Passeggiando con la storia
Emilio Claudio Buonpensiera, Pittore, Docente di disegno
Rubrica “Passeggiando con la storia” a cura di Giuseppe Massari
giovedì 8 febbraio 2024
Emilio Claudio Buonpensiere nacque a Gravina di Puglia il 2 febbraio 1849 da genitori siciliani. Suo padre fu don Luigi Buonpensiere e sua madre donna Albina Capolongo. Fece i suoi studi nel Regio Istituto di Belle Arti di Napoli dall'anno 1865 al 1871, rivelando presto una predilezione per le tematiche sociali. Incominciò ad insegnare disegno nella scuola tecnica d'Isernia e nelle ore libere eseguiva ritratti su commissione. Dalla scuola d'Isernia passò in Sicilia, a quella di Canicattì, dove eseguì felicemente alcuni pastelli e parecchi ritratti, tra i quali quelli della "Famiglia La Lumia".
Eseguì molti lavori a pastello per l'Italia e per l'estero, specialmente per l'Egitto e per gli Stati Uniti. Tra le sue opere del periodo napoletano: "Scugnizzo napoletano", nel 1869, esposto a Gravina, presso il museo della Fondazione Pomarici-Santomasi; un "San Giuseppe" per una cappella gentilizia nella chiesa di San Rocco in Gioia del Colle e un "San Sebastiano" per una principessa napoletana; "Un povero mendico", esposto nel 1870 alla Promotrice di Napoli, che meritò lodi speciali dal Morelli e dai capiscuola napoletani.
In altre opere custodite a Gravina sono avvertibili suggestioni della coeva pittura toscana. Negli anni "80 del XIX sec. l'artista eseguì ritratti e quadri che presentò alle esposizioni di Milano (1881), di Torino (1884) e di Palermo. Fra i suoi quadri esposti alle pubbliche Mostre di Milano, di Torino e di Roma: "La Venere", "Il vecchio marinaro", "Il gatto soriano", "Una preoccupazione", "Le proletarie", "Mamma non viene". Alcune opere del Buonpensiere sono esposte nel museo Pomarici Santomasi in Gravina e alcuni ritratti presso privati.
Fu professore di disegno nel Regio Istituto Tecnico Filippo Parlatore di Palermo e nell'Istituto Tecnico G. B. Della Porta a Napoli. Pubblicò i seguenti libri: "Pensieri metafisici", "Della precognizione e del libero pensiero" e "Il disegno nei suoi principi scientifici e nella sua pratica applicazione" che, come detto, completò presso la casina di Stefano Cafisi presso la contrada Saraceno. Una sua biografia è inserita nel libro di E. Giannelli: "Artisti napoletani viventi – pittori, scultori, incisori ed architetti – Napoli, tipografia Melfi & Joele, 1916.
Pensando che i dipinti debbono mantenersi sempre con la medesima freschezza di colori, ha fatto uno studio sulla loro natura, scartando i composti di rame e di piombo, i quali anneriscono col tempo, per effetti dell'aria, della luce e delle emanazioni solfidriche o per contatto con altri colori.
I suoi quadri hanno avuto il giudizio favorevole, anzi le lodi della critica, la quale vi ha rilevato la freschezza del colore e la buona scuola del disegno. Il Buonpensiere ha esposto anche alla Prima Mostra Nazionale di Arte pura ed applicata promossa dalla Bernardo Celentano nel 1910 in Napoli.
Concorse per la carica di direttore tecnico di Palermo che vinse nel 1888, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1927.
In una stanza, al piano superiore, della casina, di una "villa romana", presso la contrada Saraceno, ad ovest di Favara, in provincia di Agrigento, un tempo di Stefano Cafisi , si trova la seguente scritta: "E. C. Buonpensiere. In questa stanza passò 27 giorni del Settembre 1886 dipingendo fiori e frutta, disegnando macchine che lo amico del suo cuore Stefano Cafisi ne esponeva i suoi ideali congegni e qui diè fine alla compilazione dell'opera di disegno. L'ornamentazione geometrica policroma che con miglior titolo venne chiamata "Il disegno nei suoi principi scientifici e nella sua pratica applicazione". Sia pace alla vita sua".
Eseguì molti lavori a pastello per l'Italia e per l'estero, specialmente per l'Egitto e per gli Stati Uniti. Tra le sue opere del periodo napoletano: "Scugnizzo napoletano", nel 1869, esposto a Gravina, presso il museo della Fondazione Pomarici-Santomasi; un "San Giuseppe" per una cappella gentilizia nella chiesa di San Rocco in Gioia del Colle e un "San Sebastiano" per una principessa napoletana; "Un povero mendico", esposto nel 1870 alla Promotrice di Napoli, che meritò lodi speciali dal Morelli e dai capiscuola napoletani.
In altre opere custodite a Gravina sono avvertibili suggestioni della coeva pittura toscana. Negli anni "80 del XIX sec. l'artista eseguì ritratti e quadri che presentò alle esposizioni di Milano (1881), di Torino (1884) e di Palermo. Fra i suoi quadri esposti alle pubbliche Mostre di Milano, di Torino e di Roma: "La Venere", "Il vecchio marinaro", "Il gatto soriano", "Una preoccupazione", "Le proletarie", "Mamma non viene". Alcune opere del Buonpensiere sono esposte nel museo Pomarici Santomasi in Gravina e alcuni ritratti presso privati.
Fu professore di disegno nel Regio Istituto Tecnico Filippo Parlatore di Palermo e nell'Istituto Tecnico G. B. Della Porta a Napoli. Pubblicò i seguenti libri: "Pensieri metafisici", "Della precognizione e del libero pensiero" e "Il disegno nei suoi principi scientifici e nella sua pratica applicazione" che, come detto, completò presso la casina di Stefano Cafisi presso la contrada Saraceno. Una sua biografia è inserita nel libro di E. Giannelli: "Artisti napoletani viventi – pittori, scultori, incisori ed architetti – Napoli, tipografia Melfi & Joele, 1916.
Pensando che i dipinti debbono mantenersi sempre con la medesima freschezza di colori, ha fatto uno studio sulla loro natura, scartando i composti di rame e di piombo, i quali anneriscono col tempo, per effetti dell'aria, della luce e delle emanazioni solfidriche o per contatto con altri colori.
I suoi quadri hanno avuto il giudizio favorevole, anzi le lodi della critica, la quale vi ha rilevato la freschezza del colore e la buona scuola del disegno. Il Buonpensiere ha esposto anche alla Prima Mostra Nazionale di Arte pura ed applicata promossa dalla Bernardo Celentano nel 1910 in Napoli.
Concorse per la carica di direttore tecnico di Palermo che vinse nel 1888, dove rimase fino alla morte avvenuta nel 1927.
In una stanza, al piano superiore, della casina, di una "villa romana", presso la contrada Saraceno, ad ovest di Favara, in provincia di Agrigento, un tempo di Stefano Cafisi , si trova la seguente scritta: "E. C. Buonpensiere. In questa stanza passò 27 giorni del Settembre 1886 dipingendo fiori e frutta, disegnando macchine che lo amico del suo cuore Stefano Cafisi ne esponeva i suoi ideali congegni e qui diè fine alla compilazione dell'opera di disegno. L'ornamentazione geometrica policroma che con miglior titolo venne chiamata "Il disegno nei suoi principi scientifici e nella sua pratica applicazione". Sia pace alla vita sua".