Passeggiando con la storia
Don Silvestro Zonza segretario di Mons. Sanna, parroco di Dolcecanto
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 10 giugno 2021
Se possiamo coniare una definizione riferita a questo personaggio, senza dubbio, dobbiamo poter affermare con orgoglio: Pur sempre gravinese. Sardo d'origine, divenne gravinese d'adozione grazie a mons. Giovanni Maria Sanna, allorquando il presule dalla Diocesi di Tempio-Ampurias fu trasferito, il 1922, per restarvi fino al 1953, divenendo vescovo di Gravina-Irsina.
Don Silvestro asce a La Maddalena il 28 gennaio 1905. Nacque in via Tola, figlio di Antonio, nocchiero di prima classe e Maria Albano. Primo di quattro figli (gli altri erano Matteo, Lina, Giuseppe), frequentò le scuole Elementari all'Istituto San Vincenzo (da poco aperto) e a 12 anni entrò in seminario a Castelsardo (poi a Tempio), compagno di corso di Salvatore Capula. Vescovo di Ampurias e Tempio (così allora si chiamava la diocesi) era il francescano Giovanni Maria Sanna il quale volle portarlo con sé quando venne trasferito a Gravina di Puglia (provincia di Bari). Era il 1922 e Silvestro, seminarista diciassettenne, lasciò per sempre la Sardegna dove farà ritorno per sporadiche e brevi visite a La Maddalena. Il 30 marzo 1929 Silvestro Zonza fu ordinato sacerdote nella cappella dell'episcopio di Gravina e qualche giorno dopo a La Maddalena, nella chiesa di Santa Maria Maddalena gremita di parenti e concittadini celebrò la prima Messa. Parroco dell'epoca era il canonico Antonio Vico, lo stesso che lo aveva battezzato 24 anni prima. Rientrato a Gravina don Silvestro Zonza assunse ufficialmente la carica (che di fatto esercitava da qualche anno) di segretario del vescovo mons. Giovanni Maria Sanna e tre anni dopo fu nominato canonico della cattedrale di Irsinia. In quegli anni oltre all'incarico istituzionale si occupò di opere caritative e dell'Azione Cattolica. Con le dimissioni per anzianità del vescovo Sanna (1953) cessò anche la carica di segretario di don Zonza (durata oltre trent'anni) il quale chiese ed ottenne la cura della zona pastorale di Dolcecanto, una zona rurale in rapida espansione in conseguenza della riforma agraria varata dal governo.
Il Primo Maggio 1958, Mons. Forzoni emanò il seguente decreto: "Col presente atto nomino il m. R. Sac. Can. Silvestro Zonza, Vicario Economo della Nuova Parrocchia del S.S. Nome di Gesù, in località Dolcecanto, a norma del can. 472, 473. Il 13 ottobre 1958, "comincia in Dolcecanto la celebrazione della S. Messa quotidiana". A fine ottobre don Silvestro si trasferì a Dolcecanto. Il 1 settembre 1960 Don Silvestro fu promosso Parroco del S.S. Nome di Gesù in Dolcecanto. Il 23 ottobre 1960, prense possesso della Parrocchia. "Fanno corona": il can. Giacomo Lorusso, Cancelliere vescovile, i can. Luigi Sanseverino e Giuseppe Cipriani e il sac. Giovanni Martinelli.
L'attività pastorale molto efficiente. Negli ultimi giorni di aprile del 1960, don Silvestro organizzò la "Peregrinatio Mariae: La Statua della Madonna fece il giro per tutte le zone della Parrocchia con l'aiuto della predicazione del clarettiano, P. Giuseppe Oliu. Il 16 giugno, dello stesso anno, Mons. Forzoni celebrò in Dolcecanto, amministrò la Prima Comunione a 24 bambini e 5 Cresime e benedisse il nuovo grande crocifisso per l'altare maggiore. Il 31 dicembre 1961, lo stesso Vescovo, ancora in Dolcecanto, per festeggiare l'onomastico di don Silvestro e benedire le statue di S. Maria Goretti e S. Antonio, e salutare tutti, per il Suo trasferimento alla Diocesi di Teggiano (Salerno). Nella stessa giornata, come da documento della Curia Vescovile di Gravina, Mons. Forzoni "eresse, nella chiesa parrocchiale del S.S. Nome di Gesù in Dolcecanto, secondo le regole prescritte dalla S. Congregazione delle Indulgenze del 10 maggio 1742 e il recente decreto della S. Penitenzieria Apostolica del 12 marzo 1938, la Via Crucis con le annesse indulgenze" (Arch. Parr. Dolcecanto). Sino al dicembre del 1959, don Silvestro viveva solo in campagna. La sorella Lina accudiva il Papà che morì il 20 dicembre 1959. Don Silvestro andò a La Maddalena, celebrò le esequie del suo Papà e, al ritorno, portò con sé la sorella, che lo accudì sino alla morte, e gli fu aiuto , conforto, sostegno.
A quasi cinquant'anni, e dopo una vita "di Curia", don Zonza con estremo fervore ed insospettato spirito pionieristico si immerse nell'opera di evangelizzazione dei coloni, seguendo con impegno giovani, famiglie ed anziani, costruendovi una chiesa e realizzando opere parrocchiali ed importanti opere sociali. Nominato vicario economo della istituita parrocchia, nel 1960 ne divenne parroco. Nel 1969 mons. Salvatore Isgrò, già vescovo di Tempio e Ampurias, all'epoca vescovo di Gravina di Puglia, lo insignì del titolo di Monsignore, in riconoscimento di ben 57 anni di impegno e servizio nella diocesi. Don Silvestro morì il 3 giugno 1986, all'età di 81 anni, dopo un breve periodo di infermità.On quella borgata che lo vida protagonista, il ricordo degli abitanti e di ch lo ha conosciuto non si è affatto affievolito. Vive nella targa toponomastica a lui dedicata.
Don Silvestro asce a La Maddalena il 28 gennaio 1905. Nacque in via Tola, figlio di Antonio, nocchiero di prima classe e Maria Albano. Primo di quattro figli (gli altri erano Matteo, Lina, Giuseppe), frequentò le scuole Elementari all'Istituto San Vincenzo (da poco aperto) e a 12 anni entrò in seminario a Castelsardo (poi a Tempio), compagno di corso di Salvatore Capula. Vescovo di Ampurias e Tempio (così allora si chiamava la diocesi) era il francescano Giovanni Maria Sanna il quale volle portarlo con sé quando venne trasferito a Gravina di Puglia (provincia di Bari). Era il 1922 e Silvestro, seminarista diciassettenne, lasciò per sempre la Sardegna dove farà ritorno per sporadiche e brevi visite a La Maddalena. Il 30 marzo 1929 Silvestro Zonza fu ordinato sacerdote nella cappella dell'episcopio di Gravina e qualche giorno dopo a La Maddalena, nella chiesa di Santa Maria Maddalena gremita di parenti e concittadini celebrò la prima Messa. Parroco dell'epoca era il canonico Antonio Vico, lo stesso che lo aveva battezzato 24 anni prima. Rientrato a Gravina don Silvestro Zonza assunse ufficialmente la carica (che di fatto esercitava da qualche anno) di segretario del vescovo mons. Giovanni Maria Sanna e tre anni dopo fu nominato canonico della cattedrale di Irsinia. In quegli anni oltre all'incarico istituzionale si occupò di opere caritative e dell'Azione Cattolica. Con le dimissioni per anzianità del vescovo Sanna (1953) cessò anche la carica di segretario di don Zonza (durata oltre trent'anni) il quale chiese ed ottenne la cura della zona pastorale di Dolcecanto, una zona rurale in rapida espansione in conseguenza della riforma agraria varata dal governo.
Il Primo Maggio 1958, Mons. Forzoni emanò il seguente decreto: "Col presente atto nomino il m. R. Sac. Can. Silvestro Zonza, Vicario Economo della Nuova Parrocchia del S.S. Nome di Gesù, in località Dolcecanto, a norma del can. 472, 473. Il 13 ottobre 1958, "comincia in Dolcecanto la celebrazione della S. Messa quotidiana". A fine ottobre don Silvestro si trasferì a Dolcecanto. Il 1 settembre 1960 Don Silvestro fu promosso Parroco del S.S. Nome di Gesù in Dolcecanto. Il 23 ottobre 1960, prense possesso della Parrocchia. "Fanno corona": il can. Giacomo Lorusso, Cancelliere vescovile, i can. Luigi Sanseverino e Giuseppe Cipriani e il sac. Giovanni Martinelli.
L'attività pastorale molto efficiente. Negli ultimi giorni di aprile del 1960, don Silvestro organizzò la "Peregrinatio Mariae: La Statua della Madonna fece il giro per tutte le zone della Parrocchia con l'aiuto della predicazione del clarettiano, P. Giuseppe Oliu. Il 16 giugno, dello stesso anno, Mons. Forzoni celebrò in Dolcecanto, amministrò la Prima Comunione a 24 bambini e 5 Cresime e benedisse il nuovo grande crocifisso per l'altare maggiore. Il 31 dicembre 1961, lo stesso Vescovo, ancora in Dolcecanto, per festeggiare l'onomastico di don Silvestro e benedire le statue di S. Maria Goretti e S. Antonio, e salutare tutti, per il Suo trasferimento alla Diocesi di Teggiano (Salerno). Nella stessa giornata, come da documento della Curia Vescovile di Gravina, Mons. Forzoni "eresse, nella chiesa parrocchiale del S.S. Nome di Gesù in Dolcecanto, secondo le regole prescritte dalla S. Congregazione delle Indulgenze del 10 maggio 1742 e il recente decreto della S. Penitenzieria Apostolica del 12 marzo 1938, la Via Crucis con le annesse indulgenze" (Arch. Parr. Dolcecanto). Sino al dicembre del 1959, don Silvestro viveva solo in campagna. La sorella Lina accudiva il Papà che morì il 20 dicembre 1959. Don Silvestro andò a La Maddalena, celebrò le esequie del suo Papà e, al ritorno, portò con sé la sorella, che lo accudì sino alla morte, e gli fu aiuto , conforto, sostegno.
A quasi cinquant'anni, e dopo una vita "di Curia", don Zonza con estremo fervore ed insospettato spirito pionieristico si immerse nell'opera di evangelizzazione dei coloni, seguendo con impegno giovani, famiglie ed anziani, costruendovi una chiesa e realizzando opere parrocchiali ed importanti opere sociali. Nominato vicario economo della istituita parrocchia, nel 1960 ne divenne parroco. Nel 1969 mons. Salvatore Isgrò, già vescovo di Tempio e Ampurias, all'epoca vescovo di Gravina di Puglia, lo insignì del titolo di Monsignore, in riconoscimento di ben 57 anni di impegno e servizio nella diocesi. Don Silvestro morì il 3 giugno 1986, all'età di 81 anni, dopo un breve periodo di infermità.On quella borgata che lo vida protagonista, il ricordo degli abitanti e di ch lo ha conosciuto non si è affatto affievolito. Vive nella targa toponomastica a lui dedicata.