad un portone laterale. Mi prudono le mani per la rabbia.
Raggiungo piazza Arcangelo Scacchi. Ad accogliermi, trovo 8 gigantesche pietre, non me ne voglia nessuno, ma mi sembrano lapidi funerarie. Su ogni pietra è stata incisa una lettera greca, c'è scritto: "ΣIΣΣITIA" (SYSSITIA). I miei concittadini cercano di leggere e il risultato è alquanto comico: "EIEEITIA", "EIEEIZIA", "ZIZZITIA", "ZIZZIZIA", per fortuna su una locandina, tra parentesi, compare la scritta "syssitia". Ma nonostante questo, i dubbi permangono, c'è chi legge "syssitia", e prontamente qualcun altro ribatte: "Eh no! si legge "syssizia!!!" I due signori, mentre polemizzano sulla pronuncia, si allontanano, senza essersi resi conto su quale sia il tema della manifestazione. Non sanno che spettacolo c'è in questi giorni, in quel teatro malridotto.
Si vuole fare a Gravina un museo della pietra e dell'acqua. Tra le altre cose, stamattina, i partecipanti del laboratorio, sono a passeggio nella gravina, proprio vicino a quello che doveva essere il fiore all'occhiello non solo di Gravina, ma di un intera nazione. Il parco archeologico: uno dei più grandi d'Europa, finito come tutti sappiamo, fra cancelli divelti, immondizia e una scia di vicende giudiziarie che non solo non fanno onore alla nostra Città, ma hanno tarpato le ali ad un settore economico, di cui Gravina ha tanto bisogno.
F.to Vincenzo Martemucci
vorrei raccontare la mia passeggiata nel Piaggio di Gravina, e fra le vie del centro storico.
Felice per la possibilità di poter visitare il rione, mi incammino speranzoso verso il Piaggio. Raggiungo la Chiesa rupestre di San Basilio, scatto qualche foto e riprendo a scendere verso la parte più antica del nostro Centro Storico.
La mia prima volta al Piaggio. Tra il degrado e l'abbandono, spunta un mercatino, dove un venditore, forse deluso dalla serata, dice ad un cliente: "Dottore, e compratelo un ricordino, non ho venduto niente finora". Siamo tra le macerie di una Gravina per troppo tempo dimenticata, visitata da persone che fra sorrisi, una birra e due risate, non riescono a comprendere, o forse cercano di distorcere, la realtà delle cose.
Mi allontano, amareggiato, fra i commenti dei miei concittadini: "Eh, ma se solo aggiustassero quaggiù...". "Sì sì , lo devono fare". Parlano di chissà chi, di qualcuno che sceso dal cielo, sistemi tutto in un batter d'occhio. Sembra che mai nessuno a Gravina voglia mettersi in gioco di persona, qualunque cosa da fare è sempre compito di qualcun altro.
Poco dopo, mi ritrovo a camminare verso piazza Notar Domenico, la piazza che in tanti, sbagliando, chiamano "piazza quattro fontane". Alla mia destra c'è la chiesa del Purgatorio. Due bidoni dell'immondizia fanno da cornice ad un portone laterale. Mi prudono le mani per la rabbia.
Raggiungo piazza Arcangelo Scacchi. Ad accogliermi, trovo 8 gigantesche pietre, non me ne voglia nessuno, ma mi sembrano lapidi funerarie. Su ogni pietra è stata incisa una lettera greca, c'è scritto: "ΣIΣΣITIA" (SYSSITIA). I miei concittadini cercano di leggere e il risultato è alquanto comico: "EIEEITIA", "EIEEIZIA", "ZIZZITIA", "ZIZZIZIA", per fortuna su una locandina, tra parentesi, compare la scritta "syssitia". Ma nonostante questo, i dubbi permangono, c'è chi legge "syssitia", e prontamente qualcun altro ribatte: "Eh no! si legge "syssizia!!!" I due signori, mentre polemizzano sulla pronuncia, si allontanano, senza essersi resi conto su quale sia il tema della manifestazione. Non sanno che spettacolo c'è in questi giorni, in quel teatro malridotto.
Si vuole fare a Gravina un museo della pietra e dell'acqua. Tra le altre cose, stamattina, i partecipanti del laboratorio, sono a passeggio nella gravina, proprio vicino a quello che doveva essere il fiore all'occhiello non solo di Gravina, ma di un intera nazione. Il parco archeologico: uno dei più grandi d'Europa, finito come tutti sappiamo, fra cancelli divelti, immondizia e una scia di vicende giudiziarie che non solo non fanno onore alla nostra Città, ma hanno tarpato le ali ad un settore economico, di cui Gravina ha tanto bisogno.
F.to Vincenzo Martemucci