Passeggiando con la storia
Don Domenico Digiesi Sacerdote, Docente di Scienze naturali, Musicista, Poeta
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 31 agosto 2023
Nacque a Gravina in Puglia (Bari) il 14 gennaio 1867 da Michele e Carmela Tota. Studiò nel Seminario di Gravina e in quello arcivescovile di Bari. Fu ordinato sacerdote, il primo novembre del 1889, da monsignor Vincenzo Salvatore, vescovo di Gravina. Divenuto sacerdote, volle completare e migliorare la sua formazione culturale. Frequentò l'Ospizio mariano e l'Università di Napoli, dove si iscrisse, laureandosi in Scienze naturali e presso l'Almo Collegio dei teologi conseguendo la laurea in Teologia. Da teologo e dottore in Scienze Naturali rientrò a Gravina.
Fu cappellano della Madonna delle Grazie ed Archivista Capitolare; fu sostituto parroco, per nove anni, di S. Nicola e Santa Cecilia; per tre anni fu cancelliere della Curia vescovile; rettore della chiesa di S. Agostino per 30 anni, durante i quali fu padre spirituale della Confraternita dell'Addolorata, direttore del Sodalizio mariano e dell'Adorazione riparatrice. Fu fondatore del Sodalizio del Pio Transito di San Giuseppe, così come si legge in una lapide posta al lato dell'altare di san Giuseppe all'interno della chiesa parrocchiale agostiniana di San Giovanni Battista.
Dopo essere entrato a far parte del Capitolo cattedrale di Gravina in qualità di canonico, percorse tutte le tappe, ricoprendo la carica di Procuratore generale, Primicerio e di Cantore, fino a diventare Arcidiacono. Fu fine ed apprezzato musicista, organista e compositore di molte melodie sacre tra cui: S. Messe, Ave Maria, Te Deum, inni mariani ed eucaristici. Il sacerdote-musicista don Domenico, introdusse, dopo essersi perfezionato presso i Monaci Benedettini di Montevergine, cui era stato inviato dal Capitolo, il canto gregoriano, divenendo, tra l'altro, maestro di canto gregoriano delle Monache Carmelitane Scalze di Gravina. Compositore, organista, maestro di due meravigliose Schola Cantorum a Gravina e a Gioia del Colle, fondò e diresse cantorie anche a Santeramo, Acquaviva, Altamura, Gioia, Modugno, Bari, Spinazzola, Minervino.
Fu arguto, ironico, divertito, divertente e pungente poeta, soprattutto in vernacolo gravinese. Famoso il suo scrivere sotto lo pseudonimo di "Meste Michéle 'Nzerragghie". Tra le sue poesie, purtroppo non raccolte in uno specifico volume, vi sono La paraule de Meste Michele nzirragghie prime e doppe l'elezione du 11 fribbere 1906: Prime de l'elezione E chessa trombe? La prufézzi. Doppe le vutaziioune du 11 fribbere 1906. Gilusì, La Brutta Nove, Saup'o sparnuture, Tra do vicine, La Naive, Me senteche scangete, Ce' tiempe brutte, Quanne l'avime pigghiamannille, Le uagnedde de josce. I versi in italiano vanno dalla preghiera: canto per le anime del Purgatorio alla canzoncina a San Michele Arangelo, Isa e Nando, Dolce amico delle genti, A Carolina Calilli nel suo giorno onomastico.
Fu prete zelante, preciso, metodico, puntuale ai suoi doveri pastorali e professionali. In una scheda personale redatta da lui stesso, scrisse: "non frequento alcun luogo", porto l'abito ecclesiastico sempre, anche in casa". "Il mio metodo di vita: levata ore 5, Preghiera del mattino, Meditazione, Messa, Coro, Confessionale, Scuola, Pranzo, Letture, Coro, Confessionale, Visita SS. Sacramento a 24 ore; Studio, Rosario, Cena, alle 22.30 Riposo". Si spense, presso l'Ospedale di Gravina, all'età di 70 anni, il 9 giugno 1937.
Fu cappellano della Madonna delle Grazie ed Archivista Capitolare; fu sostituto parroco, per nove anni, di S. Nicola e Santa Cecilia; per tre anni fu cancelliere della Curia vescovile; rettore della chiesa di S. Agostino per 30 anni, durante i quali fu padre spirituale della Confraternita dell'Addolorata, direttore del Sodalizio mariano e dell'Adorazione riparatrice. Fu fondatore del Sodalizio del Pio Transito di San Giuseppe, così come si legge in una lapide posta al lato dell'altare di san Giuseppe all'interno della chiesa parrocchiale agostiniana di San Giovanni Battista.
Dopo essere entrato a far parte del Capitolo cattedrale di Gravina in qualità di canonico, percorse tutte le tappe, ricoprendo la carica di Procuratore generale, Primicerio e di Cantore, fino a diventare Arcidiacono. Fu fine ed apprezzato musicista, organista e compositore di molte melodie sacre tra cui: S. Messe, Ave Maria, Te Deum, inni mariani ed eucaristici. Il sacerdote-musicista don Domenico, introdusse, dopo essersi perfezionato presso i Monaci Benedettini di Montevergine, cui era stato inviato dal Capitolo, il canto gregoriano, divenendo, tra l'altro, maestro di canto gregoriano delle Monache Carmelitane Scalze di Gravina. Compositore, organista, maestro di due meravigliose Schola Cantorum a Gravina e a Gioia del Colle, fondò e diresse cantorie anche a Santeramo, Acquaviva, Altamura, Gioia, Modugno, Bari, Spinazzola, Minervino.
Fu arguto, ironico, divertito, divertente e pungente poeta, soprattutto in vernacolo gravinese. Famoso il suo scrivere sotto lo pseudonimo di "Meste Michéle 'Nzerragghie". Tra le sue poesie, purtroppo non raccolte in uno specifico volume, vi sono La paraule de Meste Michele nzirragghie prime e doppe l'elezione du 11 fribbere 1906: Prime de l'elezione E chessa trombe? La prufézzi. Doppe le vutaziioune du 11 fribbere 1906. Gilusì, La Brutta Nove, Saup'o sparnuture, Tra do vicine, La Naive, Me senteche scangete, Ce' tiempe brutte, Quanne l'avime pigghiamannille, Le uagnedde de josce. I versi in italiano vanno dalla preghiera: canto per le anime del Purgatorio alla canzoncina a San Michele Arangelo, Isa e Nando, Dolce amico delle genti, A Carolina Calilli nel suo giorno onomastico.
Fu prete zelante, preciso, metodico, puntuale ai suoi doveri pastorali e professionali. In una scheda personale redatta da lui stesso, scrisse: "non frequento alcun luogo", porto l'abito ecclesiastico sempre, anche in casa". "Il mio metodo di vita: levata ore 5, Preghiera del mattino, Meditazione, Messa, Coro, Confessionale, Scuola, Pranzo, Letture, Coro, Confessionale, Visita SS. Sacramento a 24 ore; Studio, Rosario, Cena, alle 22.30 Riposo". Si spense, presso l'Ospedale di Gravina, all'età di 70 anni, il 9 giugno 1937.