Passeggiando con la storia
Croce della Passione o del gallo
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 7 aprile 2022
Un po' di storia, su un oggetto sacro caduto in disuso non guasta. Con la puntata odierna si vuole trattare della Croce della Passione o del gallo. I riferimenti storici, la fonte è stato il testo redatto da Giuseppe Schinco: "La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo Secondo Giovanni. Sulle Croci della Passione di Gravina", inserito all'interno della pubblicazione: "Il Culto del SS. Crocifisso a Gravina in Puglia", a cura dell'Associazione Culturale SS. Crocifisso, Stampa Tipografica Eurografica, maggio 2018.
Le Croci della Passione sono particolari croci che riportano i simboli del martirio di Cristo. Queste croci si ritrovano costruite in profilati di ferro o in legno. Le prime, con l'inserzione dei simboli in ghisa, si sistemavano lungo le vie cittadine, in genere nelle antiche periferie; le seconde, quelle in legno, a Gravina hanno un riferimento diretto con le confraternite che le portavano in processione il Giovedì Santo, durante le loro collettive visite ai "Sepolcri di Cristo", (riti, purtroppo, caduti in disuso) e il Venerdì Santo nella processione del Legno Santo", (che, da tempo immemore, si è sempre snodata dalla chiesa di Sant'Agostino, dov'è conservato un prezioso reliquiario d'argento con un pezzo della Croce, n.d.r.).
Riprendo da Schinco : "Queste croci riportano, quasi in forma di narrazione, tutti gli oggetti utilizzati per il martirio di Cristo, strumenti della passione (arma Christi). Tra i numerosissimi strumenti riportati sulle croci, quelli presenti sulle testimonianze di Gravina, sono: la croce, i chiodi, l'iscrizione INRI, la corona di spine, la lancia, il flagello, la mano, il gallo, la spugna in cima ad un'asta, i dadi, la scala, la colonna, il velo della Veronica, il martello, la tenaglia, il sole, la luna e, non comune, una botticella per contenere aceto".
Generalmente, e nella maggior parte di questo tipo di croci, i simboli riportati erano quelli sopra elencati. Altre croci, invece, erano corredati da alcuni oggetti ritenuti più significativi, sempre, comunque, legati o connessi all'evento alla Passione e Morte di Cristo. Per onestà intellettuale è giusto precisare che la gran parte della simbologia, essenzialmente è tratta dal vangelo di Giovanni. Gli altri oggetti, sia pure da ritenere posticci, non confacenti alle fonti, sono espressione di una fede e di una tradizione popolare.
Il gallo a simboleggiare il canto durante il rinnegamento di Pietro. Il velo della Veronica, il panno di lino sul quale fu impresso il volto di Nostro Signore, mentre la Veronica si accinse ad asciugarlo. I dadi con i quali i soldati, dopo la morte di Cristo, sotto la croce, tirarono a sorte per divedersi le vesti. La spugna con la canna servì per dissetare Cristo quando disse ai soldati di avere sete. La scala utilizzata per mettere alla cima della croce l'insegna INRI, ma, anche, per deporre il Cristo, ormai, morto. Il martello la tenaglia, pur non essendo stati esplicitati nei vangeli, sono presenti nella iconografia delle croci che stiamo esaminando, forse più per pietà popolare e, probabilmente furono utilizzati per la crocifissione. I chiodi, perché, all'epoca, la crocifissione avveniva inchiodando i polsi dei condannato ad una traversa orizzontale di legno e i piedi direttamente sul palo verticale fissato sul terreno.
La mano ha, come tutti gli alti oggetti, un valore simbolico, ma dalle diverse interpretazioni. Può significare l'arto che è servito per schiaffeggiare Gesù, da parte di un soldato, durante l'interrogatorio nel Sinedrio, oppure, il riferimento al tradimento di Giuda: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, quello mi tradirà", passo tratto dal Vangelo di Matteo.
La corona di spine rientrava o doveva rientrare nella simbologia del Cristo Re dei giudei. La lancia, utilizzata dai soldati e inflitta sul costato di Cristo per accertarsi che fosse morto. Il sole e la luna, a ricordo dell'eclissi che si verificò dopo la morte di Cristo: "Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio", raccontano i vangeli.
Le Croci della Passione sono particolari croci che riportano i simboli del martirio di Cristo. Queste croci si ritrovano costruite in profilati di ferro o in legno. Le prime, con l'inserzione dei simboli in ghisa, si sistemavano lungo le vie cittadine, in genere nelle antiche periferie; le seconde, quelle in legno, a Gravina hanno un riferimento diretto con le confraternite che le portavano in processione il Giovedì Santo, durante le loro collettive visite ai "Sepolcri di Cristo", (riti, purtroppo, caduti in disuso) e il Venerdì Santo nella processione del Legno Santo", (che, da tempo immemore, si è sempre snodata dalla chiesa di Sant'Agostino, dov'è conservato un prezioso reliquiario d'argento con un pezzo della Croce, n.d.r.).
Riprendo da Schinco : "Queste croci riportano, quasi in forma di narrazione, tutti gli oggetti utilizzati per il martirio di Cristo, strumenti della passione (arma Christi). Tra i numerosissimi strumenti riportati sulle croci, quelli presenti sulle testimonianze di Gravina, sono: la croce, i chiodi, l'iscrizione INRI, la corona di spine, la lancia, il flagello, la mano, il gallo, la spugna in cima ad un'asta, i dadi, la scala, la colonna, il velo della Veronica, il martello, la tenaglia, il sole, la luna e, non comune, una botticella per contenere aceto".
Generalmente, e nella maggior parte di questo tipo di croci, i simboli riportati erano quelli sopra elencati. Altre croci, invece, erano corredati da alcuni oggetti ritenuti più significativi, sempre, comunque, legati o connessi all'evento alla Passione e Morte di Cristo. Per onestà intellettuale è giusto precisare che la gran parte della simbologia, essenzialmente è tratta dal vangelo di Giovanni. Gli altri oggetti, sia pure da ritenere posticci, non confacenti alle fonti, sono espressione di una fede e di una tradizione popolare.
Il gallo a simboleggiare il canto durante il rinnegamento di Pietro. Il velo della Veronica, il panno di lino sul quale fu impresso il volto di Nostro Signore, mentre la Veronica si accinse ad asciugarlo. I dadi con i quali i soldati, dopo la morte di Cristo, sotto la croce, tirarono a sorte per divedersi le vesti. La spugna con la canna servì per dissetare Cristo quando disse ai soldati di avere sete. La scala utilizzata per mettere alla cima della croce l'insegna INRI, ma, anche, per deporre il Cristo, ormai, morto. Il martello la tenaglia, pur non essendo stati esplicitati nei vangeli, sono presenti nella iconografia delle croci che stiamo esaminando, forse più per pietà popolare e, probabilmente furono utilizzati per la crocifissione. I chiodi, perché, all'epoca, la crocifissione avveniva inchiodando i polsi dei condannato ad una traversa orizzontale di legno e i piedi direttamente sul palo verticale fissato sul terreno.
La mano ha, come tutti gli alti oggetti, un valore simbolico, ma dalle diverse interpretazioni. Può significare l'arto che è servito per schiaffeggiare Gesù, da parte di un soldato, durante l'interrogatorio nel Sinedrio, oppure, il riferimento al tradimento di Giuda: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, quello mi tradirà", passo tratto dal Vangelo di Matteo.
La corona di spine rientrava o doveva rientrare nella simbologia del Cristo Re dei giudei. La lancia, utilizzata dai soldati e inflitta sul costato di Cristo per accertarsi che fosse morto. Il sole e la luna, a ricordo dell'eclissi che si verificò dopo la morte di Cristo: "Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio", raccontano i vangeli.