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Passeggiando con la storia

Armi, divise, cimeli da guerra e da caccia nel patrimonio della Fondazione Pomarici Santomasi

Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari

Certamente, la storia non è composta solo da fatti positivi o non la si può considerare solo per le sue positività. Anche quelli negativi, purtroppo, hanno fatto, fanno e faranno storia. Pensiamo alle persecuzioni, agli assedi, agli eccidi, alle stragi, agli incendi di intere città, alle guerre, alle distruzioni di massa, alle dittature. La completezza di indagine, di studio, di ricerca presuppone uno sguardo a 360 gradi. In questa ottica e con questa salda convinzione, mi sono appropinquato a mettere in luce aspetti della nostra vita cittadina, attraverso le armi, le divise militari, i cimeli da guerra e da caccia conservati presso la Fondazione Pomarici Santomasi. Un corredo importante, la maggior parte del quale è riconducibile alle fasi di alcuni conflitti che hanno determinato la storia d'Italia. In questo mese, in cui sono state rievocate le gesta riferite alla 1° Guerra Mondiale, mi è sembrato opportuno dedicare una pagina della rubrica a qualcosa che fosse attinente a quelle gloriose, vittoriose e insanguinate pagine di storia.

La collezione di armi e cimeli militari posseduta dalla Fondazione "Ettore Pomarici Santomasi" di Gravina può essere divisa in tre differenti nuclei omogenei considerandone la cronologia o la diversa provenienza. Il nucleo più antico, e più importante, è costituito da armi e divise borboniche databili tra il 1832 ed il 1850. Si tratta di una montura completa per la Guardia d'Onore, di uno Shakot di fanteria di linea nonché di una serie di armi bianche e da fuoco ascrivibili a fabbriche del Regno delle Due Sicilie. La presenza di materiale della Guardia d'Onore, corpo volontario con funzioni di scorta e di polizia aperto a rappresentanti della nobiltà e dell'alta borghesia, porta ad ipotizzare, vista l'estrazione sociale della famiglia Pomarici Santomasi, la proprietà dell'intero nucleo ad uno dei suoi membri.

Della sezione e all'interno di essa le armi e le divise italiane comprese nell'arco cronologico tra la pre Unità d'Italia e la fine del secolo. Vi è un importante guidoncino della Guardia Nazionale unito ad una daga da sottufficiale marcato "Battaglione di Gravina" ; due divise complete e numerosi berretti o Kepy ; tutti i pezzi sono per misure e cronologia ascrivibili a non più di due persone ed anche qui viene facile pensare a membri della famiglia arruolatisi nella Guardia Nazionale e nel Regio Esercito: le stesse armi completano e concorrono ad avvalorare tale ipotesi.

Le armi da caccia, nel loro numero e diversità, illustrano con completezza sia le varie differenziazioni di questo sport, sia le fabbriche regnicole, quanto non della stessa Gravina, che producevano o riattivavano fucili su precise e specifiche indicazioni della committenza. Anche qui si passa da importanti esempi di alto valore storico e venale a più consueti esemplari destinati ad un mercato più vasto e con minori possibilità economiche.

Per quanto concerne i cimeli della 1a Guerra Mondiale la loro provenienza è certamente più varia e dovuta a varie donazioni al Museo da parte di singoli detentori e collezionisti, quest'ultima sezione, grazie anche al cospicuo numero di pezzi ceduti dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici Artistici e Storici della Puglia, illustra, nella quasi totalità, armi italiane ed austriache utilizzate negli anni 1915 - 1918.
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  • Giuseppe Massari
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