Passeggiando con la storia
Cardinale Frà Vincenzo Maria Orsini uscito indenne dal terremoto di Benevento (1688)
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 9 giugno 2022
12.00
Il ricordo di questa triste giornata lo desumiamo dal racconto riportato nel diario dell'arcivescovo cardinale ed estrapolato dalla pubblicazione: "I primi diari beenventani del Cardinale Vincenzo Maria Orsini, a cura di Giovanni Giordano, Editrice De Toma, Benevento, aprile 1984.
"Assistei alle funzioni di tal d', benedissi solennemente il fonte, battezzai un infante. A' venti hore, e mezza essendo apparecchiato per andare à cantare il vespero, e discorrendo col sig. Giovanni Battista Regina venne improvviso il terremoto con tant'empito, che rovinò tutta la città, e con essa il mio arciepiscopio, io colla mia stanza, e con quel gentil'huomo con cui discorreva precipitai dal primo appartamento infino al granaio.
Il gentil'huomo restò morto, ed io seppellito, fra le rovine, con in capo una figura di S. Filippo Neri, che vedeva sostenuto della SS. Vergine il tetto della Vallicella; mi diede luogo di rifiatare un pezzo della canonizzante della volta; quivi stetti qualche tempo salmeggiando, finche ricavatone da miei familiari, ne uscii semivivo, con l'occhi offesi dalla polvere della calcina.
Rovinarono colla città tutte, tutte le chiese, e le case precisamente dalla parte del fiume Sabbato, dalla parte di Calore non fu tanto la rovina, ma le case, che restarono in piedi, rimasero tutte lese. Estratto dalle rovine fui portato a Cappuccini dove vennero tutte le monache de' due monasterij di S. Pietro e di S. Vittorino; la notte si stette nell'orto de' Cappuccini seguitando i moti della terra".
Fin qui il racconto del diretto malcapitato. Notizie desunte da altre fonti, dirette e coeve, che è giusto citare:"Pompeo Sarnelli, Memorie dell'insigne collegio di S. Spirito della città di Benevento, presso G. Rosselli, Napoli, MDCLXXXVIII, pp. 73 – 74, 90; idem, Memorie cronologiche de' Vescovi ecc…o.c., Tertia Diocesan Synodus S. Beneventanae Ecclesiae, typis P.P. Ricepputi, Cesenae, NDCLXXXVIII, p. 30; Editti sub. Nn. 21, 23, 25, 26, permettono invece di riscoprire una volta ancora, la propria disponibilità, umana e sacerdotale, del grande arcivescovo.
"Seriamente compromesso con la vista e sanguinante per ferite varie al capo, alla mano e piede destri, l'Orsini, mentre è accompagnato per fuori Porta Rufina al convento della Pace, riceve una pisside con le sacre specie, tratta in salvo da un religioso conventuale, e, come ritrovando nuova forza, rivolge parole di conforto agli scampati, che gli si stringono d'intorno, e dà loro "speranza di risorgimento. La sera, incurante delle sue condizioni, scende dai Cappuccini per assistere e portare il viatico ad un moribondo, "non cessando dalle pastorali esortazioni".
Il giorno successivo, verso l'imbrunire, raggiunge Montesarchio e quivi organizza i primi urgenti soccorsi inviando in città "carri di pane, e medicamenti per gli feriti" e ordinando la distribuzione di ben "due mila tumola di grano, residuo del granajo in parte rovinato". Assumerà in seguito altri provvedimenti ed emetterà specifici editti per eliminare gravi disordini e abusi e per alleviare il disagio dei molti sinistrati fino a realizzare, e in tempi brevi, la ricostruzione della città. E si ricordi che Orsini è il capo spirituale non il rettore pontificio di Benevento p uno dei suoi magnifici consoli".
"Assistei alle funzioni di tal d', benedissi solennemente il fonte, battezzai un infante. A' venti hore, e mezza essendo apparecchiato per andare à cantare il vespero, e discorrendo col sig. Giovanni Battista Regina venne improvviso il terremoto con tant'empito, che rovinò tutta la città, e con essa il mio arciepiscopio, io colla mia stanza, e con quel gentil'huomo con cui discorreva precipitai dal primo appartamento infino al granaio.
Il gentil'huomo restò morto, ed io seppellito, fra le rovine, con in capo una figura di S. Filippo Neri, che vedeva sostenuto della SS. Vergine il tetto della Vallicella; mi diede luogo di rifiatare un pezzo della canonizzante della volta; quivi stetti qualche tempo salmeggiando, finche ricavatone da miei familiari, ne uscii semivivo, con l'occhi offesi dalla polvere della calcina.
Rovinarono colla città tutte, tutte le chiese, e le case precisamente dalla parte del fiume Sabbato, dalla parte di Calore non fu tanto la rovina, ma le case, che restarono in piedi, rimasero tutte lese. Estratto dalle rovine fui portato a Cappuccini dove vennero tutte le monache de' due monasterij di S. Pietro e di S. Vittorino; la notte si stette nell'orto de' Cappuccini seguitando i moti della terra".
Fin qui il racconto del diretto malcapitato. Notizie desunte da altre fonti, dirette e coeve, che è giusto citare:"Pompeo Sarnelli, Memorie dell'insigne collegio di S. Spirito della città di Benevento, presso G. Rosselli, Napoli, MDCLXXXVIII, pp. 73 – 74, 90; idem, Memorie cronologiche de' Vescovi ecc…o.c., Tertia Diocesan Synodus S. Beneventanae Ecclesiae, typis P.P. Ricepputi, Cesenae, NDCLXXXVIII, p. 30; Editti sub. Nn. 21, 23, 25, 26, permettono invece di riscoprire una volta ancora, la propria disponibilità, umana e sacerdotale, del grande arcivescovo.
"Seriamente compromesso con la vista e sanguinante per ferite varie al capo, alla mano e piede destri, l'Orsini, mentre è accompagnato per fuori Porta Rufina al convento della Pace, riceve una pisside con le sacre specie, tratta in salvo da un religioso conventuale, e, come ritrovando nuova forza, rivolge parole di conforto agli scampati, che gli si stringono d'intorno, e dà loro "speranza di risorgimento. La sera, incurante delle sue condizioni, scende dai Cappuccini per assistere e portare il viatico ad un moribondo, "non cessando dalle pastorali esortazioni".
Il giorno successivo, verso l'imbrunire, raggiunge Montesarchio e quivi organizza i primi urgenti soccorsi inviando in città "carri di pane, e medicamenti per gli feriti" e ordinando la distribuzione di ben "due mila tumola di grano, residuo del granajo in parte rovinato". Assumerà in seguito altri provvedimenti ed emetterà specifici editti per eliminare gravi disordini e abusi e per alleviare il disagio dei molti sinistrati fino a realizzare, e in tempi brevi, la ricostruzione della città. E si ricordi che Orsini è il capo spirituale non il rettore pontificio di Benevento p uno dei suoi magnifici consoli".