Passeggiando con la storia
E’ medievale o no il bastione a ridosso di Cavato Sant’Andrea?
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 22 agosto 2024
Nonostante gli anni trascorsi da quella presenza. Nonostante studi e ricerche, resta un enigma non risolto. Quello che si può affermare con certezza che è ancora lì, fortunatamente, tenuto conto che nel 2007, il Comune sostenne alcuni lavori consolidamento, pulizia e restauro, si da far nascere un info point turistico.
Oggi, è quanto resta delle antiche fortificazioni urbane di Gravina. Si trova sul vertice nord-ovest dell'abitato antico, di fronte al ponte-acquedotto che collega la città alla sponda opposta della gravina che la fiancheggia sul lato ovest. È dotato di cannoniere rivolte sia verso il ponte, a difesa di eventuali assalti tramite di esso, sia verso nord.
Secondo la storiografia locale, particolarmente Domenico Nardone, in Notizie storiche sulla città di Gravina, rist. Martina Franca 2003, il bastione sarebbe stato costruito nel 1344 quando Gravina, tornata sotto il dominio del re d'Ungheria, fu interessata dall'ampliamento delle mura che vennero ulteriormente irrobustite con una serie di bastioni.
Infatti, egli scrive: "Ritornata Gravina sotto il dominio del Re d'Ungheria, il governatore Niccolò D'Angelo provvide a rafforzarla onde potesse fronteggiare e respingere eventuali assalti da parte delle minaccianti milizie angioine (...). In tale circostanza fu allargata la cerchia delle mura, munite di torrioni le porte, costruiti nuovi fortilizi nei punti più strategici e furono scavati dei camminamenti sotterranei che misero in comunicazione diretta la porta sud con la porta nord della Città. Ciò per una sollecita difesa in caso di attacco dall'una o dall'altra parte, ed anche per avere una via segreta di uscita in caso di pericolo".
Probabilmente, la fonte del Nardone è stata quella di Notar Domenico, che, nel suo in "Chronicon, afferma che "Gravina si divise in due fazioni: l'angioina e l'ungherese, come in tutto il Regno. Prevalse ora l'una ora l'altra e il tutto a discapito della cittadinanza". Ma può essere stata, anche, quella del canonico gravinese Tobia Stamelluti, che nel suo manoscritto intitolato "Opinioni sull'origine di Gravina", afferma testualmente: "Nel 1344 Gravina fu governata dagli Ungheresi e precisamente dal Duca Carlo Durazzo".
Tuttavia, comunque, altre fonti, magari ipotesi, supposizioni sostengono che la struttura, nonostante l'appellativo di "medievale" col quale è conosciuta, è stata visibilmente costruita in epoca rinascimentale quando, con l'incremento delle capacità offensive delle armi da fuoco, fu necessario ripensare ed adeguare il sistema delle fortificazioni alle nuove esigenze. Sembra ragionevole pensare che l'attributo "medievale" possa derivare dal fatto che l'attuale struttura abbia sostituito, e forse inglobato, una precedente fortificazione più antica esistente in quel punto.
Pareri discordanti, diversi, come sempre avviene quando si apre un dibattito di natura storica. Sulle origini di un monumento, di un manufatto, di una testimonianza cittadina, su alcuni episodi ed eventi. La certezza è nelle fonti. In mancanza di queste si può solo confutare, argomentare, senza nessuna consolidata certezza e sicurezza.
Tale bastione è a ridosso di cavato Sant'Andrea. Infatti percorrendo in discesa il cunicolo che lo riguarda e alcuni scalini da quel piano si giunge all'esterno ai piedi dello stesso bastione dopo aver varcato la sua porta e disceso per altri scalini, giungendo, così all'imbocco del ponte viadotto Madonna della Stella, percorso il quale si arriva alla parte opposta, fiancheggiando e lambendo i confini dell'ingresso alla chiesa e al pianoro.
Secondo alcuni dettagli ripresi dalla guida della città e dintorni, stilata da Pino Navedoro, il manufatto, "situato in fondo a via Fontana la Stella, quasi a strapiombo sul burrone e ai margini del ponte-acquedotto sulla gravina, è diviso in due piani da un toro orizzontale e con due "bocche di fuoco" in quello inferiore".
Oggi, è quanto resta delle antiche fortificazioni urbane di Gravina. Si trova sul vertice nord-ovest dell'abitato antico, di fronte al ponte-acquedotto che collega la città alla sponda opposta della gravina che la fiancheggia sul lato ovest. È dotato di cannoniere rivolte sia verso il ponte, a difesa di eventuali assalti tramite di esso, sia verso nord.
Secondo la storiografia locale, particolarmente Domenico Nardone, in Notizie storiche sulla città di Gravina, rist. Martina Franca 2003, il bastione sarebbe stato costruito nel 1344 quando Gravina, tornata sotto il dominio del re d'Ungheria, fu interessata dall'ampliamento delle mura che vennero ulteriormente irrobustite con una serie di bastioni.
Infatti, egli scrive: "Ritornata Gravina sotto il dominio del Re d'Ungheria, il governatore Niccolò D'Angelo provvide a rafforzarla onde potesse fronteggiare e respingere eventuali assalti da parte delle minaccianti milizie angioine (...). In tale circostanza fu allargata la cerchia delle mura, munite di torrioni le porte, costruiti nuovi fortilizi nei punti più strategici e furono scavati dei camminamenti sotterranei che misero in comunicazione diretta la porta sud con la porta nord della Città. Ciò per una sollecita difesa in caso di attacco dall'una o dall'altra parte, ed anche per avere una via segreta di uscita in caso di pericolo".
Probabilmente, la fonte del Nardone è stata quella di Notar Domenico, che, nel suo in "Chronicon, afferma che "Gravina si divise in due fazioni: l'angioina e l'ungherese, come in tutto il Regno. Prevalse ora l'una ora l'altra e il tutto a discapito della cittadinanza". Ma può essere stata, anche, quella del canonico gravinese Tobia Stamelluti, che nel suo manoscritto intitolato "Opinioni sull'origine di Gravina", afferma testualmente: "Nel 1344 Gravina fu governata dagli Ungheresi e precisamente dal Duca Carlo Durazzo".
Tuttavia, comunque, altre fonti, magari ipotesi, supposizioni sostengono che la struttura, nonostante l'appellativo di "medievale" col quale è conosciuta, è stata visibilmente costruita in epoca rinascimentale quando, con l'incremento delle capacità offensive delle armi da fuoco, fu necessario ripensare ed adeguare il sistema delle fortificazioni alle nuove esigenze. Sembra ragionevole pensare che l'attributo "medievale" possa derivare dal fatto che l'attuale struttura abbia sostituito, e forse inglobato, una precedente fortificazione più antica esistente in quel punto.
Pareri discordanti, diversi, come sempre avviene quando si apre un dibattito di natura storica. Sulle origini di un monumento, di un manufatto, di una testimonianza cittadina, su alcuni episodi ed eventi. La certezza è nelle fonti. In mancanza di queste si può solo confutare, argomentare, senza nessuna consolidata certezza e sicurezza.
Tale bastione è a ridosso di cavato Sant'Andrea. Infatti percorrendo in discesa il cunicolo che lo riguarda e alcuni scalini da quel piano si giunge all'esterno ai piedi dello stesso bastione dopo aver varcato la sua porta e disceso per altri scalini, giungendo, così all'imbocco del ponte viadotto Madonna della Stella, percorso il quale si arriva alla parte opposta, fiancheggiando e lambendo i confini dell'ingresso alla chiesa e al pianoro.
Secondo alcuni dettagli ripresi dalla guida della città e dintorni, stilata da Pino Navedoro, il manufatto, "situato in fondo a via Fontana la Stella, quasi a strapiombo sul burrone e ai margini del ponte-acquedotto sulla gravina, è diviso in due piani da un toro orizzontale e con due "bocche di fuoco" in quello inferiore".