Passeggiando con la storia
Donato Bruno: vice presidente della Banca Cooperativa Agraria, Cavaliere del lavoro
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 18 febbraio 2021
Tra le alterne vicende, non sempre positive, che contraddistinsero la Banca Cooperativa Agraria, fondata da Michelangelo Calderoni Martini il 1883, entra a pieno titolo la figura di Donato Bruno, subentrato al fratello Michele, in qualità di vice presidente, il primo novembre del 1921. Donato, di sette figli, unico maschio, nato dall'unione tra Giovanni e Leonarda Giglio, d'ingegno sveglio, attivo, operoso, finiti gli studi necessari e minimi, che gli potevano garantire quella cultura sufficiente per affrontare la vita, passò a dirigere la vasta azienda agricola paterna.
Preparato, ormai maturo con le sue esperienze di vita acquisite, seppe dare il meglio di se stesso nella vita politica cittadina, assumendo i ruoli di consigliere comunale prima e di assessore in varie amministrazioni. Tra l'altro, fu presidente della Congrega di Carità, la stessa di cui era stato presidente il medico Eustachio Montemurro, prima che questi scegliesse la vita sacerdotale, gestendo l'Orfanotrofio femminile Sant'Antonio da Padova, fondato da mons. Vincenzo Ferrero, vescovo di Gravina, grazie ad un decreto pontificio del 28 maggio 1727 e successivo del 19 gennaio 1729 , tutti firmati dal papa concittadino, Benedetto XIII, con cui veniva eretto Ente morale e affidato, a partire dal 10 agosto 1786, dal presidente avvocato Giuseppe Gramegna, alla cura responsabile delle Suore Stimmatine, presso l'ex convento di san Domenico, annesso all'omonima chiesa; e il Ricovero di Mendicità, presso l'ex convento di San Sebastiano.
La sua memoria è stata affidata a due lapidi murate e conservate nei rispettivi edifici. In queste epigrafi è stata racchiusa la sintesi della sua vita. Per questi incarichi rifulse la parte nobile, generosa, cristiana, del credente, formatosi alla scuola dei valori della bontà, della carità, della gratitudine, dell'onestà e della fede. Non da meno e con lo stesso slancio e la stessa grinta si lanciò per far rifiorire la istituzione bancaria. Per rilanciarla nel nome di coloro che, Michelangelo Calderoni Martini ed Ettore Pomarici Santomasi, seppero fare altrettanto in simili o se non peggiori momenti bui.
Donato Bruno morì sul campo il 4 dicembre 1925 all'età di 68 anni, essendo nato il 1857. Era in banca, a lavoro, a servizio dei soci, dei clienti, per ridare loro fiducia, quando fu colto da malore improvviso e cedette la sua vita, la sua fibra alla materia di sorella morte.
Preparato, ormai maturo con le sue esperienze di vita acquisite, seppe dare il meglio di se stesso nella vita politica cittadina, assumendo i ruoli di consigliere comunale prima e di assessore in varie amministrazioni. Tra l'altro, fu presidente della Congrega di Carità, la stessa di cui era stato presidente il medico Eustachio Montemurro, prima che questi scegliesse la vita sacerdotale, gestendo l'Orfanotrofio femminile Sant'Antonio da Padova, fondato da mons. Vincenzo Ferrero, vescovo di Gravina, grazie ad un decreto pontificio del 28 maggio 1727 e successivo del 19 gennaio 1729 , tutti firmati dal papa concittadino, Benedetto XIII, con cui veniva eretto Ente morale e affidato, a partire dal 10 agosto 1786, dal presidente avvocato Giuseppe Gramegna, alla cura responsabile delle Suore Stimmatine, presso l'ex convento di san Domenico, annesso all'omonima chiesa; e il Ricovero di Mendicità, presso l'ex convento di San Sebastiano.
La sua memoria è stata affidata a due lapidi murate e conservate nei rispettivi edifici. In queste epigrafi è stata racchiusa la sintesi della sua vita. Per questi incarichi rifulse la parte nobile, generosa, cristiana, del credente, formatosi alla scuola dei valori della bontà, della carità, della gratitudine, dell'onestà e della fede. Non da meno e con lo stesso slancio e la stessa grinta si lanciò per far rifiorire la istituzione bancaria. Per rilanciarla nel nome di coloro che, Michelangelo Calderoni Martini ed Ettore Pomarici Santomasi, seppero fare altrettanto in simili o se non peggiori momenti bui.
Donato Bruno morì sul campo il 4 dicembre 1925 all'età di 68 anni, essendo nato il 1857. Era in banca, a lavoro, a servizio dei soci, dei clienti, per ridare loro fiducia, quando fu colto da malore improvviso e cedette la sua vita, la sua fibra alla materia di sorella morte.