Passeggiando con la storia
Don Giuseppe Calabrese: docente, canonico, preside, scrittore
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 17 dicembre 2020
12.00
Mi sono reso conto che tracciare un profilo biografico di don Giuseppe Calabrese non è stato facile. Soprattutto nello scovare tra la sua ricca produzione bibliografica ed editoriale. Ho percepito, perciò, di trovarmi di fronte ad un colosso della cultura teologica, catechetica, linguistica, letteraria. Ad un personaggio illustre cui la nostra città gli ha dato i natali nel lontano 19 maggio 1881. Avviato al sacerdozio, ricevette l'unzione sacramentale da mons. Cristoforo Maiello il 17 dicembre 1904. Sul piano sacerdotale, per i suoi meriti, il 1933 fu insignito del titolo di Canonico onorario del Capitolo cattedrale di Gravina.
Si laureò in Lettere, diplomandosi in Magistero e Filologia, il 14 luglio 1905, discutendo la tesi di laurea su : "Origini del Melodramma Sacro in Roma", dedicata a Francesco Torraca e Domenico Cavallera. Il lavoro, unico nel suo genere, poiché nessuno aveva mai affrontato uno studio serio sul melodramma sacro, fu stampato per i tipi della locale Tipografia Attolini. Cosa ancora più sorprendente è che quello stesso studio è stato pubblicato più di recente dall'Università della California.
Docente presso le scuole ginnasiali superori annesse al Seminario di Gravina, poi presso le scuole tecniche di Gravina per l'insegnamento della lingua italiana. Dopo la parentesi come cappellano militare nel corso della Grande guerra, in cui scrisse il Manuale del Soldato, tornò all'insegnamento prima presso il Regio Ginnasio superiore di Altamura e, successivamente, quale Primo vincitore del concorso a cattedra di materie letterarie nelle scuole pareggiate d'Italia, fu destinato ad essere docente straordinario presso il Regio Ginnasio di Gioia del Colle, passando, anche, dal Convitto nazionale di Arpino, in provincia di Frosinone, a Giovinazzo.
Ritornato definitivamente ad Altamura per insegnare nel Liceo Ginnasio Cagnazzi di Altamura, diventa preside, fino al 1951, anno del suo pensionamento, della locale Scuola Media e che per suo interessamento riesce ad ottenere l'apertura di una sezione staccata, anche, a Gravina.
Uomo di spessore culturale non dimentica di essere sacerdote, votato cioè alla missione evangelizzatrice del Messaggio di Cristo. E', soprattutto, in questa veste che mette a segno il suo genio di scrittore. Negli anni 30 pubblica, per i tipi della Carabba editore di Lanciano, cinque volumi di un corso di religione per i ginnasi, intitolato La Scuola è Tempio.
Sensibile a percepire i segni dei tempi, dall'alto delle sue antenne culturali, nell'ambito di una scuola che veniva scossa dai mutamenti correnti, dette alle stampe un corso di religione in tre volumi, destinato agli alunni delle Scuole dell'Ordine Medio ed Artistico, che intitolò Aer Puro, ispirandosi ad una frase usata da Dante Alighieri nel Purgatorio. Quest'opera fu soggetta ad altre edizioni e ad altre ristampe. Per gli alunni della scuola Tecnica, invece, pubblicò un piccolo testo intitolato Ars scribendi
Al pari di quell'interesse che mostrò verso gli alunni più adulti, il suo intelletto proseguì il suo lungo percorso culturale e formativo, pensando alla formazione, anche dei più piccoli scolari. Per essi scrisse alcuni volumetti di catechismo: La Scuola di Gesù, edito da Giuseppe Carabba di Lanciano, riconosciuti ed approvati, nel 1926, dal Ministero della Cultura Popolare quali testi scolastici.
La sua esperienza bibliografica non può dirsi conclusa se non fa riferimento ad una pubblicazione, La Verginità, frutto di conversazioni religiose con Filippo Tomeo, Pastore della Chiesa Protestante di Gravina, svoltesi nel chiostro dell'ex convento di sant'Agostino, sulla Verginità di Maria Santissima. Alla luce di ciò, si può ben dire che, attraverso questi dialoghi, furono gettate le basi per un ecumenismo serio. I due, consapevolmente o inconsapevolmente, furono i pionieri di queste aperture subentrate solo dopo il Concilio Vaticano II.
Dopo una vita dedicata all'insegnamento, alla catechizzazione delle giovani generazioni, e un lungo periodo di sofferenza fisica, il suo cuore cessò di battere, nella città di Altamura, dove viveva con la sorella, la sera del 7 luglio 1964. I funerali solenni furono celebrati, nella cattedrale di Gravina, il 10 seguente.
Si laureò in Lettere, diplomandosi in Magistero e Filologia, il 14 luglio 1905, discutendo la tesi di laurea su : "Origini del Melodramma Sacro in Roma", dedicata a Francesco Torraca e Domenico Cavallera. Il lavoro, unico nel suo genere, poiché nessuno aveva mai affrontato uno studio serio sul melodramma sacro, fu stampato per i tipi della locale Tipografia Attolini. Cosa ancora più sorprendente è che quello stesso studio è stato pubblicato più di recente dall'Università della California.
Docente presso le scuole ginnasiali superori annesse al Seminario di Gravina, poi presso le scuole tecniche di Gravina per l'insegnamento della lingua italiana. Dopo la parentesi come cappellano militare nel corso della Grande guerra, in cui scrisse il Manuale del Soldato, tornò all'insegnamento prima presso il Regio Ginnasio superiore di Altamura e, successivamente, quale Primo vincitore del concorso a cattedra di materie letterarie nelle scuole pareggiate d'Italia, fu destinato ad essere docente straordinario presso il Regio Ginnasio di Gioia del Colle, passando, anche, dal Convitto nazionale di Arpino, in provincia di Frosinone, a Giovinazzo.
Ritornato definitivamente ad Altamura per insegnare nel Liceo Ginnasio Cagnazzi di Altamura, diventa preside, fino al 1951, anno del suo pensionamento, della locale Scuola Media e che per suo interessamento riesce ad ottenere l'apertura di una sezione staccata, anche, a Gravina.
Uomo di spessore culturale non dimentica di essere sacerdote, votato cioè alla missione evangelizzatrice del Messaggio di Cristo. E', soprattutto, in questa veste che mette a segno il suo genio di scrittore. Negli anni 30 pubblica, per i tipi della Carabba editore di Lanciano, cinque volumi di un corso di religione per i ginnasi, intitolato La Scuola è Tempio.
Sensibile a percepire i segni dei tempi, dall'alto delle sue antenne culturali, nell'ambito di una scuola che veniva scossa dai mutamenti correnti, dette alle stampe un corso di religione in tre volumi, destinato agli alunni delle Scuole dell'Ordine Medio ed Artistico, che intitolò Aer Puro, ispirandosi ad una frase usata da Dante Alighieri nel Purgatorio. Quest'opera fu soggetta ad altre edizioni e ad altre ristampe. Per gli alunni della scuola Tecnica, invece, pubblicò un piccolo testo intitolato Ars scribendi
Al pari di quell'interesse che mostrò verso gli alunni più adulti, il suo intelletto proseguì il suo lungo percorso culturale e formativo, pensando alla formazione, anche dei più piccoli scolari. Per essi scrisse alcuni volumetti di catechismo: La Scuola di Gesù, edito da Giuseppe Carabba di Lanciano, riconosciuti ed approvati, nel 1926, dal Ministero della Cultura Popolare quali testi scolastici.
La sua esperienza bibliografica non può dirsi conclusa se non fa riferimento ad una pubblicazione, La Verginità, frutto di conversazioni religiose con Filippo Tomeo, Pastore della Chiesa Protestante di Gravina, svoltesi nel chiostro dell'ex convento di sant'Agostino, sulla Verginità di Maria Santissima. Alla luce di ciò, si può ben dire che, attraverso questi dialoghi, furono gettate le basi per un ecumenismo serio. I due, consapevolmente o inconsapevolmente, furono i pionieri di queste aperture subentrate solo dopo il Concilio Vaticano II.
Dopo una vita dedicata all'insegnamento, alla catechizzazione delle giovani generazioni, e un lungo periodo di sofferenza fisica, il suo cuore cessò di battere, nella città di Altamura, dove viveva con la sorella, la sera del 7 luglio 1964. I funerali solenni furono celebrati, nella cattedrale di Gravina, il 10 seguente.