Lettere alla redazione
Casareale si difende da Mindicini
Nuova lettera dopo le accuse del regista
mercoledì 5 novembre 2014
13.21
Dall'avvocato Sergio Casareale riceviamo e pubblichiamo una nota di risposta alla lettera sottoscritta da Michele Mindicini e dalla compagnia Colpi di Scena.
"In riferimento alla lettera inviata nei giorni scorsi dal Sig. Mindicini Michele, dalla Compagnia teatrale "Colpi di Scena" e dal Teatro Vida, mi consentirà la Redazione una breve replica.
Si premette che allorquando si è in prima linea a difendere strenuamente le ragioni della legalità e della giustizia in favore di una comunità di appartenenza (infatti tutte le maggiori inchieste contro il malaffare di Palazzo di Città portano la mia firma e non certo quella di personaggi di un mondo virtuale), è logico aspettarsi colpi bassi.
E, in effetti, la lettera delirante del Mindicini, giunta a distanza di circa di 10 mesi da quella pubblicata dal sottoscritto e contenente la denuncia pubblica di un ricatto perpetrato dall'amministrazione comunale ed assecondato proprio dal Mindicini, concretizza un atto indegno, frutto di una miseria morale di chi l'ha concepita e che, per il suo contenuto gravemente diffamatorio e calunnioso, troverà adeguata sanzione nelle competenti sedi giudiziarie, all'uopo già interessate.
Nello specifico, per quello che riguarda l'aspetto di interesse pubblico, ovvero la disquisizione se vi fu o meno un'azione ricattatoria dell'attuale amministrazione nei confronti del Teatro Vida, finalizzata ad ottenere la testa del sottoscritto in cambio di contributi pubblici, va confermata appieno la mia precedente lettera aperta del 22/01/2014, risultando alquanto inverosimili le argomentazioni utilizzate – peraltro a distanza di molto tempo – dal Minidicini e che giustificano il mio "divorzio" dal Teatro Vida e dalla Compagnia teatrale, per ragioni legate a motivi di risentimento che lo scrivente avrebbe maturato dopo le elezioni amministrative del maggio 2012.
Per incidens, detto che, ancora adesso, vado fiero dei miei 111 voti puliti ed onesti, diversamente da chi ha ottenuto 400 voti a botta di scatoloni di cornetti surgelati o di monete da 50 euro, guadagnandosi in tal guisa lo scranno in Consiglio comunale, l'affermazione del Mindicini è palesemente falsa, così come è mendace quella seconda la quale il sottoscritto avrebbe violato gli accordi che volevano il Teatro Vida e l'Associazione Colpi di Scena come apartitiche e apolitiche.
Il sottoscritto, da sempre animato, per chi lo conosce, da una forte passione politica, giammai avrebbe potuto rinunciare ad un diritto costituzionalmente garantito per cui tutti i cittadini possono concorrere alle cariche elettive, né ha inteso servirsi del teatro Vida e della Compagnia Colpi di Scena per fare campagna elettorale.
Chi ha frequentato il teatro in quel periodo sa che non è stato distribuito al suo interno alcun materiale di propaganda elettorale, né sono stati mai chiesti dei voti, tanto più se si considera che la Signora Debora Schinco (Presidente del teatro Vida), sosteneva un candidato dell'UDC, formazione politica che, come è noto, appoggiava e appoggia tuttora l'attuale Sindaco.
Per questo, nessun risentimento poteva mai nascere in me nei confronti degli amici della compagnia e del teatro.
La riprova è nel fatto che da giugno 2012, la compagnia "Colpi di Scena", ha allestito lo spettacolo "Monsieur Masure", portandolo in scena in tutta Italia (da Cirò Marina a Sant'Urbano fino ad Arezzo) conseguendo, peraltro, moltissimi premi.
Lo stesso si è ripetuto nel 2013 con l'allestimento della commedia "Non era la quinta ma la nona".
Domanda: se non ci fosse stato un clima di autentica armonia all'interno del gruppo, come sarebbe stato possibile protrarre il sodalizio per un così lungo tempo ed all'insegna di grandi successi?
Del pari, si sostiene che il sottoscritto sarebbe venuto meno ai suoi impegni economici ed organizzativi.
Anche siffatta affermazione è agevolmente smentibile: il sottoscritto, fuoriuscito dal Teatro Vida sin dal giorno 04/10/2013, a seguito dell'incontro narrato nella lettera aperta del 22/01/2014, pur di onorare gli impegni già presi dal Teatro, il 16/11/2013, da attore protagonista della commedia, garantiva la realizzazione dello spettacolo "Mia famiglia", considerando, anche in ragione dei suoi ideali cristiani, che si trattava di una manifestazione di beneficienza realizzata per la mensa della Parrocchia di San Francesco.
La verità quindi è un'altra, inconfutabile, così riassumibile: il duo Mindicini-Schinco, da settembre 2013, aveva deciso di puntare ad ottenere, a tutti i costi, i finanziamenti del Comune, sfruttando al meglio la presenza in Giunta del Divella e del Santomasi (la cui moglie è tuttora componente della compagnia Colpi di Scena).
Ma, per riuscire nell'intento – così come avevano più volte predicato, invano, gli amministratori – occorreva che il "rompiscatole di Casareale" si facesse da parte.
E semmai l'Amministrazione si fosse permessa di elargire un solo centesimo, l'Assessora alla Cultura minacciava l'apertura di una crisi politica.
Sig. Mindicini, questa è la realtà che pure tu conosci e che trova riscontro in alcune registrazioni foniche in possesso del sottoscritto e portate al vaglio della Magistratura penale.
Oggi, invece, il Mindicini, forse per accontentare il potere politico - stranamente ancora in silenzio nonostante sia stato pesantemente chiamato in causa -, si è inventato fatti e circostanze, coinvolgendo in questo squallido tentativo anche la sua Compagnia teatrale, pur se i suoi membri storici hanno dichiarato di non sapere nulla della sua iniziativa ed hanno, altresì, manifestato il loro dissenso.
In conclusione: aspettiamo che la verità maturi ed allora sapremo chi sono realmente i portatori delle maschere".
Avv. Sergio Casareale
"In riferimento alla lettera inviata nei giorni scorsi dal Sig. Mindicini Michele, dalla Compagnia teatrale "Colpi di Scena" e dal Teatro Vida, mi consentirà la Redazione una breve replica.
Si premette che allorquando si è in prima linea a difendere strenuamente le ragioni della legalità e della giustizia in favore di una comunità di appartenenza (infatti tutte le maggiori inchieste contro il malaffare di Palazzo di Città portano la mia firma e non certo quella di personaggi di un mondo virtuale), è logico aspettarsi colpi bassi.
E, in effetti, la lettera delirante del Mindicini, giunta a distanza di circa di 10 mesi da quella pubblicata dal sottoscritto e contenente la denuncia pubblica di un ricatto perpetrato dall'amministrazione comunale ed assecondato proprio dal Mindicini, concretizza un atto indegno, frutto di una miseria morale di chi l'ha concepita e che, per il suo contenuto gravemente diffamatorio e calunnioso, troverà adeguata sanzione nelle competenti sedi giudiziarie, all'uopo già interessate.
Nello specifico, per quello che riguarda l'aspetto di interesse pubblico, ovvero la disquisizione se vi fu o meno un'azione ricattatoria dell'attuale amministrazione nei confronti del Teatro Vida, finalizzata ad ottenere la testa del sottoscritto in cambio di contributi pubblici, va confermata appieno la mia precedente lettera aperta del 22/01/2014, risultando alquanto inverosimili le argomentazioni utilizzate – peraltro a distanza di molto tempo – dal Minidicini e che giustificano il mio "divorzio" dal Teatro Vida e dalla Compagnia teatrale, per ragioni legate a motivi di risentimento che lo scrivente avrebbe maturato dopo le elezioni amministrative del maggio 2012.
Per incidens, detto che, ancora adesso, vado fiero dei miei 111 voti puliti ed onesti, diversamente da chi ha ottenuto 400 voti a botta di scatoloni di cornetti surgelati o di monete da 50 euro, guadagnandosi in tal guisa lo scranno in Consiglio comunale, l'affermazione del Mindicini è palesemente falsa, così come è mendace quella seconda la quale il sottoscritto avrebbe violato gli accordi che volevano il Teatro Vida e l'Associazione Colpi di Scena come apartitiche e apolitiche.
Il sottoscritto, da sempre animato, per chi lo conosce, da una forte passione politica, giammai avrebbe potuto rinunciare ad un diritto costituzionalmente garantito per cui tutti i cittadini possono concorrere alle cariche elettive, né ha inteso servirsi del teatro Vida e della Compagnia Colpi di Scena per fare campagna elettorale.
Chi ha frequentato il teatro in quel periodo sa che non è stato distribuito al suo interno alcun materiale di propaganda elettorale, né sono stati mai chiesti dei voti, tanto più se si considera che la Signora Debora Schinco (Presidente del teatro Vida), sosteneva un candidato dell'UDC, formazione politica che, come è noto, appoggiava e appoggia tuttora l'attuale Sindaco.
Per questo, nessun risentimento poteva mai nascere in me nei confronti degli amici della compagnia e del teatro.
La riprova è nel fatto che da giugno 2012, la compagnia "Colpi di Scena", ha allestito lo spettacolo "Monsieur Masure", portandolo in scena in tutta Italia (da Cirò Marina a Sant'Urbano fino ad Arezzo) conseguendo, peraltro, moltissimi premi.
Lo stesso si è ripetuto nel 2013 con l'allestimento della commedia "Non era la quinta ma la nona".
Domanda: se non ci fosse stato un clima di autentica armonia all'interno del gruppo, come sarebbe stato possibile protrarre il sodalizio per un così lungo tempo ed all'insegna di grandi successi?
Del pari, si sostiene che il sottoscritto sarebbe venuto meno ai suoi impegni economici ed organizzativi.
Anche siffatta affermazione è agevolmente smentibile: il sottoscritto, fuoriuscito dal Teatro Vida sin dal giorno 04/10/2013, a seguito dell'incontro narrato nella lettera aperta del 22/01/2014, pur di onorare gli impegni già presi dal Teatro, il 16/11/2013, da attore protagonista della commedia, garantiva la realizzazione dello spettacolo "Mia famiglia", considerando, anche in ragione dei suoi ideali cristiani, che si trattava di una manifestazione di beneficienza realizzata per la mensa della Parrocchia di San Francesco.
La verità quindi è un'altra, inconfutabile, così riassumibile: il duo Mindicini-Schinco, da settembre 2013, aveva deciso di puntare ad ottenere, a tutti i costi, i finanziamenti del Comune, sfruttando al meglio la presenza in Giunta del Divella e del Santomasi (la cui moglie è tuttora componente della compagnia Colpi di Scena).
Ma, per riuscire nell'intento – così come avevano più volte predicato, invano, gli amministratori – occorreva che il "rompiscatole di Casareale" si facesse da parte.
E semmai l'Amministrazione si fosse permessa di elargire un solo centesimo, l'Assessora alla Cultura minacciava l'apertura di una crisi politica.
Sig. Mindicini, questa è la realtà che pure tu conosci e che trova riscontro in alcune registrazioni foniche in possesso del sottoscritto e portate al vaglio della Magistratura penale.
Oggi, invece, il Mindicini, forse per accontentare il potere politico - stranamente ancora in silenzio nonostante sia stato pesantemente chiamato in causa -, si è inventato fatti e circostanze, coinvolgendo in questo squallido tentativo anche la sua Compagnia teatrale, pur se i suoi membri storici hanno dichiarato di non sapere nulla della sua iniziativa ed hanno, altresì, manifestato il loro dissenso.
In conclusione: aspettiamo che la verità maturi ed allora sapremo chi sono realmente i portatori delle maschere".
Avv. Sergio Casareale