Lettere alla redazione
Io, uomo libero, ricattato dalla politica
Lettera aperta dell'avvocato Sergio Casareale
mercoledì 22 gennaio 2014
13.15
Ringrazio vivamente la Redazione se mi consente di pubblicare questa lettera aperta che vorrei dedicare a tutti gli uomini liberi della nostra comunità perché siano informati di una vicenda assai riprovevole accaduta in questi ultimi mesi e che riguarda il Teatro Vida.
Era il primo maggio del 2009 quando, con Michele Mindicini e il defunto Pippo Schinco, si decise di porre rimedio ad una mancanza di un contenitore culturale all'interno del quale, dopo quasi 20 anni dalla chiusura del prestigioso Teatro Mastrogiacomo, si potesse fare cultura, riconoscendo che una città dove non c'è cultura non solo non progredisce, ma muore letteralmente nei suoi valori più profondi di comunità, esattamente come avviene per una pianta che non conosce più il sapore salvifico dell'acqua. E così, in un vecchio locale di via Giardini nr.72, fino ad allora adibito a deposito, dopo appena cinque mesi di incessanti lavori seguiti con particolare attenzione e dedizione, spinti dalla curiosità di vedere realizzata un'opera così agognata e già ricca di mille prospettive, il 29 ottobre veniva inaugurato il Teatro Vida. La scelta iniziale fu precisa: i tre folli avrebbero dovuto mettere mano ai propri risparmi ovvero contrarre dei mutui, senza aspettare le grazie dei politici, da sempre insensibili al tema della cultura. La nostra, in sintesi, fu una scelta di libertà e di indipendenza dal potere politico che, molte volte, mortifica l'uomo sino al punto da annientarne la sua dignità. E non è un caso che, nei primi anni, pur rapportandoci con il potere politico espresso dalle diverse Amministrazione locali, i risultati non sono stati granché, al punto che per ottenere l'apposizione, in diversi punti della città, del cartello "Teatro", si aspettò l'arrivo del Commissario prefettizio.
Le cose sarebbero cambiate radicalmente a partire dall'aprile del 2012 quando, in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale, il sottoscritto scendeva in campo come candidato indipendente nelle liste del PRI. Per il sottoscritto, da sempre conosciuto come uomo di lunga e coerente militanza nella destra missina, dopo i dissidi con chi quella destra compromessa, ancora oggi rappresentata a livello locale, quella era una scelta da semplice cittadino libero ed indipendente, animato dalla sola volontà di servire la sua gente, con onestà ed integrità. Dopo le elezioni, non eletto, ho voluto continuare a realizzare quel programma forte divulgato in campagna elettorale, mettendo in luce una serie di scandali. Di qui, le denunce sulla truffa delle Commissioni consiliari, su San Vito Vecchio, sulla gestione degli appalti e, da ultimo, nel settembre scorso, sulla questione Tradeco. Tutte vicende che, ancora oggi, creano un forte imbarazzo per il potere politico costituito, messo pesantemente sotto accusa dall'Autorità giudiziaria.
In questo contesto, come soggetto promotore di cultura, il Teatro Vida ha continuato a rapportarsi con la P.A., sollecitando attenzioni e, soprattutto aiuti, per un progetto, come la Stagione di prosa che , di anno in anno, per le numerose Compagnie che si esibiscono, diventa un punto di riferimento, anche di promozione turistica oltre che culturale.
Di qui, nasce il ricatto perpetrato dalla politica locale, nei suoi massimi vertici, a danno del Teatro Vida e, soprattutto, del sottoscritto. Il segnale arriva chiaro e preciso: sino a quando al vostro interno continuerete ad annoverare l'Avv. Sergio Casareale, il Comune non vi elargirà neppure un centesimo. Dopo trattative, curate ovviamente all'insaputa del sottoscritto, i due soci del Teatro Vida (Michele Mindicini e Debora Schinco) cedono e consumato il loro accordo scellerato con l'Amministrazione. Siamo al 5 ottobre del 2013 quando, dopo un acceso diverbio nel quale il disegno ordito viene disvelato dai due, si consuma la frattura insanabile, perché alle parole del Mindicini "Noi abbiamo bisogno dei soldi dell'Amministrazione, per cui o tu ti fai i cazzi tuoi, oppure te ne vai", il sottoscritto ha deciso, da uomo libero, di andarsene. Ricevuta rassicurazione di quanto era accaduto e comunicato l'evento coram populo attraverso una intervista rilasciata alla Vostra Redazione il 30 ottobre, l'Amministrazione con Delibera nr.158 del 14/10/2013, pubblicata il 22/10/2013, concedeva al Teatro Vida e alla Compagnia Teatrale Colpi di Scena, all'interno della quale milita anche la moglie dell'Assessore Francesco Santomasi, divenuto amministratore pubblico proprio il 14/10/2013, un contributo di 6100 euro. Di li a poco, poi, il Teatro Vida diventerà il luogo di culto di questa Amministrazione, con una serie di manifestazioni ancora oggi da essa sponsorizzate.
Questa la verità dei fatti e la storia di un ricatto subito da chi aveva deciso di dare un suo contributo a favore della cultura, non solo impiegando cospicue risorse (la quota di 23 mila euro, gli sarà restituita, con effetti cambiari, solo entro la fine di febbraio del 2015), ma vivendo da protagonista oltre 160 spettacoli in giro per l'Italia, onorando al meglio i colori di questo paese, e facendosi apprezzare, con tutto lo splendido gruppo, per la qualità dei lavori portati in scena, visti i tantissimi premi conseguiti.
Epitteto, questo vecchio filosofo greco, diceva che l'uomo colto è libero.
Come tanti al mio posto, ho scelto la libertà, ne sono fiero!
Ai soci del Teatro che hanno ceduto all'ignobile ricatto e a quanti ne sono stati gli artefici sfruttando la funzione pubblica, lascio solo il tempo di riscattarsi dalla profonda ignoranza in cui hanno deciso di vivere. Peccato che, ancora una volta, a pagarne le conseguenze, sia una intera comunità.
Avv. Sergio Casareale
(Spazio a pagamento)
Era il primo maggio del 2009 quando, con Michele Mindicini e il defunto Pippo Schinco, si decise di porre rimedio ad una mancanza di un contenitore culturale all'interno del quale, dopo quasi 20 anni dalla chiusura del prestigioso Teatro Mastrogiacomo, si potesse fare cultura, riconoscendo che una città dove non c'è cultura non solo non progredisce, ma muore letteralmente nei suoi valori più profondi di comunità, esattamente come avviene per una pianta che non conosce più il sapore salvifico dell'acqua. E così, in un vecchio locale di via Giardini nr.72, fino ad allora adibito a deposito, dopo appena cinque mesi di incessanti lavori seguiti con particolare attenzione e dedizione, spinti dalla curiosità di vedere realizzata un'opera così agognata e già ricca di mille prospettive, il 29 ottobre veniva inaugurato il Teatro Vida. La scelta iniziale fu precisa: i tre folli avrebbero dovuto mettere mano ai propri risparmi ovvero contrarre dei mutui, senza aspettare le grazie dei politici, da sempre insensibili al tema della cultura. La nostra, in sintesi, fu una scelta di libertà e di indipendenza dal potere politico che, molte volte, mortifica l'uomo sino al punto da annientarne la sua dignità. E non è un caso che, nei primi anni, pur rapportandoci con il potere politico espresso dalle diverse Amministrazione locali, i risultati non sono stati granché, al punto che per ottenere l'apposizione, in diversi punti della città, del cartello "Teatro", si aspettò l'arrivo del Commissario prefettizio.
Le cose sarebbero cambiate radicalmente a partire dall'aprile del 2012 quando, in occasione delle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale, il sottoscritto scendeva in campo come candidato indipendente nelle liste del PRI. Per il sottoscritto, da sempre conosciuto come uomo di lunga e coerente militanza nella destra missina, dopo i dissidi con chi quella destra compromessa, ancora oggi rappresentata a livello locale, quella era una scelta da semplice cittadino libero ed indipendente, animato dalla sola volontà di servire la sua gente, con onestà ed integrità. Dopo le elezioni, non eletto, ho voluto continuare a realizzare quel programma forte divulgato in campagna elettorale, mettendo in luce una serie di scandali. Di qui, le denunce sulla truffa delle Commissioni consiliari, su San Vito Vecchio, sulla gestione degli appalti e, da ultimo, nel settembre scorso, sulla questione Tradeco. Tutte vicende che, ancora oggi, creano un forte imbarazzo per il potere politico costituito, messo pesantemente sotto accusa dall'Autorità giudiziaria.
In questo contesto, come soggetto promotore di cultura, il Teatro Vida ha continuato a rapportarsi con la P.A., sollecitando attenzioni e, soprattutto aiuti, per un progetto, come la Stagione di prosa che , di anno in anno, per le numerose Compagnie che si esibiscono, diventa un punto di riferimento, anche di promozione turistica oltre che culturale.
Di qui, nasce il ricatto perpetrato dalla politica locale, nei suoi massimi vertici, a danno del Teatro Vida e, soprattutto, del sottoscritto. Il segnale arriva chiaro e preciso: sino a quando al vostro interno continuerete ad annoverare l'Avv. Sergio Casareale, il Comune non vi elargirà neppure un centesimo. Dopo trattative, curate ovviamente all'insaputa del sottoscritto, i due soci del Teatro Vida (Michele Mindicini e Debora Schinco) cedono e consumato il loro accordo scellerato con l'Amministrazione. Siamo al 5 ottobre del 2013 quando, dopo un acceso diverbio nel quale il disegno ordito viene disvelato dai due, si consuma la frattura insanabile, perché alle parole del Mindicini "Noi abbiamo bisogno dei soldi dell'Amministrazione, per cui o tu ti fai i cazzi tuoi, oppure te ne vai", il sottoscritto ha deciso, da uomo libero, di andarsene. Ricevuta rassicurazione di quanto era accaduto e comunicato l'evento coram populo attraverso una intervista rilasciata alla Vostra Redazione il 30 ottobre, l'Amministrazione con Delibera nr.158 del 14/10/2013, pubblicata il 22/10/2013, concedeva al Teatro Vida e alla Compagnia Teatrale Colpi di Scena, all'interno della quale milita anche la moglie dell'Assessore Francesco Santomasi, divenuto amministratore pubblico proprio il 14/10/2013, un contributo di 6100 euro. Di li a poco, poi, il Teatro Vida diventerà il luogo di culto di questa Amministrazione, con una serie di manifestazioni ancora oggi da essa sponsorizzate.
Questa la verità dei fatti e la storia di un ricatto subito da chi aveva deciso di dare un suo contributo a favore della cultura, non solo impiegando cospicue risorse (la quota di 23 mila euro, gli sarà restituita, con effetti cambiari, solo entro la fine di febbraio del 2015), ma vivendo da protagonista oltre 160 spettacoli in giro per l'Italia, onorando al meglio i colori di questo paese, e facendosi apprezzare, con tutto lo splendido gruppo, per la qualità dei lavori portati in scena, visti i tantissimi premi conseguiti.
Epitteto, questo vecchio filosofo greco, diceva che l'uomo colto è libero.
Come tanti al mio posto, ho scelto la libertà, ne sono fiero!
Ai soci del Teatro che hanno ceduto all'ignobile ricatto e a quanti ne sono stati gli artefici sfruttando la funzione pubblica, lascio solo il tempo di riscattarsi dalla profonda ignoranza in cui hanno deciso di vivere. Peccato che, ancora una volta, a pagarne le conseguenze, sia una intera comunità.
Avv. Sergio Casareale
(Spazio a pagamento)